lunedì 24 gennaio 2011

Lugano sola andata

di Elena Banfi

Un paese incantato












Nell’immaginario del turista italiano la Svizzera si riduce a pochi stereotipi: le località sciistiche alpine, amate dagli sportivi che spesso le frequentano anche d’estate, Gstaadt, S.Moritz o altri centri dell’Engadina, Lugano celebre per il suo lago, meta di un turismo mordi e fuggi proveniente soprattutto dalle regioni di confine e infine Ginevra o Zurigo, uniche città elvetiche a vocazione internazionale. La capitale, Berna, é pressoché conosciuta e lo stesso accade per il territorio che la circonda. Eppure a pochi chilometri da Berna (il cui centro storico è stato dichiarato “Patrimonio mondiale dell’umanità” dall’Unesco ) si estende la regione dei laghi, il Seeland, una delle aree paesaggisticamente più belle ed autentiche del paese.




Di tradizione bilingue (tedesco/ francese), il Pays de trois Lacs o Drei Seen Land è situato nella zona compresa fra il lago di Bienne quello di Morat e di quello di Neuchâtel, nella Svizzera nord occidentale. Ma i laghi, adagiati fra dolci colline, non ne costituiscono l’unica attrattiva. Le Alpi sono lontane, benché nelle giornate serene si staglino sullo sfondo maestose ed imponenti e il paesaggio, preservato grazie ad una collettiva opera di tutela, appare sostanzialmente intatto, scevro da qualsiasi scempio edilizio.
Fuori dai soliti itinerari e ancora legata all’agricoltura che l’ha modellata, questa Svizzera “di nicchia” è una terra ricca di sorprese: dai panorami straordinari all’architettura, che si contraddistingue per le tipiche case contadine dai lignei tetti trapezoidali o per le belle dimore borghesi coi loro davanzali fioriti e le imposte dai colori vivaci.
È un territorio affascinante, punteggiato da decine di villaggi antichi, un susseguirsi di torri, castelli, e chiese dai campanili aguzzi, sui quali svetta un gallo simbolo della Riforma che in questi luoghi ha trovato terreno fertile. Aarberg, con il suo ponte di legno che ha più di 400 anni e la magnifica piazza, Erlach dominata da un fiabesco castello, il borgo fortificato di Le Landeron o la città medievale di Morat sono solo alcuni di questi.
E se è piacevole scoprire queste cittadine una ad una nelle calde giornate estive, ammirandole in lontananza dai pendii circondati da un mare di verde, è sorprendente ritrovarle d’inverno, a dicembre quando la neve ammanta i boschi e i prati, nel silenzio interrotto solo dal volo di un falco.
O forse è proprio in inverno che questi luoghi acquistano un fascino ai nostri occhi tutto speciale, facendoci ritornare un po’ bambini e immergendoci in un’atmosfera di fiaba. Soprattutto la sera, che in questa stagione scende presto, quando i villaggi si accendono per ricordare il Natale che arriva e assumono un aspetto quasi magico. E allora ci parrà d’essere fuori dal tempo, in un luogo irreale, forse in un paese incantato.




4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sembra di sentire una grande nostalgia per luoghi a misura d'uomo, più vivibili,più accettabili, ma non isolati dal resto del mondo

Anonimo ha detto...

Mi sembra di sentire una grande nostalgia per luoghi a misura d'uomo, più vivibili,più accettabili, ma non isolati dal resto del mondo

Elena ha detto...

Forse... Ci rifletterò sopra:-)

Anonimo ha detto...

Credo che se si guarda con occhio così attento, se si presta attenzione alle atmosfere di un ambiente, prestando attenzione con tutto se stessi a ciò che ci circonda, significa che c'è una corrispondenza di "amorosi sensi" sia pure in modo soft.

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