Rampa di lancio

a cura di Lù Mancini

Lei che amava i fiori e le pazzie
Una piccola storia di rinascita. Elisa ha apparentemente una vita senza ombre perfettamente organizzata tra lavoro e famiglia, uscite con amici e interessanti vacanze in posti più o meno esotici. Sembra che tutto vada per il meglio ma sente che niente è davvero come vorrebbe, sente un peso sul cuore tutte le volte che guarda la sua vita con occhi più critici. Le parole di una canzone le girano in testa “questo amore che non è grande come vorrei” lei lo sa, sente che non è felice perché sta cercando qualcosa di più di una perfetta vita organizzata.
Però è complesso buttare tutto all’aria, fare le valigie e andare via. Forse è più facile fare finta di niente e continuare così, vivendo nel limbo di un’esistenza apparentemente perfetta.
Ma un giorno è suo marito a decidere la fine del loro matrimonio e lei si ritrova sola, si guarda indietro e tutto quel tempo le sembra perduto, ha vissuto quegli anni senza essere felice solo per tenere in piedi qualcosa che probabilmente non desiderava realmente.
Cade in una profonda depressione e trascina i proprio giorni cercando di sopravvivere al vuoto che sente sempre più profondo dentro di se. Qualcuno le suggerisce di dedicarsi a un’attività che l’appassiona per uscire da questo brutto momento e lei decide di scrivere un diario.
Scrive tutto ciò che le passa per la testa , dai ricordi ai pensieri, scrive dei dolori soprattutto. Quei dolori chiusi a riccio nel suo cuore e mai chiariti neanche con se stessa. A poco a poco il peso si alleggerisce, il cuore fa meno male, le ansie si placano.
Attraverso la scrittura Elisa trova l’antidoto alla forza distruttiva del suo male di vivere. E’ la sua rinascita: ha ancora tanta vita davanti e tanta voglia di provare finalmente a vivere pienamente senza schemi preordinati, con tutta la leggerezza possibile, in fondo lei ha sempre amato i fiori e le pazzie e l’aveva dimenticato per tutti quegli anni.