martedì 27 aprile 2010

Lezioni americane

da Washington
Irene Zennaro

Home is where the heart is
Mi si potrebbe definire bicoastal, tra Washington D.C. e Bologna. Tra la capitale dell’impero e la mia città rossa (ancora?), grassa (sempre) e dotta (viviamo di rendita dal 1088?). Ma l’aggettivo, anche se conferisce un’istantanea aura di cosmopolita coolness, non riesce a rendere la fatica di vivere con una mente scissa 24/7. Due schede sim nell’unico prezioso blackberry, agenda pasticciata in due colori per ricordare compleanni transoceanici, due tribù di amici ugualmente amati, nutella e pasta per gli uni e tecnologia e magliette di Abercrombie per gli altri, 6 ore di fuso orario da aggiungere o togliere al bisogno, buchi di vita da riempire in modo maldestro con mail e skype, due guardaroba e sempre nulla da mettere. Poi: due visioni del corpo, della moda e dello stile per cui si finisce sempre per essere overdressed in USA e uscita da SATC a casa. Anche socializzare può provocare un iniziale straniamento, bisogna sintonizzarsi sull’agenda setting dei media nazionali non solo per i temi rilevanti, ma anche il gossip più triviale, un’intercettazione qui e un Tiger Woods là. Ecco, appunto, dove è qui e dove è là? Nessuna idea chiara, ma un esperimento di equilibrismo (quasi) sempre divertente sul pond.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Bellissimo

PFG

Solange Mela ha detto...

Ciao Irene,
leggendo le tue righe mi trovo a sorridere, non della tua vita divisa in due tra italian style e american life, ma perché mi ci vedo riflessa.
Siamo spesso divise in due anche restando in un paesino microscopico come il mio, senza blackberry che prima o poi dovrò comprare, con la linea Adsl che va e che viene a seconda dei temporali, con un fusorario di 1 ora per raggiungere Piacenza, quando basterebbero dieci minuti, a causa del traffico.
Tu almeno hai la scusa che stai a Washington... io sto solo in campagna.
Ma shype ha infestato anche il mio portatile, ci dobbiamo adeguare ai tempi che richiedono comunicazione continua con i colleghi di lavoro, gli autori, le altre editrici, le istituzioni, e tutto il resto.
A volte mi sorprendo ( e mi picchio sulle mani da sola) quando telefono a mia sorella che abita a cinquanta metri da casa mia, nello stesso cortile. Sarebbe sufficiente attraversarlo a piedi, quel cortile.
E scambio sms con mia madre, che all'età di 74 anni ha imparato a usare il cellulare per tenere il passo con le sue figlie vagabonde.
Ma la nutella la spalmiamo ancora sul pane con il coltello, per il momento. A questo non rinunciamo.
E' ciò che ci tiene con i piedi per terra. E spero che anche lì da te, tra pannocchie arrostite per il 4 luglio e tacchini del ringraziamento ci scappi ogni tanto un panettone per natale o un piatto di tortellini per pasqua.
un abbraccio, Solange

IleniaF ha detto...

Complimenti Irene, hai reso perfettamente l'idea del vivere in qui o in là...Brava, davvero!
Attendo news sul nuovo IPhone!!!

Unknown ha detto...

Io vivevo a NY,mia sorella in Mxco,abbiamo fatto un cambio di stagione all aeroporto di Chicago.....

Giulia Lu Mancini ha detto...

Davvero un bellissimo articolo.

Anonimo ha detto...

Thaks everyone :)
E' bellissimo condividere pensieri e parole con tutti voi!
un abbraccio transoceanico ;)

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