domenica 21 settembre 2008
EQUILIBRISMI QUOTIDIANI
Creatività e follia
A cura di Maddalena Morandi
Ieri sono andata ad assistere ad una "lezione magistrale" di Umberto Galimberti, professore di filosofia, ospite all'ottavo festival della filosofia di Modena, Sassuolo e Carpi.L'agomento del festival era la fantasia.
Ed io sono rimasta rapita dalla sua oratoria e dal tema da lui trattato.La follia.
Il professore ha iniziato la sua lezione partendo da un'asserzione di Platone, secondo il quale " i beni più grandi ci vengono dalla follia", non quella patologica intesa come trasgressione dalla ragione, ma quella da cui è nata la ragione.La ragione non è altro, per l'esimio professore, che un insieme di codici che ci permettono di relazionare con gli altri e che ci allontanano dalla follia.
I bambini, che vivono in un mondo dell'indifferenziato: per loro un pennarello non ha un unico uso, può servire per scrivere, per difendersi, per giocare, loro sono folli, cioè creativi, si discostano da quello che è un atteggiamento comune.
Tuttavia, il vero creativo, l'artista è quello che sa scendere nel luogo dell'indifferenziato, negli abissi della follia, e poi però sa risalire, per non rimanere folle. Quindi la follia ci appartiene , noi nasciamo folli, non è che possiamo diventarlo, secondo Galimberti, non esistono raptus di follia, ma soltanto perdite di ragione che lasciano riaffiorare quella che sarebbe la nostra condizione "normale", la follia.
La follia ci abita, nel momento in cui le diamo spazio, diventiamo creativi, la nostra intelligenza da convergente diventa divergente, non cerca più le soluzioni intorno al problema, ma le cerca anche fuori.Secondo l'oratore poi, la follia è strettamente legata al divino, anche Dio è folle, perchè anche lui agisce al di fuori delle regole, Dio ordina ad Abramo di uccidere Isacco; le decisioni di Dio a volte appaiono irrazionali; Dio non è ragione.Non c'è arte senza sacrificio. Il sacrificio porta al sacro, quindi a Dio e alla follia.
Galimberti, conclude la sua lezione magistrale affermando che noi dovremmo diventare ascoltanti di noi stessi e prendere coscienza della nostra folli, perchè essa è la qualità che ci differenzia.
Cogitate.
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10 commenti:
Io adoro quest'uomo!!!
mi permetto di aggiungere alle tue parole un pensiero sempre di Galimberti,"noi cerchiamo e ci innamoriamo della follia che vediamo e troviamo nell'altro".
grazie cara hai reso la giornata de La Wanda felicemente folle!!!
Cara Wanda, più ti leggo e più mi sei simpatica, ti aggiungo un'altra frase sua " l'innamoramento è l'unica malattia che passa presto!!" .
La follia è strettamente legata al divino...non ci avevo mai pensato, ma a ben rifletterci questo spiegherebbe molte cose, darebbe tante risposte alle domande che mi son sempre posta a proposito del fatto che si siano verificati degli episodi ininspiegabili e sui quali si invoca sempre l'aiuto divino.
Ascoltanti di noi stessi, questo è un punto fermo della mia vita da un pò di mesi a questa parte come il prendere coscienza della nostra follia, io ne ho imparato a farne il caposaldo nel mio vivere quotidiano.
bello questo post sulla follia, soprattutto in una rubrica che si chiama "equilibrismi quotidiani"....ogni volta che ti leggo penso al funambolo, perchè credo sia l'immagine dell'equilibrismo o dell'equilibrio.
detto questo, mi piace l'idea della follia e credo sia creativa, perchè come ogni disordine, porta qualcosa, lascia emergere qualcosa. mi piace, io ne sono a favore.
Interessante, avrei voluto esserci.
Grazie.
Il prof. Galimberti eccezionalmente sarà a Marano sul Panaro venerdì 26/09/08 alle ore 18 nell'ambito del festival della poesia.
Scusate, Marano sul Panaro è in provincia di Modena.
nooooooo!!!! veramente?
porca mucca!!!! sono a milano al master.
Se avete il calendario degli spostamenti di Galimberti mi terreste aggiornata?
lo seguirò ovunque come un cane da tartufi!!
baci
La WANDA
Argomento interessante.
Ammiro Galimberti.
Ultimamente ho letto "L'ospite inquietante" e, non solo perchè interessato al'argomento trattato, mi sono ritrovato a fine libro senza accorgermente e con la voglia di rileggerlo.
Cosa che ho fatto.
Peccato che oggi abbia una giornata così incasinata...
Mi sarebbe piaciuto "incontrarlo" a Marano sul panaro.
G.
Trovo che Galimberti, nel mio caso, sappia toccare dei tasti che mi interessano, perchè mi inquietano ...
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