venerdì 30 aprile 2010

di Tamara Nocco

La rivincita del rosso
Sogno vestiti da sempre, da quando mi ricordo di sognare. Abiti come pelli nuove, come fregi, abiti da principessa o da vampira, abiti fatti apposta per me oppure abiti scelti nel mucchio degli abiti meravigliosi. Vengo da una famiglia intellettuale di sinistra, quando la sinistra era davvero intellettuale, e quando intellettuale era uguale a "senza una lira". Collezionavo immagini di vestiti e al posto delle bambole scolpivo mannequin nelle saponette. Non potevo comprarmi tutti i vestiti che avrei voluto e per me era una tragedia, nonostante mio padre fosse un tipo elegante e bizzarro, non avevo il coraggio di chiedergli lo stipendio intero da spendere in vestiti, nemmeno se fossero stati rossi. Nella Puglia degli anni '70/'80, da dove provengo, il vestito è sempre stato uno status, ma non era quello che mi faceva soffrire, io piangevo le notti per l'impossibilità di possedere quello che vedevo nelle vetrine, piangevo per la mancanza ma anche per il senso di colpa nel non desiderare libri con la stessa intensità (i figli degli intellettuali mi capiscono). Ho smesso di sognare a 40 anni, dopo una vita libera e meravigliosa ma comunque senza i vestiti che avrei voluto. Ho smesso di sognare perchè ho iniziato ad occuparmi di loro, vendendoli, scrivendone e, soprattutto, andando in giro a cercarli. Adesso passo la mia vita guardano, toccando e possedendo vestiti, cercandoli dovunque, cercando la creatività di chi li ama come me anche nei posti più strani. E adoro vedere negli occhi degli altri la stessa emozione che ho sempre provato io, adesso sono in un gruppo! La rivincita è arrivata, in negozio ho un sacco di vestiti rossi e il rosso è il colore che più mi rappresenta, una specie di rivincita con compromesso tra la mia frivola natura che si manifesta nel bisogno di essere abbigliata e il retaggio dell'intelletto... Scriverò di Shopping e questo è il mio primo articolo, preso un po' alla lontana per la voglia di raccontare di me. Il rosso, questo mese è l'abito di Charles Anastase, l'enfant prodige della moda parigina, ormai non più enfant ma sempre molto prodige. Questo abito è l'icona della rinascita e della rivincità, come un il peplo di un'amazzone, si riconosce da lontano.Il rosso unito al melanzana della sottogonna e al tortora delle spallini, niente di più chic.L'ultimo esemplare è qui da me, in negozio, in mostra in vetrina, in attesa di un'amazzone che lo porti in giro.

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