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Nasce “Rosa Stanton” il primo centro per la produzione e la diffusione della cultura femminile


Si chiamano “Rosa Embedded”: sono artiste, pittrici, amanti del jazz, casalinghe, scrittrici, insegnanti, avvocati, viaggiatrici e, alcune di loro, da poco più di un mese curano rubriche settimanali sul blog collettivo appositamente creato (www.rosastanton.blogspot.com).

Vogliono fare cultura in prima persona, amano rompere i luoghi comuni, hanno bisogno di unirsi insieme e realizzare idee. Non temono di indossare i tacchi a spillo per andare ad un convegno di letteratura, sono forti, dinamiche, pronte ad un confronto collettivo. Sono le “ embedded” di “Rosa Stanton” un centinaio di donne, per ora, in tutta Italia impegnate nel primo centro per la produzione e la diffusione della cultura femminile. Tre i piani operativi sui quali si apre la partita: da un lato un portale dedicato con interventi aperti e contenuti che le stesse embedded inseriscono di volta in volta, occupandosi anche delle segnalazioni o degli interventi provenienti dall’esterno. Dall’altro una rete di supporto ideata per sostenere la produzione culturale delle donne. Infine l’apertura della scrittura verso il settore della moda, laddove lo stile è il comune denominatore. L’idea di collegare due mondi, apparentemente lontani, è nata per far si che la scrittura esca dall’immaginario severo in cui per anni è stata relegata. Basti pensare che mai una donna sarebbe stata considerata scrittrice, con la S maiuscola, se a presentare il suo libro fosse andata in calze a rete. Oggi la situazione è un pò cambiata, ma non abbastanza.

L’iniziativa fa capo alla scrittrice Patrizia Finucci Gallo e consente alle iscritte di usufruire di una rete di supporto e di servizi per realizzare i propri progetti culturali. “Voglio che le donne diventino parte attiva nella produzione culturale italiana – spiega Patrizia Finucci Gallo - che possano esprimersi nelle varie forme d’arte iniziando un percorso di comunione di intenti. La cultura è ancora troppo maschile, basti pensare che a tutto oggi nelle nostre scuole si studiano prevalentemente testi di scrittori, dimenticando le opere di tante autrici straordinarie come Neera, Gianna Manzini, Alba de Cespedes, Antonia Pozzi, Amelia Rosselli tanto per citarne alcune. C’è voluto il progetto Polite – continua la scrittrice - il codice di autoregolamentazione uscito dal ministero delle pari opportunità per ricordare ai curatori che la storia è fatta da due generi. E ciò non è bastato a riportare la parità didattica”.
L’idea, collegata alla scuola di scrittura femminile Harriette Stanton Blatch di Bologna, diretta dalla stessa Finucci Gallo, vuole diventare uno spazio importante per la formazione culturale delle giovani donne spiegando loro che tante idee si possono realizzare se esiste una rete di persone disposte a crederci. In questa prospettiva ogni singolo progetto trova, all’interno di Rosa Stanton, un tessuto ampio di relazioni per passare dalla carta ai fatti. Unica condizione è che tali iniziative e progetti abbiano una finalità pubblica e divulgativa. Ciascuna iscritta quindi con la propria specificità, o specializzazione, può proporre un programma o contribuire alla riuscita di un’ idea altrui. L’organizzazione invece si occuperà di contattare gli uffici alle pari opportunità situati nei vari comuni italiani, con l’auspicio che si possa creare un legame operativo

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