domenica 16 novembre 2008

OFF#LIMITS


La moglie di Antonio
a cura di
Diomira Pizzamiglio

Quotidianamente scambio chiacchiere con le amiche via e-mail. La casella di posta elettronica è diventato un punto di incontro, una sorta di bar virtuale dove scambiarci consigli modaioli, spettegolezzi, impressioni di vario titolo e genere e anche e soprattutto confortarci vicendevolmente per le frustrazioni accumulate.
Ed è in una di queste conversazioni on-line che si è innescata una curiosa discussione.
REGOLA N. 1: la psicologa.
Sto pensando che forse sono stata un’idiota a convincere mia figlia che iscriversi alla facoltà di psicologia non era la facoltà giusta…
Ma lo sai che tutte, dico tutte, le mie colleghe (almeno quelle con cui sono più in confidenza) mi hanno detto di andarci o di esserci andate?
Mi chiedo se sia un’esigenza dei nostri tempi, oppure se anche le nostre mamme o le nostre nonne ne avrebbero fruito volentieri se ai loro tempi andare dalla psicologa fosse stata una pratica diffusa.
Certo non ce la vedo tanto nonna Miruccia mentre racconta del rapporto difficile con suo padre, o di quanto si sentisse inadeguata nel suo ruolo di madre di 7 figli, oppure delle sue frustrazioni di casalinga….
Non c’era tanto spazio per farsi delle paturnie a quei tempi. C’era già troppo da tribulare per far fronte ai bisogni primari, e poi la fatica fisica era di certo la terapia migliore.
Oggi siamo mosce perché non muoviamo più un dito se non per schiacciare dei pulsanti (la lavatrice, l’aspirapolvere, la macchina,…); pure per scrivere non usiamo più la penna ma ticchettiamo sui tasti.
E così facciamo trenta cose insieme e altre trenta ne troviamo ad aspettarci.
Pensa le nostre nonne: quando lavavano i panni al fiume stavano lì tutto il pomeriggio, cicalando fra di loro, magari dei mariti, dei figli (altro che psicologa!), era faticoso è vero, ma facevano solo quello lasciando da parte le altre faccende, e si godevano i loro ritmi.
Ora noi attacchiamo la lavatrice, mentre passiamo l’aspirapolvere, con il forno acceso…
E poi lavoriamo fuori, come hanno sempre fatto gli uomini. Solo che noi continuiamo a fare anche le “cose da donna”.
Ovvio che ci siano tante femmine stressate sull’orlo di una crisi di nervi, chi resisterebbe?
Eppure anche se ci lamentiamo non vogliamo mollare nulla. E l’unica cosa che alla fine ci viene davvero voglia di mollare sono i mariti, quando a furia di cavarcela da sole ci convinciamo che non abbiamo neanche più bisogno di loro.
Vogliamo uomini che ci aiutino in casa, ma quando li abbiamo non ci piacciono perché perdono il loro fascino di maschio.
Il retaggio del nostro istinto animale ci porta a desiderare l’uomo forte, cacciatore, dominatore… Ma poi ci lamentiamo chiamandolo sporco maschilista.
Che siamo confuse è dire poco!
Mha!... non so se mi sono descritta solo io o se ho fotografato una realtà.
Di certo alla fine non ci piace stare da sole, anche se siamo in grado di far fronte a tutto, perché abbiamo bisogno di un Salvatore che ci dorme accanto con il quale condividere gioie, ansie e dolori. Sennò la vita che senso ha?

11 commenti:

IleniaF ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
IleniaF ha detto...

Cara Diomi ho letto con attenzione quanto da te scritto ed in effetti mi ritrovo in quanto tu dici, chissà perchè oggi tutti sentiamo il bisogno di ricorrere alla psicanalisi o allo psicologo, forse perchè non abbiamo il coraggio di guardarci dentro? A mio parere il punto centrale è che non abbiamo più il coraggio di fermarci e farci un'autoanalisi introspettiva, andiamo troppo di fretta, quindi prenderci del tempo per noi, se non per andare dall'estetista o a far shopping, ci sembra "una perdita di tempo".
Secondo me sarebbe bene che invece imparassimo a parlare schiettamente e con chiarezza a noi stessi, più che ad un dottore.
Sei sicura che non riusciamo a star da sole? Io credo di no, sarà che lo sono stata per ben quattro anni, ma ti posso assicurare che adesso ho maturato una tale coscienza del mio essere single e far tutto da sola, che a volte avere qualcuno intorno mi da pure fastidio.
E' probabile che sia io quella strana...boh!

La Wanda ha detto...

...ne parlavo giustappunto l'altro giorno con un'amica, e le ho detto che prima o poi vorrei fare per curiosità quest'esperienza. Alla mia affermazione lei si è un po' spazientita leggendo una sorta di leggerezza nella mia richiesta.Forse, anzi,senz'altro ha ragione e con una punta di saccenza mi ha segato cheidendomi:" ma che tipo di analisi vorresti fare?" ...e che ne so io...e in quel momento, mi si è aperto un mondo!junghiana,froidiana,transazionale....
Mi reputo una persona fortunata perchè ho delle buone e sagge amiche che mi sopportano,un buon padre spirituale che mi guida e la mia famiglia che mi da sicurezza. Per ora posso ancora fare a meno dell'analisi.

Esistono poi dei rimedi alternativi un po' folcloristici direi, che però aiutano molto:tuffarsi in un piatto di PASSATELLI IN BRODO o lasciarsi andare alla perversione di un buon vecchio amico martini da sorseggiare gustando dei freschissimi cannoli siciliani!!!!

che LA WANDA sia con voi!!!

IleniaF ha detto...

LA WANDA.....Ma sei una grande!!! I love you!!!!!!!!

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Oh, ma che sentono le mie orecchie....
Sicure di non aver paura dello psicologo/a.
Naturalmente la mia è una battuta, ma con un fondo di vertà....
Sono un'amica che ascolta molto e spesso mi sento soffocare dalle angosce altrui......
A volte sono solo paturnie passeggere da flusso mestruale, ma a volte sono vere e proprie angosce, mal di vivere, depressione che si alternano a stati di euforia.
Stare soli in questo caso è sbaglaito, così come appoggiarsi ad amici e familiari, non perchè non sanno capire o sostenere,ma perchè queste persone raramente hanno gli strumenti per aiutare concretamente chi sta male.
La società odierna impone dei ritmi frenetici che non permettono all'individuo di "digerire" tutto ciò che di negativo gli capita.
E alla fine si accumulano sofferenze e le sofferenza mai risolte diventano pesanti come macigni che schiacciano.
Farsi aiutare oggi è una necessità per non finire nel tunnel della depressione.
Prendere un appuntamento con una psicologa vuol dire ammettere le proprie difficoltà e proprie debolezze.
E' un atto di coraggio.
E' un atto di forza.
Ovviamente non tutti ne hanno bisogno ..., ma per capirlo è necessario togliersi la maschera.

IleniaF ha detto...

Diomi, non credo che occorra necessariamente rivolgersi allo psicologo. Io, personalmente, posso parlarti della mia esperienza personale, nel periodo più buio della mia vita ho avuto accanto un amico che ti assicuro mi ha saputo comprendere e consigliare molto meglio di uno psicologo e grazie al suo sostegno, alle sue parole, al suo starmi ad ascoltare io sono riuscita a venirne fuori.
Ma soprattutto mi ha aiutato a capire che dovevo gaurdare dentro me stessa per poterne uscirne fuori.
Certo la mia è un'esperienza personale, molto, magari c'è chi è più debole ed allora in quel caso forse una figura competente può essere di grande aiuto.

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Cara Ile, tu hai avuto la fortuna di avere accanto una persona "competente".
Io ho frequentato una psicologa per 7 anni.
E' stata un'esperienza che mi ha aiutato tantissimo.

maggie ha detto...

Mah,io non ho preconcetti.per ora ho fatto a meno dello psicologo,ma non escludo che in futuro possa averne bisogno. Non sempre gli amici o le persone che ci sono accanto possono aiutarci,dipende dai problemi.e poi,perdonatemi,ma questa cosa di scalzare i ruoli non mi piace a prescindere.e'come non andare dal dottore se si sta male e curarsi da soli o segare una trave e non chiedere all'ingegnere...ognuno ha il suo ruolo.più o meno chiaro.la psicanalisi puo'servire o no,ci si puo' credere o no,puo' essere fatta bene o no,ma e'un fatto che molta gente ha bisogno di aiuto e pur di non ammetterlo dice di stare bene (spesso primo sintomo del malessere). Poi il sentirsi bene all'apparenza puo'avere in se'problemi/disturbi più radicati per cui non si ha bisogno di essere "sostenuti",ma di essere curati.

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Maggie ha colto la vera essenza del mio post.
Grazie.

maggie ha detto...

Cara Diomira...grazie a te! ;)
il tuo post mi è piaciuto molto!

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Era una parte di conversazione, molto privata, tra me e una persona a me molto cara.
Lei ha acconsentito che io pubblicassi le sue parole.
La moglie di Antonio tornerà ancora a trovarci.
Siamo tutte un po' mogli di Antonio ....

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