lunedì 17 marzo 2008

Di mamma (non) ce n'è una sola



Come fare per...
a cura di Anna Grazia Giannuzzi

Tanto tempo fa, mia madre mi chiese che cosa ero disposta a fare per avere un figlio. Abbassai gli occhi. Mi sentivo in colpa. Mia madre si meritava un nipote, mi stava dicendo, ed io non facevo abbastanza. Non consultavo abbastanza medici, avevo ignorato il nome che mi aveva fatto lei, non chiedevo altri consulti, non avevo voluto provare una clinica all’estero, insomma, mostravo davvero un comportamento insolito.
- Sembra quasi che non te ne importi veramente - aveva concluso.

Quella volta non le avevo risposto animatamente come faccio di solito per difendere la mia posizione, posizione che quanto più irragionevole ed insostenibile le appare, tanto più si rifiuta anche solo di ascoltare. Mi limitai a sentirmi male. Poi passò; anche se quando gettai nel bidone dei rifiuti farmaceutici l’ultima confezione di quel non so cosa che doveva farmi restare incinta, piansi. Era un addio, in effetti. Stavo salutando un mio modo di essere, stavo salutando un sogno ed una parte della mia vita trascorsa a sognarlo.
Il giorno dopo però ero già in piena battaglia e scrutavo mio marito per cercare di capire quali sarebbero stati i suoi tempi di ripresa. Insomma, quando avrei potuto ripetere la parola adozione.

Sebbene avessi pensato in più di un’occasione che il rapporto con i miei genitori non fosse esattamente quello di cui avevo bisogno, cominciai a metterlo seriamente in discussione quando seppi che avrei fatto l’Adult Attachment Interview.
- Non esiste proprio - mi dissi - che gli errori dei padri ricadranno sui figli, ed in particolare sui miei!-

Al corso di preparazione nell’indicare a grandi linee quali sarebbero stati i passi che avremmo percorso, psicologi e assistenti sociali sussurrarono a voce bassa che ci sarebbe stata anche l’intervista. La cosa mi colpì e mi misi alla caccia su internet. La prima cosa che scoprii è che il linguaggio medico scientifico se ne frega del cuore di una mamma, peggio ancora se aspirante. Appresi così che evidenze empiriche confermavano che il mio/ mia futuro/a figlio/a avrebbe avuto tanti di quei problemi affettivi, e forse anche psicopatologici, che sarebbe stato più ragionevole destinare i soldi dell’adozione ad un giro del mondo in ottanta giorni.
Il terrorismo psicologico era un’arma rispetto alla quale non avevo difese. Allora decisi di cambiare il mio punto di vista: avrei letto quegli articoli e quei test dal punto di vista della madre, non del bambino. In particolare poiché al centro della grande ricerca di Bolwby, l’inventore del test, ci sono le radici del legame affettivo tra madre e bambino, e i disturbi che insorgono dalla separazione e dalla perdita della figura materna, mi sarei dovuta mettere dalla parte dell’altra mamma.
Infine, e senza barare, mi sarei dovuta mettere anche dalla parte di mia madre.

…to be continued.

10 commenti:

Amicia ha detto...

molto interessante questo post.
Io sono mamma di due ragazzi quindi mi è molto facile dire che se una donna ha difficoltà ad aver figli o si adatta o cerca di adottarne uno. Terribilmente difficile mi è invece mettermi dalla parte di chi ha queste problematiche. Mi è quasi impossibile. Posso immaginare, ma immedesimarmi non credo di riuscirci. E' per questo che ammiro tutte le donne che si sottopongono ad analisi, terapie o che altro per diventare mamme e stimo quelle coppie che accettano di mettersi in discussione per l'adozione di bimbi che non sono loro ma che già amano prima ancora di conoscerli.
Tiziana

Maddalena ha detto...

Certo che le mamme di future mamme, quindi le nostre madri sono delle vere rompico.... ! Già è difficile provare ad essere madri, ma diventa terribile se abbiamo qualcuno che ci ossessiona.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Belle e coraggiose queste tue confessioni.Penso che adottare un bambino sia un gesto d'amore davvero grande forse più che fare un figlio naturale.
Io ho vissuto la prima parte della tua esperienza e so cosa si prova: analisi, prove, esperimenti illusioni e delusioni e spesso chi ti sta intorno (madri sorelle parenti) con le loro esternazioni ti avviliscono ancora di più.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
KatiaC ha detto...

Questa rubrica è sempre molto bella e toccante senza cadere nel patetico che è cosa assai rara quando si parla di mamme.
Ammiro molto chi si sottopone a tali e tante fatiche per avere dei figli. Io non ne sarei capace, lo ammetto.
Bisogna anche dire che trovo assai triste il giudizio morale che molti hanno delle donne che scelgono di non essere madri quasi fosse un delitto o indice di chissà quali turbe mentali.
Le donne devono essere libere anche di non voler diventare madri.

Maria Cristina Campagna ha detto...

Sai sempre emozionare con le tue parole. Non potevi che fare la mamma!!
Baci

Maddalena ha detto...

Mi sono dimenticata di dirti che la foto è deliziosa!

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Vi ringrazio per i complimenti, ma soprattutto sono molto contenta perchè sento che partecipate al tema. Sono d'accordo con tutte e mi piace pensare ceh la mia rubrica riguardi anche le donne che hanno scelto di non diventare madri - tra queste una mia amica carissima -, e le donne che hanno sclto di non dimenticare che essere madri non assorbe l'essere donne.
Un bacio a tutte mi dispiace di non esserci stata a Bologna, ma avevo almeno tre buoni motivi.
AnnaG

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Vi ringrazio per i complimenti, ma soprattutto sono molto contenta perchè sento che partecipate al tema. Sono d'accordo con tutte e mi piace pensare ceh la mia rubrica riguardi anche le donne che hanno scelto di non diventare madri - tra queste una mia amica carissima -, e le donne che hanno sclto di non dimenticare che essere madri non assorbe l'essere donne.
Un bacio a tutte mi dispiace di non esserci stata a Bologna, ma avevo almeno tre buoni motivi.
AnnaG

Anonimo ha detto...

Cara Anna Grazia
mi aggiungo anch'io ai tanti commenti che hai ricevuto condividendoli pienamente.
Credo che tu abbia fatto un gesto così grande che solo in pochi potrebbero fare.
La tua è stata sicuramente una scelta anche più coraggiosa del continuare in tentativi estenuanti e forse inutili.
Sei andata al sodo, volevi un figlio... e ora ne hai tre!!
Ti ammiro per la tua forza e determinazione.
Auguro Buona Pasqua a te e alla tua famiglia

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