lunedì 12 novembre 2007

La Comune










Intervista a Monica Mazzitelli, il cuore pulsante del gruppo di lettura iQuindici
a cura di Naima



Sempre parlando di lettura collettiva, ho conosciuto Monica Mazzitelli, anima e cuore de iQuindici, che ci farà entrare in questo universo di lettori volontari di scritti inediti.


Ciao Moniq, da dove è nata la idea del progetto di lettura iQuindici e come si realizza?

L’idea è venuta al collettivo Wu Ming a seguito di una discussione nata intorno a un numero di Agosto 2002 di Giap: ci fu un’uscita poco felice sull’argomento manoscritti inediti, mi diede fastidio, lo scrissi, lo pubblicarono, e da lì la discussione si allargò parecchio, fino a racchiudere 15 giappisti particolarmente “facinorosi” che furono coagulati in un gruppo [l’idea era: avete voluto la bicicletta, pedalate!]. Un’esperienza magnifica, per quanto mi riguarda, che come quasi sempre succede alla cose improntate all’etica del dono finisce per ripagarti di ogni fatica con il quintuplo degli interessi. La fatica prosegue, i manoscritti sono più di quelli che riusciamo a smaltire, ma questo è buon segno: si vede che c’è fiducia nel nostro lavoro.

Cosa ti ha particolarmente colpito di tutte le letture che hai fatto in questi anni? Cosa ne esce, cosa c’è nel raccontare degli scrittori non ancora emersi?

La lettura di inediti per me è prima di tutto un piacere a volte più grande dei libri stampati. Facevo giusto il conto che in 5 anni di attività ho letto oltre 300 manoscritti tra racconti, romanzi e raccolte: una media un po’ sopra un manoscritto a settimana, e devo dirti infatti che mentre non ho difficoltà a lasciare un libro che non mi piace, non riesco a non finire un manoscritto in assegnazione. Un po’ è sicuramente il senso del dovere e il “patto” con l’autore di cui mi faccio carico in quanto quindicina, ma c’è anche una componente di curiosità e desiderio di svelare qualcosa che nessuno ha ancora apprezzato, a volte neanche letto. È una bella emozione, non mitigata dal fatto che al 95% quello che leggo non è di buon livello. Non importa, in effetti.
iQuindici sono soprattutto lettori e non talent scout, questa è solo la punta dell’iceberg che viene percepita dall’esterno. Nei rari casi in cui un manoscritto è talmente buono da meritare un tentativo di spinta editoriale, molto spesso intreccio un rapporto molto personale, di solito affettivo, con l’autrice o l’autore, ed è davvero bello, coinvolgente.

Tu credi che ci sia ancora spazio nel panorama letterario italiano, o che sia già tutto coperto dalle grandi case editrici? Credi che ci sia posto per una diffusione orizzontale della cultura, mediante il copyleft, anche fuori dalle grande rotte commerciali?

Beh, iQuindici non sono fuori dalle grandi rotte commerciali, anzi: noi vorremmo essere il più dentro possibile “infettando” con il copyleft tutta l’industria culturale. Se fai una cosa sempre con i soliti 4 gatti che la pensano come te è bello ma non sposta l’asse di un millimetro.
In ogni caso, gli editori devono fare i conti con situazioni sempre più difficili economicamente, che li porta a scelte commerciali non sempre all’altezza dell’industria culturale in quanto tale, ma devo dire che solo in un paio di casi un editore mi ha detto di non essere interessato a collaborare con noi a causa del vincolo sul copyleft. Gli altri si sono fatti convincere e credo che per alcuni di loro sia stata davvero una svolta, vedi l’esempio di Gaffi che non avrebbe mai portato Giulia Fazzi con Gallimard in Francia se il suo romanzo non fosse stato scaricabile in rete. Roba da baciare per terra, altro che mancate vendite! Del resto, questo fenomeno si applica bene anche alla musica e ai film: è inutile illudersi che chi legge un libro dal web stia evitandosi l’acquisto in libreria, più probabile che non abbia i soldi per comprarselo comunque, e allora tanto vale che lo legga a video. Tanto più che la gratuità del prestito in biblioteca sta scricchiolando in Europa, a causa di una scellerata legge europea contro la quale sto per realizzare un nuovo cortometraggio sulla falsa riga di “The Disney Trap”.
E comunque il discorso sul copyleft è parte di un ingranaggio molto più complesso: il film lo puoi vedere “gratis” in televisione, la musica la puoi ascoltare “gratis” alla radio, l’importante è che tu senta anche la pubblicità: mi pare un ingranaggio che conosce e si incastra molto bene su se stesso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Naima
bell'intervista. Dev'essere emozionante leggere inediti e "svelare qualcosa che nessuno ha ancora apprezzato, a volte neanche letto."
Leggere per lavoro, bello!
Posso fare due domande "tecniche": in genere qual è il tempo di attesa dopo aver spedito il manoscritto? E una volta individuato quel 5% buono cosa succede?

Naima ha detto...

attualmente il tempo di attesa è di circa un anno, ma molti che avevano inviato i manoscritti e vengono contattati prima dell'inizio della lettura comunicano di aver già pubblicato con piccole o grandi case editrici, quindi l'arretrato diminuisce da solo.. alcuni scritti vengono selezionati per la pubblicazione sulla rivista telematica Inciquid, poi (immagino) Moniq abbia contatti con case editrici.. di recente hanno pubblicato Pispisa con Einaudi e Giulia Fazzi è stata esportata in Francia per una pubblicazione con la mitica Gallimard, solo per citarne alcuni...

Naima ha detto...

può essere comunque piacevole ricevere un commento da parte di appassionati lettori!!

Anonimo ha detto...

Grazie per le informazioni...almeno la prenderò con calma. Ho appena inviato un giallo per adolescenti a qualche casa editrice. Dite quindi che devo aspettare all'incirca un anno per avere una risposta?
Vabbè tanto non mi corre dietro nessuno. Però se non me lo pubblicano che signore in giallo sono?? :)

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