sabato 26 gennaio 2008

EQUILIBRISMI QUOTIDIANI


INSIDIE DELLA SCRITTURA
a cura di Maddalena Morandi

Trappole.
Non mi era ancora capitato, che la scrittura potesse tessere delle ragnatele, tali da farmi fare la fine della mosca.
Ebbene si, sono caduta in una trappola che mi sono preparata da sola.
A me piace scrivere, questo è ovvio, altrimenti non sarei qui. Quello che però ho sempre pensato era che mettere le proprie emozioni nero su bianco e cioè affidarle a penna e carta, fosse il modo migliore per farle arrivare ad altri. O meglio, la propria opinione espressa per iscritto, a mio avviso doveva risultare più chiara.
Era sempre stato così.
Ora non più.
Una mia cara amica sta pensando di separarsi dal marito, con il quale vive da almeno quindici anni. Hanno una bambina di sei. Avendo caratteri entrambi forti, hanno sempre avuto un rapporto un pò litigioso, ma era così anche prima che si sposassero. Lei ha voluto raccontarmi le sue motivazioni: mancanza di dialogo, meno complicità, poco tempo da dedicarsi, noia, ecc. .
D'istinto le avrei detto che non le credevo per niente, che forse aveva un altro, tuttavia ho desistito e l'ho lasciata parlare.
Una volta finita la telefonata, perchè visto la scarsità di tempo di entrambe comunichiamo così, ho riflettutto a lungo e le ho scritto una mail.
Premesso che siamo in confidenza, le ho parlato o meglio scritto, a cuore aperto. Non ho fatto assolutamente riferimento ad un eventuale amante, perchè alla fine mi è sembrato poco importante. Piuttosto le ho detto che la famiglia "Mulino Bianco" esiste solo nella pubblicità della Barilla e che se i motivi per cui "manda a stirare" (manda al diavolo) il marito sono quelli che mi ha detto, sappia che si può provare a rimboccarsi le maniche e costruire qualcosa di nuovo, prima di radere al suolo quello che c'è rimasto. Che i matrimoni sono "società" nelle quali spesso si soffre e ogni tanto si gioisce, perchè così è la vita. Che io la consideravo una donna tosta e che avrei voluto che provasse a lottare per quella famiglia, che a suo tempo lei aveva voluto a tutti i costi. Saluti e baci. Più o meno il succo era questo.
Bene.
Il giorno dopo mi telefona il marito dicendomi che la mia amica si era mortalmente offesa, di non richiamarla e lasciarla in pace.
Io, che sono di coccio, haimè.
Le ho riscritto, comunicandole il mio stupore e scusandomi se l'avevo in qualche modo offesa, anche perchè le mie intenzioni erano tutt'altre. Pace e bene.
Si, un corno. Non l'ho mai più sentita. E sono passate direi alemno due settimane. Ho pensato, non ho dormito e alla fine ho conluso:
Occhio, alla penna!!!!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Io penso che dipenda molto dall'interlocutore, se ragiona sulla tua stessa lunghezza d'onda ci si capisce sia a mezzo carta che a voce ...
Rita

Maria Cristina Campagna ha detto...

Anch'io Madda credo ci sia poca differenza nel dire le cose a voce o scrivendole. Tutto sta se la persona capisce ciò che le vuoi dire, possono travisare, farsi chissà quali viaggi... e allora forse è meglio chiarire a voce. Perlomeno ti metti il cuore in pace.
Baci

Anonimo ha detto...

non ti cruciare.il problema è suo.evidentemente le hai toccato un nervo scoperto.infantile e patetico il suo delegare al marito il compito di liquidarti e sciocco lui ad assecondarla..una bella coppia..non credo tu abbia perso molto.

Giulia Lu Mancini ha detto...

La tua amica non si è comportata molto bene, tu le hai detto delle cose giuste (le amiche vere lo fanno dicono la verità anche quando può essere scomoda; lei invece si è offesa e farti telefonare dal marito (ma il marito sa davvero tutta la storia? bo) mi sembra davvero da codardi.
Poteva dire "ok hai detto la tua però faccio di testa mia e amici come prima".
Non prendertela troppo!
baci

Maddalena ha detto...

Per ordine: Rita e M.Cristina forse avete ragione voi; Anto e Lù, no il marito non sa nulla e non ho idea di cosa lei le abbia detto per farmi chiamare. Comunque ho il cuore non felice, ma certamente non mi sento in colpa. Grazie a voi.

maggie ha detto...

A volte capita che le persone vogliano solo sfogarsi, giusto per dividere il peso di certe confidenze, quindi, sentirsi giudicare diventa insopportabile...perchè in realtà non si cerca un consiglio. tu hai fatto bene a dire la tua, ma non stupirti: è una reazione già vista, a volte anche per me stessa...il silenzio è forse autodifesa, non so...
certo, non è un bel gesto farti chiamare proprio dal marito...ma questo dimostra quanto poco volesse assumersi il peso delle sue parole...

Maddalena ha detto...

Già Maggie,penso sia proprio così...

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