martedì 21 settembre 2010

Porte girevoli

di Alessandro Gallo

L’ egemonia sottoculturale
(Un libro di: Massimiliano Panarari)


“Una volta il nazionalpopolare era una categoria gramsciana, i giornali e la televisione pubblica erano pieni di scrittori e intellettuali, la sinistra (si dice) dominava la produzione culturale. Oggi nazionalpopolari sono i reality show pieni di volgarità, la televisione (pubblica o privata) è quella che è, e la sinistra pure.”

Queste parole riassumono il contenuto del nuovo libro di Massimiliano Panarari dal titolo “L’egemonia sottoculturale” Einaudi editore un viaggio attraverso il cambiamento culturale dello Stato italiano partendo dall’Italia gramsciana arrivando all’Italia “gossippiana” dei nostri giorni.
Il confronto fra le due epoche fa notare una grande differenza, sia di pensiero che di abitudini, di comunicazione che politica. Panarari lascia intendere un forte degrado della società odierna abbindolata dalla televisione, non più come quella di una volta intelligente e piena di scrittori, intellettuali,… ma una tv dove dominano il gossip, le veline, il grande fratello.
“Passare da un’Italia di Pasolini, Calvino e di Moravia a quella di Amici di Maria de Filippi, Striscia la notizia e di Alfonso Signorini” sembra alquanto strano. Ma come siamo riusciti ad arrivare così in basso?.
Ognuno pensa a finanziare le proprie imprese, imperversa l’egoismo di massa e la superficialità del pensiero, guardando certi programmi ritengo che si contribuisca alla disfatta di questo paese. Eppure certi conduttori tentano di tirare su il livello culturale televisivo, “Annozero” per esempio è una trasmissione che ha uno sguardo preciso sulla relatà. Ci si potrebeb chiedere: chi li segue? Quattro vecchi seduti sul divano? No, al contrario, l’Italia intera. Quella stessa Italia, che il giorno dopo, si ritrova sintonizzata su “Amici” di Maria de Filippi.
Siamo di fronte, quindi, ad una assurda ambiguità del comportamento che influisce nel pensiero politico che culturale delle masse. Pone di fronte a noi un presente in cui i giovani vivono da indecisi, sia perché la vecchia guardia li taglia fuori dalle faccende politiche sia perché alcuni di loro, senza alcun timone, non riescono a capire che strada prendere. Tutto questo fa sì che l’Italia si nutra ancora e purtroppo di una mentalità vecchia, arretrata e vulnerabile. Bisogna abbattere quest’ambiguità anche per favorire un’espansione maggiore alla cultura, orfana di grandi iniziative.
Queste sono alcune mie riflessioni scaturite dalla lettura di questo libro. Un testo che ci apre gli occhi su come abbiamo fatto a regredire in questo modo, così istantaneo, così inaspettato. Vi auguro una buona lettura.

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