domenica 6 dicembre 2009

OFF#LIMITS


Cartoline dal mondo.
A cura di Diomira Pizzamiglio

Durante uno dei miei soggiorni in Toscana ho conosciuto un uomo molto interessante, un commesso viaggiatore. Talvolta la sera si sedeva fuori, sotto il portico a prendere il fresco, e con la sua birra tedesca in mano raccontava dei suoi viaggi.
Era bello sedersi accanto a lui ed ascoltarlo raccontare di quei luoghi lontani. Le sue storie, le sue parole non avevano il colore delle solite immagini note delle riviste con paesaggi mozzafiato e spiagge paradisiache, era per lo più un viaggio fra la gente.
Ascoltandolo avevo la sensazione di poter camminare accanto ad un cinese, ad un russo e scoprire quante cose avevamo in comune, quanti modi di fare, persino di parlare me li faceva sentire meno distanti.
Su face book ha un gruppo dove posta regolarmente ogni mese i suoi appunti di viaggio:
http://www.facebook.com/inbox/readmessage.php?t=1284307068692#/inbox/?folder=[fb]messages&page=1&tid=1126368013095
D.: Caro commesso viaggiatore,
nei tuoi viaggi, nei luoghi che hai visitato e lavorato la diversità ha un colore, un suono, un profumo?

CV.: Si, certamente. Nel bene e nel male.
Non ho mai viaggiato con particolare attenzione a questi aspetti ma ho la sensazione che la civiltà di un paese si misuri anche attraverso l'attenzione data alla diversità. Da questo punto di vista gli Stati Uniti d'America sono molto più avanti rispetto agli italiani o ai greci per esempio.
Viaggiando ti immergi in culture diverse dove la diversità non sollecita necessariamente solidarietà e devi far fronte ai loro valori, spesso basate su concetti religiosi e superstizioni.

D.: E allora possiamo parlare di colore perché a questo punto salta all'occhio, come una macchia e la superstizione ha il sopravvento.
Hai una cartolina per me?

CV.:La diversità ha sempre un colore. Troppo spesso però fa rima con grigio purtroppo. Arcobaleni che andrebbero spolverati con qualche sorriso e disinvoltura, senza paura di dire qualcosa di sbagliato.
Se ho una cartolina per te? Sono così piccole le cartoline e così "scorrette", quando l'eccesso di zelo spesso ci impedisce di essere normali nel rapporto con la diversità. Vogliamo far bene e non pestare piedi e sentimenti, e invece di agire con naturalezza ci imponiamo un finto codice da galateo. Credo che non sia poi così gradito da chi la diversità la deve e la vuole vivere con più disinvoltura possibile.

D.: Bravo il mio commesso viaggiatore, rispolveriamo l'arcobaleno! Regalami un'immagine disinvolta, raccolta a NYC, a Bali, Bangkok ... o fuori dalla porta di casa tua.

CV.: L'immagine che vedo più spesso purtroppo é quella della gente "normale" spazientita all'imbarco perché deve aspettare qualche minuto in più perché prima si aiuta a salire chi ha bisogno di assistenza. (Come se il aereo partisse senza di loro, o in ritardo!). Ad Aspen nell'aeroporto mi è capitato accompagnare a bordo un non-vedente perché chi doveva assisterlo al momento dell’imbarco non si trovava più.
Sono rimasto disarmato dalla fiducia accordatami “alla cieca", per così dire. E' vero, il signore era a disagio e aveva bisogno di aiuto, ma mi ha stupito la sua serenità. Sembrava di sapere che poteva fidarsi di me.

D.: Grazie per la tua splendida cartolina, non vedo l’ora di leggerne altre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Conosco il commesso viaggiatore, come gigante gentile e fratello di sangue nella terra degli uomini veri, guerriero senza patria e senza frontiere.
Dove lo portano le sue ali, lascia un sorriso e un abbraccio, un messaggio di infinita fraternità.
Il mondo sarebbe migliore se abitato da persone come lui .
Il falconiere

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Grazie Falconiere, anche se sono assai poche le persone come il nostro commesso viaggiatore è bello sapere che ci sono e che potresti incontrarle in uno dei nostri viaggi.
Così cime è bello sapere che c'è un Falconiere che ci segue...
Diomira.

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