sabato 21 marzo 2009

NON HO L'ETA'



FARE LA MAGLIA E’ UNA COSA MERAVIGLIOSA
(Tradizione - modernità - viceversa?)
A cura di Chiara Cappellato

Non mi annovero tra prede di facili quanto volatili entusiasmi sollecitati dal Glamour.
Nemmeno malleabile vittima del Trend alla voce Tecniche alternative di Relax Psicofisico, Yoga Sinergico, Tai-chi, Biodanze. Moltiplicarsi di hobbistica Decoupage, Origami, Stencil con contorno di books, stage e dvd?? Mi offenderei…
Giuro! Mia vera, autentica passione che nasce al tempo in cui ancora non potevo né leggere né scrivere, manina alla mia nonna, mi incantavo silenziosa incantata nella tetra e tarlata merceria del quartiere dove lo scaffale dei gomitoli era alto e inaccessibile per una bimbetta. Crescevo. Autodidatta non per scelta, ho sempre dedicato al “Diritto e Rovescio” molto tempo libero. Nell’era dell’adolescenza e delle ribellioni i pomeriggi estivi assumevo sembianze da vecchia zitella. Al braccio ferri e lana rigorosamente di riciclo (mancanza di fondi = paghetta striminzita = fine anni 80).
Vi starete chiedendo: dove sono nascoste le nostre Super Over?
La Signora Fortuna, bazzicavo al mercatino della parrocchia vicina, mi ha presentato Gina. GINA secca secca, alta, capelli scuri e curati, visino segnato da rughe, gonne lunghe, abiti dai toni della terra e del sole, una fedele-inseparabile-pesante-infinita borsa “Mary Poppins” nella quale, grandiosa donna, un libro trova sempre casa.
E’ lei! Ci somigliamo! Amore a prima vista!
Esattamente come immagino (e mi auguro) di essere a 75 candele accese con originalità. Personalità decisa, espressa con mise tutte sue, nessuna nota stonata.
Anni luce dalla tipica Over/grigio cenere/cuoca/stiratrice che accudisce e obbedisce!
Gina, Ginetta la mia artista-docente di KNITTING.
Vita dura per chi ama la maglia dalle mie parti. Scovare vecchie anime abili e disposte a insegnare, e negozi di filati che non odorino di muffa, competenti nel proporre modelli innovativi per giovani rampanti tricottatrici, è un ostacolo.
Sfacciata, chiedo e ottengo il numero di cellulare (ora siamo agli sms) e alla prima ripetizione Ginetta mia mi riporta indietro.
Nel tempo in cui non si poteva seguire la moda. “Importante è avere abiti in ordine, rattoppati ma puliti”, uno dei comandamenti della sua saggia mamma.
Nel tempo in cui i vestiti si “rovesciavano” quando un lato era logoro e le toppe andavano alla grande. Quindi anche i maglioni di lana resuscitavano. Tolti i preziosi bottoni, si disfacevano trasformandoli in gomitoli. Una matassa di lana nuova in aggiunta, pagata con latte o un uovo, e si cominciava a sferruzzare.
Nasceva una maglia spesso a righe, “la maglia delle feste comandate” la cui vita prevista doveva aggirarsi intorno a 4/5 anni almeno.
Nel tempo in cui tutte noi avremmo usato i ferri e sfornato giacche, guanti, calzettoni per la famiglia sempre infreddolita e costretta a fare economia.
Riunirsi nelle case delle vicine a parlare “del più e del meno”: piccoli momenti di socializzazione-grandi e succulente occasioni per conoscere vita, morte e miracoli del circondario.
Quanta semplicità nelle necessità delle nostre Nonne, vero?
Gina dalle mani d’oro, dai reumatismi che mordono i polsi, oggi tesse per beneficenza procurando lauti introiti assicurati dalla freschezza della sua creatività.
Con fissazione frutto dell’età e dei sacrifici, fa sorridere l’udirla ripetere: “…Anche oggi alle bambine si deve insegnare la maglia” perché “…Una donna non deve mai stare con le mani in mano”.
(Apriamo e sigilliamo subito un altro, grandioso capitolo sul quale noi avremmo qualcosa da dire).
Non per stimolarvi a diventare moderne Penelopi, vi esprimo gioia e orgoglio di cimentarmi in un’arte che intreccia tradizione/femminilità/dolcezza/abilità delle nostre ave all’attuale Fashion.
Quindi: sottofondo musicale, seduta comoda, schiena eretta, sento il corpo ringraziarmi; insieme ci riappropriamo di qualche mezz’ora di serenità che ci aiuta a svuotare il cervello dalla spazzatura.
Il mio sogno? Migliorarmi nella tecnica, aprire un’allegra merceria con una luminosa stanza separé. Poltrone, angolo caffè/tè/tisane, tazzone colorate, filodiffusione: ospitalità e convivialità con volenterose tricottatrici. Anche in orario serale, caricate lavastoviglie e affidata prole ai maschi.
La battezzerei Pippicalzelunghe (mia eroina) e Gina sarebbe la star dei pomeriggi.
Sono matta?
Sì. No. Probabile.
Matta per ferri e gomitoli. Matta come Ginetta mia.
.
N.B.:
1. La triennale di Milano 24/02/09-29/03/09 presenta mostra “Dritto Rovescio Fili intrecciati tra arte, design e creatività di massa”. Riflessione sull’intreccio del tessuto come metafora per esprimere relazioni nella narrativa, musica, società. Relazioni e lavoro di singole persone attorno a un tavolino del bar…creatività singola e di massa. (Notevole direi…).
2. La Feltrinelli Padova, dopo successone a Mestre (VE), ha dato avvio da questo mese al “Knitting Time sferruzzare insieme tra gomitoli e romanzi, consigli, cultura e non solo, terapia antistress immerse in colori e morbidezza”. (Entusiasmante embrione in sviluppo).
3. Orribile l’utilizzo di espressioni straniere per un’arte italianissima. Colpa del Web. Colpa nostra. Vergogna.
4. Testato sul mio cadavere: prestanti “giovanotto” + visione “giovani” pulzelle sferruzzanti = ancestrale attrazione, inspiegabile, indefinita…interessante.
Allora che dite?
Avete udito di ‘’Knit-café” – “Tricot” – “Knitting” anche nelle vostre lande?
Voglio sapere tutto.
Vostri commenti, notizie, critiche.
ANCHE LA MAGLIA CREA CULTURA!

9 commenti:

Maddalena ha detto...

Io il lavoro a maglia o a uncinettol'ho usato anche come antistress, come mettere in ordine o leggere e scrivere, il lavoro a maglia rilassa, distoglie il pensierodalle preoccupazioni e produce qualcosa di utile. Inoltre può essere un'occasione per ritrovarsi a fare due chiacchere e per di più non ha età, sferruzziamo care amiche!

Cappe ha detto...

Ciao Maddalena. Grzie per supporto e conforto. Peccato che mi sento molto sola in questa fantastica attività. Confido tanto nel Knitting Time di Feltrinelli PD. Dalle tue parti sono nate esperienze simili?
E le altre blogger che dicono?
Abbracci Cappe

Anonimo ha detto...

Una volta ho cercato di fare una presina all'uncinetto,mi venuta fuori una cuffia:ho dedotto che non ero nel mio...invidio l'intelligenza delle vostre mani..brave ragazze!ho letto da qualche parte,che l'attività di tricottage(si dice così?o sto sparando caxxate?)fa produrre al cervello le stesse onde beneifiche del training autogeno..fikissimo vero?
baci Antonella

Cappe ha detto...

Anto cosa dici mai! Intanto esistono dei libri che ti aiutano (se ti piace la materia) e poi non hai idea delle castronerie che comunque produciamo :sbagliare/ritentare è tutto un lavorare! E comunque che rilassi tanto e svuoti il cervello(io non ho provato il Training ma ho tentato con lo Yoga). Ogni tanto si smarrisce anche la pazienza e, se vedo che non ne vengo fuori, cambio vilmente oggetto del mio tricottare!
Ciao Ciao

IleniaF ha detto...

Io invece una volta avevo promesso al mio ex una cosa fatta da me, che nascesse dalle mie mani. Mi sono armata di pazienza ed ho fatto, a maglia, una specie di porta matite, ma poichè io lavoro con le maglie strettissime, non avete idea del nervoso che mi è venuto. Per cui ho dedotto che lavorare a maglia di certo non serve a distendermi, anzi...

Cappe ha detto...

Ciao Ile. Sono certa che avrai altri piacevoli modi per rilassarti...non è mica un MUST lo sferruzzare!
Che fai leggi, passeggi o hai lo stesso qualche amore legato all'uso delle mani?
Ci interessa.
ciao ciao

Maddalena ha detto...

Sai Cappe che lo sferruzzare è molto in voga nelle pause che hanno le modelle tra un sfilata e l'altra o nei servizi fotografici! Da noi non ci sono inizitive istituzionalizzate, chi vuole sferruzzare in compagnia, si organizza.

Cappe ha detto...

Ciao Maddalena. Grzie per supporto e conforto. Peccato che mi sento molto sola in questa fantastica attività. Confido tanto nel Knitting Time di Feltrinelli PD. Dalle tue parti sono nate esperienze simili?
E le altre blogger che dicono?
Abbracci Cappe

Cappe ha detto...

Complimenti... Quella delle modelle che sferruzzano tra una foto e l'altra proprio mi mancava!
Sarà che lo considero un mondo così distante, altero, altolocato, alto, da non abbassarsi a qualche gomitolo per sciarpette. Meglio così comunque, importante è che l'immagine del lavoro a maglia non esca come Vogue del momento, superficialità e moda passeggera.
Grazie delle notizie.

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