giovedì 8 ottobre 2009

PSYCHE´




















Madre/donna (la barra è il bambino!)

A cura di Susana Liberatore

La madre......
La donna.....
Qual è il rapporto possibile tra questi due ruoli?
Spesso arrivano ai colloqui psicologici delle donne che si chiedono angosciate: -“ I problemi che ha mio figlio, sono dovuti alla mia mancanza come madre?”. Non sono stata abbastanza presente?
Oppure c´è l´altro versante: le madri che come donne si sentono trascurate, o magari non realizzate.
Per iniziare a tentare di rispondere, dobbiamo considerare che la pertinenza di ogni ruolo (Donna/Madre), va chiarita in rapporto alla soddisfazione che è in gioco, oppure all´oggetto attraverso cui si raggiunge tale soddisfazione.
Per spiegare, cioè, la dinamica interna di questi intrecci, dobbiamo mettere in gioco la donna, l´uomo, il bambino e la loro soddisfazione.
Per esempio, se partiamo dalla logica della vita amorosa, cogliamo la differenza tra i diversi modi di godere dei due sessi. Possiamo dire che per i maschi c´è divergenza tra l´amore e il desiderio.
Frequentemente troviamo dei casi in cui gli uomini, quando amano una donna, non la desiderano e viceversa, quando la desiderano, non l´ amano, anzi, quest´ultimo tratto del desiderio spesso si collega al versante della degradazione erotica. Invece per le donne, c`é convergenza tra l´amore e il desiderio, diventando l´amore la propria causa del regime del desiderio.
Peró (ed è questa la questione centrale che vorrei sottolineare), questa convergenza femminile é compatibile con uno sdoppiamento: nei confronti dell´ uomo, esigendo il suo amore e soprattutto la sua prova, e la divergenza del desiderio femminile verso il bambino.
Dunque, é il bambino che introduce una divisione nel soggetto femminile, che divide la madre e la donna. L´oggetto bambino non solo riempie, soddisfa, ma allo stesso tempo divide.
Ovvero, una madre è “sufficientemente buona” a condizione di non esserlo troppo, cioè, a condizione che le cure che lei dispensa al bambino non la distolgano dal desiderio in quanto donna.
Una divisione del desiderio che imponga che l´oggetto bambino non sia tutto per il soggetto materno.
Perciò, occorre che il padre sia anche un uomo.
Questo “amore materno” si sosterrebbe a condizione che una donna, come madre, rimanga per un uomo la causa del suo desiderio.

1 commento:

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Fantastico! Come facciamo a spiegarlo agli uomini?
Scherzi a parte, mi rendo effettivamente conto di quanto - troppo - si possa investire sui figli se la relazione di coppia non si evolve e se la donna ha suoi timori culturali o remore dovute all'ambiente in cui vive, a restare donna, oltre che madre. A volte mi sembra che certe donne non vedano l'ora di "liberarsi" della femminilità per trasformarsi in "Gandi Madri". Forse perchè è una femminilità stereotipa, forse perchè non hanno effettivamente mai scoperto ed espresso la personale dimensione femminile; voglio dire che la femminilità non si esaurisce nel mettere rossetto, tacchi e pushup.
Bel post, quanti argomenti sarebbero correlati e ci si starebbe a parlare per ore.

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