sabato 23 gennaio 2010

Di mamma (non) ce n'è una sola


Lo stato di choc è stato temporaneamente rimandato
a cura di Anna Grazia Giannuzzi


Nonostante i propositi trionfanti, (vedi post di inizio anno), sono stata in bilico per l’intero anno 2009, tra l’essere triste e felice. Non ho mai scelto. I giorni sono finiti e le cose sono accadute comunque. Niente e nessuno è rimasto lì ad aspettare che io mi decidessi. Ho passato tutto l’anno così, senza sapere se dovevo essere triste o felice. Credo che sia stato un comportamento stupido, detto fra noi. Forse non è stata solo colpa mia. È come se fossi stata sempre nella parte di sotto della clessidra, quella che viene girata quando il tempo è finito.
Così. Raggiunta una certezza, la situazione cambiava. Radicalmente, repentinamente, al punto da non consentire più nemmeno il concetto di certezza. Conquistata una meta, all’improvviso perdeva ogni valore. Non c’era il tempo di gioire, appena quello di capire che cosa accadeva intorno a me. Forse nemmeno il tempo di essere triste sul serio. All’inizio pensavo che bastasse essere elastici, più elastici, aperti, più aperti e giovani dentro.
Non ho mai pensato tante cazzate tutte insieme come quest’anno passato.
Non ho mai perso così tanto come quest’anno e proprio nei momenti in cui pensavo di aver acquistato molto. Qualcosa ho anche guadagnato. Amici che si sono allontanati apparentemente senza un motivo ed altri che mi si sono stretti intorno quando meno me lo aspettavo.
In un momento, quello che prima era giusto e sacrosanto, mi è diventato indifferente ed ho cominciato ad inseguire idee e sentimenti che non mi ero mai accorta di avere.
Nel lasciarsi andare insieme alla sabbia del tempo minuto a volte c’è persino serenità.
O forse rassegnazione? Altre volte rabbia. Inutile opporsi, sulla sabbia tutto scorre; non ho mai incontrato geni della lampada, e boh ero semplicemente diversa.
Quindi non so di preciso cosa farò nel 2010.
L’oroscopo dice che quest’anno devo solo preoccuparmi di cantare la mia canzone, ma è quello di Rob Breszny, insomma, uno scherzo.
Per il momento aspetto il 26 gennaio (o forse l'11 febbraio) su La7, il nuovo - fieramente contestato e fieramente difeso – docu/reality (ma che parola orribile!?!?!?!)sull’adozione internazionale. Sento che mi schiererò. Per il momento no comment.
Sono perplessa. Forse sarà l’anno della perplessità.
Vabbè, nel frattempo magari canto.
Canticchio.
Sottovoce.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ma si canta che ti passa...e io posso unirmi al tuo canto e cantare sottovoce assieme a te?

un abbraccio
Monica P.

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