giovedì 12 aprile 2007

Tutti vogliono essere noi

Ho riflettuto. Tanto. Ho smontato e rimontato il mio archivio Ikea di icone cinematografiche, e non mi è avanzata nemmeno una vite.
Sono arrivato a questa conclusione: non esistono più le icone di una volta. La Star è nata all’interno di un sistema ben oliato che splendeva nei decenni in cui l’unica luce dei sogni proveniva da un proiettore rumoroso. Fuori da quel fascio multicolore c’erano brutture postbelliche e desiderio di ripresa. Ma oggi? La guerra convive con la fiction e spesso le due cose si mescolano, sullo schermo e fuori. Oggi, alle Dive in carne e pellicola, si sostituiscono modelli cinematografici, caratteri e stili che diventano Icone.
Cominciamo la rassegna di questi Personaggi Chiave, specchi della contemporaneità, con Miranda Priestley. Sì, proprio la Donna Drago de “Il Diavolo Veste Prada” superbamente interpretata da Maryl Streep.
Miranda è il cattivo affascinante che buca lo schermo, che amiamo anche se non dovremmo. La direttrice di Runway/Vogue scalpita, insulta, snobba, schiavizza e pugnala amici e parenti. Eppure tutti vogliono essere lei. Perchè?
La risposta è semplice: non è un vero cattivo, non è uno stereotipo, è una donna di oggi, che è arrivata in alto e riesce a comandare alla pari di un super-mega-iper-dirigente senza imitarne le nevrosi maschiliste, sostituendo i completi inamidati, con pellicce, abiti e gioielli griffatissimi.
Del resto, a detta degli stessi realizzatori della pellicola, era impossibile restituire la Miranda Priestley repellente del romanzo, quando sullo schermo imperava il magnetismo di Maryl Streep. Tanto più che la stessa attrice ha espressamente richiesto scene in cui il suo personaggio fosse “all’opera”, nelle quali venisse mostrata la competenza e la professionalità di Miranda; in poche parole, il potere meritato.
Negli anni ottanta e novanta, ci sono stati gli squali dell’alta finanza, uomini spietati, tiranni aziendali. Nel nuovo millennio, spazio alle donne che comandano con stile.
È tutto.

5 commenti:

Giulia Lu Mancini ha detto...

Personaggio terribile quello di Miranda Priestley: la cosa sconvolgente è che esistono (io ne conosco !!) delle donne così.
Trovo che Maryl Streep sia strepitosa, anche per questo penso che questa attrice si avvicini molto all'idea di DIVA o al limite di ICONA, è un'attrice che ha fatto delle interpretazioni di cattive (ma anche altre) davvero fantastiche (Ve la ricordate ne "La morte ti fa bella" ?
Però per quanto riguarda il personaggio di Miranda tu dici che "è una donna di oggi, che è arrivata in alto e riesce a comandare alla pari di un super-mega-iper-dirigente senza imitarne le nevrosi maschiliste ecc." ritengo però che le nevrosi maschiliste sono state degnamente sostituite dalle nevrosi femminili, purtroppo quando arrivano al potere le donne diventano ben peggio degli uomini, non credo che sia un bene, e vi assicuro conosco alcune donne di potere che farebbero impallidire Miranda!!

cicobyo ha detto...

In questo sono un po' femminista. C'è una frase nel film che pronuncia la ragazza, Andrea e dice "E' vero, ci sono delle cose di Miranda che non condivido, però se Miranda fosse un uomo nessuno direbbe che è un mostro, direbbero semplicemente che è brava nel suo lavoro".
La prima cosa che si dice di un capo puntiglioso femmina è che è acida e che è insoddisfatta sessualmente per cui si rifà trattando male i dipendenti. E' uno stereotipo per di più offensivo.
Spiega tutto la frase finale di Miranda "Se vuoi fare questo lavoro certe scelte sono necessarie" e ancora , lo dice Nigel "Allora vattene".
Non c'è da dire molto, se un capo non ti sta bene, cambia lavoro, se non puoi dai il massimo. L'importante è che il capo faccia bene il suo lavoro, allora vuol dire che il modo in cui lo fa è quello giusto, e non si può dire che Miranda non faccia bene il suo lavoro!

Giulia Lu Mancini ha detto...

Forse hai ragione, Miranda fa bene il suo lavoro, nel senso che raggiunge gli obiettivi e gli standard di mercato e sicuramente il mondo in cui ha dovuto affermarsi è una giungla e per arrivare in cima devi avere un grosso pelo sullo stomaco. Tuttavia una volta in cima il mantenimento del potere non è garantito dal fatto che tratti la gente come merda (questo vale per le donne come per gli uomini) Ti cito un libro che ho letto tempo fa di uno psicologo del lavoro americano David Goleman “lavorare con intelligenza emotiva” egli riporta dei casi reali di successi nel lavoro in posizioni organizzative molto elevate dove l’affermazione e il consolidamento di certe posizioni ha ottenuto maggiori e più positivi risultati(a livello organizzativo e di produttività nel lavoro) laddove chi era in una posizione di potere dimostrava di avere consapevolezza, padronanza di sé, motivazione, empatia e abilità sociali ciò si definisce” intelligenza emotiva” ed è ciò caratterizza un vero leader, uomo o donna che sia. Nell’esercizio del potere a volte è più importante l’empatia e la condivisione degli obiettivi da parte dei propri collaboratori, piuttosto che l’esercizio autoritario e rigido del potere .
Quando i collaboratori sul lavoro ti seguono perché condividono gli obiettivi del capo e non solo perché sono stati imposti si raggiungono dei traguardi ben più elevati, questa è la mia esperienza lavorativa degli ultimi vent’anni, ed è quello che mi fa restare al mio posto., anche se non condivido molte cose del capo, o dell’organizzazione o dell’esercizio sterile e rigido del potere, io lavoro dando il meglio. Ci riesco ? non lo so: però i miei collaboratori mi dicono di sì e sembra apprezzino il mio modo di essere.Del resto nel lavoro come nella vita non esiste solo il bianco o il nero, esistono le sfumature, non esiste il capo o il lavoro perfetto, esiste ciò che per te è meglio in un dato momento o in una determinata situazione, cosa che un domani può anche cambiare. E’ importante però mantenere sempre il rispetto per se stessi e non farsi calpestare da nessuno uomo o donna che sia.

Anonimo ha detto...

Eleonor Roosvelt,una volta ha detto che nessuno può farti sentire inferiore senza il tuo consenso.
Antonella

Anonimo ha detto...

Che bello leggere il vostro confronto.
Ammetto di non aver nè letto il libro e nè visto il film ma mi avete incuriosito lo stesso.
Toccare un argomento per poi sviscerarlo su più fronti è molto istruttivo.
Complimenti!
Ely

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