sabato 19 giugno 2010

Di mamma (non) ce n'è una sola

di Anna Grazia Giannuzzi

Ridondanze

Una mamma adottiva è ridondante? Qualcosa in più, qualcosa che eccede, un doppione, una decorazione impropria, posticcia, barocca, superflua…beh, una mamma adottiva si sente anche finta, qualche volta. Sapete che a nessun genitore adottivo viene risparmiata una frase sui “veri” genitori? E la maggior parte delle persone chiede se i “veri” genitori sono morti. Sarebbe meglio, così gli adottivi possono prenderne tranquillamente il posto, interpretarne il ruolo, senza contestazioni, e senza pericolo di improvvisi rientri in gioco di mamme vere che hanno titoli ed attributi per ricacciare l’invasore (leggi il legame di sangue).
Quale legame possono vantare i genitori adottivi nei confronti dei bambini che diventano loro figli? All’inizio nessuno. Con il tempo, se saremo sufficientemente bravi e fortunati, arriveremo ad avere il legame di attaccamento corretto tra genitori e figli, quello per cui i genitori degli amici sono sempre ed in ogni caso meglio di te. Ma come vogliono bene a te, non vogliono bene a nessun altro.
La “compresenza” dei genitori biologici non da tutti è vista negativamente: alcuni ti chiedono se frequentano ancora i genitori, o magari i fratelli, perché è bello mantenere i legami e comunque è un diritto sacrosanto quello di ritrovare le proprie origini. Sono affermazioni che considero affrettate e “moderniste”, e non ci tengo ad essere moderna.
Qui le ridondanze sono altre: posso dire che la nostra società è impregnata di pregiudizi e stereotipi? Non tutti sanno che in Italia abbiamo un sistema di adozione che possiamo definire chiuso, nel senso che una volta che i genitori hanno perso la patria potestà, i bambini sono dichiarati in stato di abbandono e diventano adottabili, è vietato avere contatti con la famiglia di origine. Sfugge ai più che la famiglia di origine viene giudicata non idonea ad allevare i figli generati, indipendentemente dalla presenza attuale di un’altra famiglia già pronta ad occuparsi dei bambini. Il caso in cui i genitori sono morti è davvero residuale e ricorre con maggiore frequenza nelle adozioni internazionali.
Quando i genitori naturali non sono giudicati idonei a crescere i loro figli spesso maltrattamenti, privazioni e disagi sono già forti e presenti all’attenzione dei servizi sociali. In questi casi in primo luogo si devono allontanare i bambini da un ambiente dannoso per loro, inadatto a crescerli. Si deve proteggere spesso da figure materne disturbate ed inadeguate, capaci di generare ma non di educare; oppure incapaci di proteggere i figli dalla violenza paterna o maschile in generale. Purtroppo per i bambini, per quanto negativi, assenti e anaffettivi possano essere i loro genitori naturali, essi non sono meno amati e il senso di abbandono è un dolore immenso.
I criteri per porre i bambini in stato di adottabilità sono oggettivi e diciamo severi, devono ricorrere numerose circostanze, tutte negative, perché possa procedersi alla dichiarazione di stato di abbandono. A volte i giudici del Tribunale dei Minori guardano anche alla famiglia allargata per trovare persone, nonni o zii, che possano costituire figure di riferimento positive e affettuose: si cerca fino al 4° grado.
Poi arriviamo noi e abbracciamo le vite di bambini che letteralmente non sanno cosa vuol dire avere un adulto che si occupa di loro.
È un lavoro duro e senza riposo.
No noi genitori adottivi non ci sentiamo ridondanti: tutto ci fa capire quanto siamo necessari e preziosi. Quanto a quello che proviamo noi nei confronti dei genitori naturali, ne parliamo un’altra volta.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

...sono una figlia adottiva....ho letto tutto d'un fiato questo post, ma scrivere qualcosa adesso mi riesce difficile. un figlio adottivo è un figlio tagliato a metà, e per trovare un equilibrio tra le due identità che ci si sente addosso ci vuole del tempo... io ora sono serena e sono felice della mia vita ma di strada per arrivare fin qui ne ho fatta un bel pò. sicuramente il fatto di diventare mamma mi ha aiutata enormemente e ora mi fa vivere con maggiore gioia il rapporto con la mia famiglia. I legami di sangue contano fino ad un certo punto. cmq contano.. ho la grande fortuna di avere due sorelle, figlie naturali dei miei genitori (adottivi), e in particolare con una delle due, quella più vicina a me di età, ho un rapporto meraviglioso. mi sento legata a lei in modo profondo, la sento una parte essenziale della mia vita, anche se non abbiamo una goccia di sangue in comune. non credo che un legame di sangue ci avrebbe unite di più.. i genitori adottivi hanno un compito speciale e molto difficile, spero che in giro ce ne siano tanti amorevoli e generosi come i miei.

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Grazie di avermi scritto, mi fa bene... non immagini quanto aspetto con ansia di sapere cosa penseranno da grandi le mie figlie. Quanti casini avrò combinato? Sul fatto del tempo concordo con te e sono felice che la tua sia una testimonianza di rapporti veri e che hanno funzionato, nonostante tutte le difficoltà. Così diamo speranza a chi si avvicina all'adozione e conforto a chi sta attraversando un momento difficile, e come sai anche tu, ce ne sono tanti. Io penso che, al di là, di ogni logica le persone si scelgono, le affinità o ci sono o non ci sono; è comunque fortunato chi può incontrare qualcuno con cui realizzare la magia. Intervieni quando vuoi, ti prego. Ti abbraccio e salutami i tuoi, così virtualmente.

Anonimo ha detto...

grazie per l'esperienza diretta riportata: sono anche io una mamma adottiva e ogni giorno , di fronte alle numerose difficoltà dei miei figli, di cui uno adolescente, mi pongo mille domane e più... ma la domanda a cui spero di dare risposta nel futuro è sempre la stessa: riusciremo io e mio marito a dare a i nostri figli la serenità che si meritano e che ricercano quotidianamente, riusciremo con il nostro amore, con i nostri errori, con la nostra speranza a sostenerli nella creazione di una vita che possa attenuare quei dolori profondi che li fanno essere scissi/divisi...
Ma anche, solo semplicemente, riusciremo ad essergli sempre accanto e condividere con loro, quando loro lo vorranno, il peso di quello zaino che la vita ha destinato loro...
Io ci spero e ci spererò sempre e grazie a te, cara ragazza, oggi ho una speranza in più !!!

MonicaP.

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