sabato 17 aprile 2010

Archi d'Arte




di Margherita Matera

Il condominio


È metà aprile, tra un po’ mi ritornerà la frenesia di cambiamento dovuta al solito maggio. Per ora vivo la preparazione alla consueta irrequietezza. Sto leggendo un libro: “Il Condominio” di Ballard, è una lettura che consiglio a chi pensa che la propria vita sia troppo piccola, stretta, come un condominio di decine di piani, ma è comunque interessato ad essa, è comunque incuriosito. Io sono un po’ così, in più c’è la beffa di dover progettare degli spazi per altre persone, che mi porta a riflettere. La mia esistenza vede un balcone principale dal quale mi affaccio, ultimamente poco. Ultimamente me ne sono stata in casa, in una dimensione privata. Poi ho aperto o mi si è aperta una finestra, per il troppo vento, e si è portato il caldo interno. Ma andiamo incontro al caldo. Nel mio condominio ci sono ascensori di umori, sento salire o scendere emozioni. Incontro gente nei vani scala dei condomini delle esistenze, con alcuni mi fermo per un caffè al bar di un piano qualunque, altri volti li vedo passare velocemente e mi dico che probabilmente abitino in altre vite, di altri quartieri, che dalla mia non riesco a vedere.
Sono due sere che quando torno a casa mi fermo sul terrazzino, penso al cielo che ha altri colori grazie alla primavera (ecco potevo scrivere un pezzo sulla rinascita dei colori), sento di abitare la mia vita, all’interno del mio condominio esistenziale che è troppo piccolo, troppo ridotto per vivere una vita intera. Poi però se manco un attimino, se mi assento, ho bisogno di ritornarci dentro, perché, per quanto i contenitori informi dell’abitare moderno siano da denigrare per i più altezzosi, in realtà hanno in sé il senso ultimo del vivere: l’abitare solo se stessi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,
sempre interessanti i tuoi pezzi.
linda ( Pittura & Illustrazione )

maggie ha detto...

Grazie mille :-)

Anonimo ha detto...

Foto cambiata, ti piace?

PFG

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