La Vamp
A cura di Fabio Cicolani
Anche Marilyn è tornata dalle vacanze, con calma, come ci si aspetta da ogni diva. La rubrica torna lustrata e, di tutte le strade che ha intrapreso nel suo anno di vita, sceglie la più ironica, irriverente e provocatrice. Da questa, e per svariate puntate, torneranno le tipologie di donne-mito che popolano la vita quotidiana di tutti. Apre il sipario, in pompa magna, come le si deve: la Vamp.
Vamp viene da “Vampira”, è un termine coniato intorno agli anni ’30 per etichettare una figura femminile che si faceva strada nei film muti. Era la femme fatale, quella che divorava gli uomini, la civetta con gli occhi ipertruccati e la sigaretta sempre accesa.
Ogni donna ha dentro di sé una Vamp, una piccola parure di strass scintillante che preme per uscire. Si trova vicino allo stomaco. Tra il fegato e la cistifellea. Ci sono alcune donne però che dalla Vamp si fanno dominare e trasmutare. Le Vamp non sono bionde, sono platino, anche se non è il loro colore, anche se questo le fa assomigliare alle badanti ucraine. Per loro il trucco non è un abbellimento, è una maschera pirandelliana. Il rossetto tatuato, il mascara a dato con i rulli dell’autolavaggio, e poi fondotinta, fondotinta, fondotinta… stuccature alla veneziana con tanto di mondanature.
Ma come si comporta la Vamp nel suo ambiente naturale? La Vamp parla lentamente e con il tono basso, socchiude gli occhi e sospira. Atteggiamento voluto? Macchè! Parla lentamente perché sta pensando a cosa mettersi domani, il tono basso e i sospiri sono dati dai due pacchetti di sigarette fine e lunghe che si fuma da vent’anni e infine socchiude gli occhi perché è ciecata. Porterebbe dei fondi di bottiglia per occhiale, ma li toglie perché non sono affatto da Vamp.
Ci sarebbe molto da dire ancora sulle Mangiauomini, ma mi fermo qui, anche perché sono uno dei pochi uomini in giro e preferirei non essere sbranato. In ogni caso concludo dicendo che questo stereotipo è abbastanza superato, è fin troppo anni ’80. Oggi le nuove Vamp, sono le Fenici. Di loro parlerò al prossimo appuntamento. Bye bye baby!
10 commenti:
Caspita Fabio, notavo in molte donne questo tipo di atteggiamenti e pensavo che se la tirassero da morire, ma da quanto dici tu è invece l'esatto contrario! Azzeccatissimo il richiamo a Pirandello.
Very, very good!!!
Mafalda è comunque una vamp, atipica, ma molto vamp.
ops, non è mafalda, è lucy.
Grazie Ile! Lo sai che ogni maschera è un personaggio e ogni personaggio è un attore e ogni attore è un uomo. La vita è un palcoscenico... tira tu le somme...
credo sia mafalda...
Bravissimo Fabio...molto ironico.
Un abbraccio
LB
Si, caro Fabio, hai pienamente ragione.
L'ho imparto da non molto...Anche io, a volte, mi ritrovo a dover recitare una parte, a volte a fin di bene, altre magari no.
Ed io che pensavo di non avere delle doti interpretative, pensa mo!
Forte il pezzo!!, hi hi....
linda
Una lacrimuccia mi bagna il cuore....perchè tutto ciò mi rattrista?
Fabio in quale personaggio ti senti rinchiuso?
La timidezza, il bisogno di amore e protezione fanno indossare la maschera di chi "se la tira troppo!"
Penso sia la solita diatriba sull'accettazione. Se ti piaci, ti mostri per quello che sei. Ma è impensabile poter essere se stessi sempre. Tutto muta e anche velocemente, l'età, la società, le persone intorno a te. Si può crescere ma si può anche regredire. Siamo tutti schiavi di qualcosa, e non bisogna mai dimenticare che ognuno ha una scala di valori personale e che se una certa cosa, che noi giudichiamo sconveniente, lo rende felice, è giusto che la faccia.
Posta un commento