mercoledì 17 giugno 2009

Archi.D.Arte

L'Estetica del cambiamento
a cura di Margherita Matera




Spesso mi chiedo come sarebbe la mia vita se…
Se vivessi in un posto diverso.
Se avessi una voce diversa.
Se fossi bionda.
Se fossi un uomo.
Poi capisco che ci vuole poco a cambiare le cose, in questo periodo me ne sono cambiate tante, idee comprese, che pur con la stessa voce, nello stesso posto, mora e donna, ho iniziato a colorare il mio spazio nello spazio. Diversamente dal resto. Diversamente da quanto previsto, rivisto. È come nell’immagine di George Rousse, è ridisegnato.
Così lo spazio assume un cuore, perché ci si focalizza sul centro, la constatazione più facile sarebbe quella di pensare che quello spazio sarebbe più bello se tutto colorato. Invece no. Rousse non credo voglia renderci il “come sarebbe se”, ma solo il contrasto. E il contrasto non si ha se non c’è un prima e un dopo.


Meglio se nella stessa visuale. I miei cambiamenti, inquadrati in una vita di base, un sistema di stelle fisse, mi appaiono più forti, più importanti perché ho anche il bianco e nero di una struttura dismessa.
Una struttura che si vede da una scogliera davanti ad un Mare di colori. Un grigio dal quale tuffarsi per coprirsi della vernice di un tramonto.
Poi, come l’intonaco, una volta indossato, seppure estremamente colorato, man mano si usura ed il cambiamento sfuma e occorre cercarne un altro. Occorre un altro bagno di colore. Occorre ritrovare un cuore, che sia schizzato a carboncino o rifinito ad olio.
Occorre cercarsi un’immagine nell’immagine della propria esistenza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

..bello..
antonella

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
maggie ha detto...

grazie Anto ;-)

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