giovedì 18 ottobre 2007

RAMPA DI LANCIO


GIORNALISTI O SCRITTORI ?
A cura di LU’ MANCINI
Domenica 7 ottobre sono stata al Festival dell’Internazionale a Ferrara, un week end con i giornalisti di tutto il mondo. E’ stata per me una bellissima esperienza soprattutto per quello che ne ho tratto. Dopo due ore molto faticose e quasi interminabili di fila in attesa di poter accedere alla sala del Cinema Apollo di Ferrara dove si sarebbe tenuto l’incontro con Roberto Saviano autore di Gomorra, finalmente accediamo alla sala e immediatamente mi rendo conto che Saviano le due ore di fila le valeva tutte! Il titolo era “Informazione il futuro del giornalismo” – Roberto Saviano a colloquio con lo scrittore e giornalista statunitense William Langewiesche. Entrambi hanno parlato brillantemente e sono stati per me molto interessanti.
In tutti i discorsi di Saviano, tuttavia, un concetto mi ha colpito in modo particolare: l’abitudine corrente di credere che ci sia uno spartitraffico tra scrittori e giornalisti:
Gli scrittori sono quelli che scrivono romanzi e cose “leggere”.
I giornalisti sono quelli seri che parlano dei “fatti”, che rischiano in prima persona
E’ davvero così ? Io concordo con Saviano: non credo sia del tutto così.
A volte la differenziazione c’è ed è necessaria, ma lo scrittore può puntare allo stesso obiettivo di un giornalista e fare denuncia, raccontare la realtà , magari a suo modo e magari proprio per questo suo modo di raccontare la realtà può raggiungere capillarmente moltissime persone, anche quelle che seguono meno i giornali e le notizie, quelle persone che, come me, hanno sempre fatto fatica a leggere i libri di storia, ma hanno divorato nel tempo romanzi di ogni genere e da questi talvolta ne hanno tratto forza, determinazione e insegnamento. Uno scrittore può avere una forza devastante in questo e realizzare forse molto di più di quello che un giornalista raggiunge con un suo articolo.
Saviano ha parlato di camorra e per questo è costretto a vivere sotto scorta, forse con il suo libro ha toccato delle corde talmente profonde che ha creato un enorme “fastidio”, perché ha portato un’attenzione e una diffusione tale sul problema molto più di un articolo di giornale che a volte evitiamo di leggere quasi infastiditi da troppo sangue e al quale, ormai, non facciamo più caso. La sua forza è questa, certo non è da tutti, non tutti gli scrittori sono Saviano, ma è in questo che si può fare la differenza.
Con questo non voglio sminuire assolutamente la figura dei giornalisti, né assolutamente voleva farlo Saviano, penso solo che non ci sia una divisione realmente delineata tra giornalista e scrittore, anzi spesso le figure si fondono in una sola: quanti giornalisti diventano anche scrittori. Se questo accade è possibile che sia perché la loro urgenza di raccontare “qualcosa” non si esaurisce in un articolo di giornale, ma si ha voglia di approfondire l’argomento scegliendo un modo diverso di raccontarlo.







8 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo Lu'. Hai toccato un argomento di grande attualità: la comunicazione.
Io condividuo la tua opinione ma aggiungo che, secondo me, sia il giornalista e sia lo scrittore possono svolgere la stessa funzione e cioè quella di raccontare un fatto. E quindi raccontare un fatto così com'è, insomma senza doverci fare per forza un romanzo attorno, ma con una differenza: il come.
Lo stereotipo del giornalista è quello che racconta ciò che vede, diciamo è una sorta di tecnico del raccontare. Lo scrittore ci mette l'animo perchè è un artista del raccontare.
Quindi scrittori e giornalisti possono fare svolgere la stessa funzione del raccontare se uniscono questi due aspetti caratteristici: raccontare con passione.
Io la vedo così!
Um bacione
Ely

Giulia Lu Mancini ha detto...

Brava Ely, hai colto e reso molto bene la differenza e l'affinità tra le due figure.

Anonimo ha detto...

Grazie a te Lu' e brava a te che hai ben "comunicato" nel tuo articolo!!

IleniaF ha detto...

Ciao Lù,
bel post. Hai scelto proprio un bell'argomento, parlare di Saviano e di quello che lui ha deciso di fare con il suo libro e con i suoi articoli è bene ricordarlo e soprattutto non farlo mai dimenticare.
Denunciare i fatti di camorra, mafia, 'ndragheta non è facile e ci vuole molto coraggio.
E noi non dovremmo mai dimenticare.
Purtroppo gli articoli di giornale su tali argomenti, come anche i servizi televisivi, vengono ben presto posti nel dimenticatoio, invece sarebbe giusto che rimanessero sempre nella nostra coscienza, nella nostra memoria.
Brava Lù!

Giulia Lu Mancini ha detto...

grazie Ilenia,
la nostra domenica a Ferrara oltre ad essere un momento piacevole di incontro per noi ha lasciato un segno tangibile e ne ho voluto parlare.Mi fa davvero piacere il vostro apprezzamento.

Naima ha detto...

ciao Lù, io sto leggendo La casta, altro fenomeno editoriale scritto dai giornalisti Rizzo e Stella. In effetti vi è una grande differenza nel linguaggio rispetto ad un romanzo, ma sono i temi stessi trattati, questa è informazione, c'è poco da ricamarci con le parole..

Giulia Lu Mancini ha detto...

si cara Naima,
è davvero informazione. Anch'io ho iniziato a leggere Gomorra (dopo aver visto e scritto di Saviano dovevo assolutamente farlo!!) ed è uno stile diverso dal solito romanzo, uno stile giornalistico.
ciao

^Ranocchietta^ ha detto...

Anch'io ho letto mezza Gomorra e mi hai fatto venire voglia di finirlo....Ma ti rendi conto che questo Saviano ha la mia età ed è già un mito con la scorta? Quando vedo gente così, mi viene voglia di buttarmi sotto un treno...che inutile produzione di "ciodue" la mia vita...

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