martedì 23 ottobre 2007

TEA TIME



Lo zen nell'arte della scrittura di Ray Bradbury
a cura di Maria Luisa Pozzi

“Pensate a Shakespeare e a Melville e penserete al tuono, al fulmine, al vento.” Bello, vero? E’ nella pagina iniziale del testo di Bradbury, un libretto che, malgrado alcune pagine ingiallite, ha ancora molto da dire.
Consigli sulla scrittura. Su “cosa” scrivere. Scrivete, dice l’autore, di ciò che amate o odiate, “le grandi e piccole cose (…). Un tram, un paio di scarpe da tennis.” Questo il suo suggerimento, “Trovate un personaggio come voi, che vorrà qualcosa o non vorrà qualcosa con tutto il suo cuore. Dategli degli ordini conseguenti. Lasciatelo andare. Poi seguitelo più velocemente che potete. Il personaggio (..) vi porterà alla fine della storia. (..) Cercate piccoli amori, trovate e date forma alle vostre amarezze. (..)


Dice ancora, “ Da qualsiasi parte tu guardi nel cosmo letterario , i grandi sono occupati ad amare e odiare. La vita è corta, la miseria sicura, la mortalità certa. Ma per strada, (..) io voglio sculacciare qualche sedere, accarezzare la capigliatura di una bella ragazza, salutare un ragazzo che ondeggia su un caco.”
Le storie sono dentro di noi, ribadisce, “ Quando la gente chiede dove prendo le mie idee, mi viene da ridere. Com’è strano, siamo così occupati a guardare fuori, a trovare strade e mezzi, che dimentichiamo di guardare “dentro”.”
Sul “come” scrivere: insiste sull’importanza delle parole che stimolano i sensi; dice, “se vuoi convincere il tuo lettore che è “là”, devi attaccare tutti i suoi sensi (..) con colori, suoni, gusto e trame. Se il tuo lettore sente il sole sulla pelle, il vento che gli muove le maniche della camicia, metà della battaglia è vinta. Il più improbabile dei racconti può diventare probabile se il tuo lettore, attraverso i suoi sensi, sente con certezza di essere nel mezzo degli avvenimenti Non può rifiutare , allora, di partecipare. La logica degli avvenimenti dà sempre strada alla logica dei sensi.”
L’importanza delle letture, del cinema nel processo della scrittura. Agganciare ciò che si è letto o visto ai propri ricordi. Racconta di come trent’anni prima un giorno scrisse queste parole, “La stanza dei giochi” e poi cominciò a farsi domande: “dove? Nel passato. No Nel presente? Difficile. Nel futuro? Si.” Si mise a scrivere a tutta velocità associando parole e immagini intorno a quella stanza. Poi continua così, “Avevo conosciuto la stanza, adesso dovevo metterci dei personaggi.” Arrivano così George, sua moglie e i loro bambini e un ricordo: c’è qualcosa che non funziona nella camera dei giochi; i genitori vanno a controllare, “Li seguo, scrivendo come un matto, senza sapere cosa succederà.(…) Africa. Sole caldo. Avvoltoi. Carne morta. Leoni. (…) I leoni saltano fuori dalle pareti della stanza dei giochi e divorano George e sua moglie, mentre i loro bambini, maniaci della tv, siedono e sorseggiano il te.”
Interessante , vero, per chi voglia scrivere di fantascienza? Chissà se è questo il processo che ha condotto a “Fahrenheit 451”.
Ma basta così. Ho scritto fin troppo. Un suggerimento per voi che volete scrivere: ci sono tante altre idee in questo libretto. Vale ancora la pena di leggerle, le parole di questo vecchio, grande leone.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

mi ricorda l'analisi logica che si impara alle medie.semplice ma non banale

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

la logica degli avvenimenti...la logica dei sensi!
Mitico! Mi sa che è un libro da leggere. Grazie per avercelo fatto conoscere.

Anonimo ha detto...

Credo che anch'io andrò subito a cercarlo. Avvincente, davvero avvincente! Grazie M. Luisa
Ely

Maria Cristina Campagna ha detto...

Bellissimo. E' il genere che mi affascina e tu lo hai esposto semplicemente.
Lo leggerò.

Maria Luisa ha detto...

Ragazze, grazie a tutte. Cerco di presentarvi libri che possano avere un senso per noi che amiamo leggere e scrivere. Grazie, grazie a tutte
Maria Luisa

cicobyo ha detto...

Bellissimo suggerimento. Corro in libreria!

Maddalena ha detto...

Bel suggerimento, grz!

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