LA LETTURA COME STIMOLO ALLA SCRITTURA
A cura di Lù Mancini
Accade sovente che la lettura di un libro stimoli in me emozioni profonde e tali che mi fanno nascere la voglia di scrivere qualcosa di analogo, mi è capitato con la lettura del libro “Basterà uno sguardo” di Rita Zaghi (ricordate ?la mia ultima intervista)
Mentre leggevo l’epopea familiare di Rita mi sono tornati in mente racconti antichi e lontani della mia famiglia: storie ascoltate davanti al camino nelle serate di inverno quando non avevamo ancora la televisione (sappiate che non ho l’età di matusalemme, però la tv in casa mia comparve quando avevo già più di sei anni)
Queste storie ho continuato ad ascoltarle anche in versioni diverse e da diversi punti di vista.
Prima mia nonna poi mia madre e di recente ho sentito anche la versione di mio padre.
Quando ripenso a quelle serate vengo sommersa dalla nostalgia di un tempo che non c’è più e soprattutto di ritmi più pacati fuori da questa frenesia tecnologica dalla quale a volte siamo sommersi e succubi
E così ho iniziato a scrivere un racconto (non so se diventerà un romanzo) ma l’ho cominciato a scrivere presa dalla voglia di raccontare quelle vite lontane di persone a me care che hanno creato l’impronta della mia personalità un po’ forte un pò fragile e sempre un po’ folle.
In me ci sono tutte le loro storie e non stanno sopite, anzi con il passare del tempo diventano addirittura più nitide come se fosse ieri e non trent’anni fa e più…
Ho seguito il consiglio di Rita, ho comprato dei quadernetti da portare con me per poter scrivere i miei pensieri, oppure prendere appunti su qualcosa che voglio scrivere: i miei pensieri disordinati girano nella mia mente come un vortice e quando finalmente alla fine delle mie intense giornate mi metto davanti al computer per scrivere, essi si sono già dissolti e guardo lo schermo con il vuoto in testa.
Con il mio quadernetto dietro non è più così, scrivo e prendo appunti tutte le volte che posso, poi ovviamente trascrivo sul computer, però i miei pensieri non si dissolvono .più restano lì sulla carta e si trasformano svolazzando dentro il mio computer.
A cura di Lù Mancini
Accade sovente che la lettura di un libro stimoli in me emozioni profonde e tali che mi fanno nascere la voglia di scrivere qualcosa di analogo, mi è capitato con la lettura del libro “Basterà uno sguardo” di Rita Zaghi (ricordate ?la mia ultima intervista)
Mentre leggevo l’epopea familiare di Rita mi sono tornati in mente racconti antichi e lontani della mia famiglia: storie ascoltate davanti al camino nelle serate di inverno quando non avevamo ancora la televisione (sappiate che non ho l’età di matusalemme, però la tv in casa mia comparve quando avevo già più di sei anni)
Queste storie ho continuato ad ascoltarle anche in versioni diverse e da diversi punti di vista.
Prima mia nonna poi mia madre e di recente ho sentito anche la versione di mio padre.
Quando ripenso a quelle serate vengo sommersa dalla nostalgia di un tempo che non c’è più e soprattutto di ritmi più pacati fuori da questa frenesia tecnologica dalla quale a volte siamo sommersi e succubi
E così ho iniziato a scrivere un racconto (non so se diventerà un romanzo) ma l’ho cominciato a scrivere presa dalla voglia di raccontare quelle vite lontane di persone a me care che hanno creato l’impronta della mia personalità un po’ forte un pò fragile e sempre un po’ folle.
In me ci sono tutte le loro storie e non stanno sopite, anzi con il passare del tempo diventano addirittura più nitide come se fosse ieri e non trent’anni fa e più…
Ho seguito il consiglio di Rita, ho comprato dei quadernetti da portare con me per poter scrivere i miei pensieri, oppure prendere appunti su qualcosa che voglio scrivere: i miei pensieri disordinati girano nella mia mente come un vortice e quando finalmente alla fine delle mie intense giornate mi metto davanti al computer per scrivere, essi si sono già dissolti e guardo lo schermo con il vuoto in testa.
Con il mio quadernetto dietro non è più così, scrivo e prendo appunti tutte le volte che posso, poi ovviamente trascrivo sul computer, però i miei pensieri non si dissolvono .più restano lì sulla carta e si trasformano svolazzando dentro il mio computer.
9 commenti:
Porta avanti il tuo progetto, dai ricordi e storie che abbiamo sentito nascono sempre ottimi racconti o romanzi, chissà perchè. Probabilmente ci si mette più cuore e anima!
Il consiglio del taccuino è buono, ma io non sono ancora riuscita a scriverci nulla, uso molto la testa e la memoria e spesso mi ritrovo sul pc senza scrivere niente.
Baci
cara Maria Cristina,
ti ringrazio per l'incoraggiamento, cercherò di portare a termine il mio progetto, se solo avessi più tempo passo intere giornate in ufficio e il tempo per scrivere è davvero poco, comunque ce la farò con la passione che ho per la scrittura.
Per il tacchuino è vero a volte serve a volte no, però è un modo per fissare i pensieri al volo che poi diventeranno qualcosa di più.
bacioni
ho scritto taccuino con l'H !! è un errore di battitura scusatemi.
Cara Lu'
il tuo è un ottimo consiglio... anch'io spesso ho un impulso irrefrenabile di scrivere e lo faccio anche su un pezzo di carta qualsiasi. La cosa più strana è rileggerlo dopo qualche tempo!!
Comunque sappi che non vedo l'ora di leggere il tuo primo libro... perciò BUON LAVORO!!
Bacioni
Ely
grazie Ely,sei carinissima
spero di farcela
Grazie per aver parlato del mio libro, scritto proprio per non dimenticare le storie della mia famiglia. Confesso che ho pianto, riso, e anche inventato là dove i tasselli delle vicende non combaciavano.
Per chi volesse il libro lo trova su IBIS o può ordinarlo nelle libreria Coop ( ne sono certa). Grazie. Rita Zaghi
ciao Rita,
non potevo non parlarne e ti auguro di cuore un gran successo.
un abbraccio lù
penso che un quaderno da portare con sè, sia sempre utile, a volte anche solo per la lista della spesa altre volte per quei pensieri che sfuggono nel momento stesso in cui affiorano, come sogni al risveglio.
Leggeteli mesi, anni dopo e soprirete sorprese inaspettate...
e chi può chi ci riesce trasformi poche righe in un lungo percorso tra le parole
grazie anonimo
il tuo pensiero è perfettamente calzante.
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