venerdì 11 dicembre 2009

RAMPA DI LANCIO



Riparliamo di COPYLEFT
A cura di Lù Mancini

Oggi torno a parlare di Copyleft, considerata anche l’esperienza del nostro amico Lorenzo, può essere utile ricordare quanto già segnalato in alcuni miei articoli di qualche tempo fa, così tanto per ricordare altre strade alternative alle case editrici.
Intanto vi segnalo i siti utili per il copyleft
http://www.copyleft-italia.it
http://www.liberliber.it
http://www.stampalternativa.it/liberacultura
http://www.books.google.it/partner
http://lulu.com
Può essere molto utile al fine di poter trovare gli editori che non chiedono denaro in anticipo per le spese di pubblicazione rivolgersi all’Aie, l’associazione italiana editori – Corso di porta romana - Milano tel 0289280800 oppure a Roma via Crescenzio 19 tel 0668806298.
Il “copyleft”, parola contrapposta a copyright, indica un sistema alternativo di gestione del diritto di autore ossia un sistema di licenze attraverso cui l’autore, detentore originario dei diritti sull’opera, rende noto che l’opera può essere utilizzata e diffusa e volendo anche modificata nel rispetto però di determinate condizioni fondamentali. In pratica è consentita la riproduzione parziale o totale dell’opera e la sua diffusione per via telematica a uso personale dei lettori, purché non a scopo di lucro. Esso nasce inizialmente come tutela della diffusione libera di software con “codice sorgente aperto” e si è successivamente esteso ad altre opere quali per esempio i libri. Quindi chi non vuole comprare un libro a scatola chiusa può scaricarlo gratis dai siti autorizzati, se il libro piace si compra quasi sempre la copia cartacea anche solo per regalarlo, oppure semplicemente se ne parla, questo perché nell’editoria più un’opera circola più vende e, a quanto pare, il successo editoriale di alcuni libri diffusi grazie a questa formula lo dimostra.
Io trovo che sia un modo nuovo per diffondere le opere di autori esordienti e non, alcuni di questi sono giunti alla terza edizione e a duecentomila copie vendute, in fondo attraverso la rete si possono raggiungere obiettivi talvolta inaspettati.



Per esempio chiunque può pubblicare con lulu.com E’ print on demand: vengono stampate copie solo al momento dell’ordine, quindi il libro riesce ad avere un costo ridotto e la qualità è buona. Occorre però fare tutto da sé, impaginare, editare, disegnare la copertina e pubblicizzare il libro. Pubblicare attraverso la formula del copyleft come su lulu.com dà la possibilità di impostare una licenza copyleft sul proprio libro.
Il concetto del copyleft è nato inizialmente nei software per computer, è nato per tutelare i software che circolano liberamente e che grazie al lavoro di molti si sviluppano e migliorano, per tutelarli e impedire che qualche ditta potesse impadronirsene e privatizzarli.
Quindi creo un’opera, è scaricabile, fotocopiabile – in alcune formule del copyleft anche trasformabile, con citazione dell’autore originario – a patto che questo non venga fatto per fini di lucro, cioè un altro editore non può stamparlo e venderlo, una casa cinematografica non può farci un film,.. Copyleft non significa rinunciare al guadagno, significa non criminalizzare chi fruisce di un’opera per sua cultura senza guadagnarci denaro. Il copyleft in realtà aiuta la circolazione del sapere e delle opere: se una persona non ha i soldi per comprare il mio libro e lo vuole leggere, lo può scaricare, poi ne parla in giro, lo regala a qualcuno, se gli piace può essere anche che lo compri. Il copyleft si è divulgato dapprima con i software liberi, quelli non proprietari, che hanno pernesso di arrivare a un vero e proprio sistema operativo, Linux, antagonista a Windows della Microsoft (non per niente Bill Gates è l’uomo più ricco del mondo..). E’ possibile pubblicare in copyleft anche presso molti grandi editori (i Wu Ming pubblicano in copyleft con Einaudi). La Creative Commons (http://www.creativecommons.it) offre delle licenze copyleft che sono utilizzabili gratuitamente, con parametri scelti dall’autore.
Ho ripreso l’argomento del Copyleft in modo da riprendere le fila di un argomento trattato parecchio tempo fa e che mi sembrava utile ritrattare per qualche esordiente che ci voglia provare, e anche in seguito a quello che è accaduto a Lorenzo al quale esprimo tutto il mio affetto sperando che riesca a risolvere ogni problema..

3 commenti:

Anonimo ha detto...

OTTIMO CONSIGLIO!!! INFORMAZIONI DEL GENERE SONO DAVVERO MOLTO UTILI.
GRAZIE

Solange Mela ha detto...

Senza nulla togliere al consiglio di Lu, vorrei mettere in guardia gli autori esordienti che si lanciano nell'impresa di pubblicare autonomamente pur di vedere la propria opera disponibile in cartaceo o in e-book.
Pubblicare con Lulu, è vero, è semplice, ma non avete lo stesso servizio che può fare un vero editore, ossia l'editing del testo, proporre un formato cartaceo decente, la distribuzione, anche se pur minima.
Lorenzo ha avuto una brutta esperienza, ma questo non deve spingere altri a diffidare di tutti gli editori. Vi sono piccole case editrici sparse sul territorio nazionale che pubblicano esordienti e lavorano bene.
Per farvi un esempio pratico, un mio amico ha pubblicato il primo romanzo con una licenza common creative, con il risultato che il file è stato scaricato da più di 400 lettori. Quando l'opera ha finalmente trovato un vero editore che l'ha pubblicata in cartaceo, le vendite sono precipitate.
Il mio consiglio è di fare attenzione a ciò che desiderate veramente: se volete pubblicare a tutti i costi, Lulu è senz'altro la via più veloce per guadagnare anche qualche soldo sulle pubblicazioni (pochi), ma vi dovete accontentare e fare tutto da soli, cioè vendere i libri a parenti e amici a mano, discutere con i librai che non prenderanno mai le copie dei vostri libri, essere tacciati un po' come autori-fai-da-te. Tenete conto comunque che stampare con Lulu è anche piuttosto costoso.
Se invece avete la pazienza e la costanza di trovare un editore che vi propone qualcosa di buono, otterrete senz'altro anche qualcosa in più di un semplice passa parola.
Naturalmente, questo è solo il mio parere, e non sono qui per contestare i consigli di Lu ma per estendere l'argomento piuttosto spinoso delle pubblicazioni letterarie.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Ovviamente pubblicare con una casa editrice è sicuramente meglio, concordo e anch'io lo consiglio.
Il copy left è un'altra strada e dato che la mia rubrica tratta di consigli agli esordienti mi è sembrato un argomento, da me già trattato, che si poteva riproporre.
L'ideale è però trovare una casa editrice che faccia bene il suo lavoro: non chieda soldi per pubblicare e faccia anche la dovuta promozione per far conoscere il libro pubblicato.
E' importante però avere conoscenza delle diverse alternative, perchè chi vuole possa scegliere.
Cari saluti a Scarlet e a Lorenzo

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