lunedì 2 novembre 2009

Archi.D.Arte

Tu non sai
a cura di Margherita Matera


Foto di Guido Harari

Tu non sai: ci sono betulle che di notte
levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi camminano
o diventano sogni


Il motivo per cui ho scelto di tenere questa rubrica è per fingere di parlare di architettura.
Non sono capace di scrivere liriche e poesie, ma mi piace pensare di poter visitare dei luoghi sulla scia di alcuni versi. Analizzando il mio limite mi sono ritagliata uno spazio di poetica dell’architettura, come la vedo io.
Tuttavia, oggi, non mi sento di farvi fare un giro virtuale attraverso la costruzione di qualche mio sentimento, perché oggi manca Chi meravigliosamente di versi ne ha regalati, lasciando che ognuno di noi potesse esplorare una parte del Suo Animo, così femminile, così impreziosito di parole.
Uscita da un ritratto di Lautrec, Donna carica di Se Stessa, ricca di aspetto disegnato in versi: Alda Merini.
Leggo spesso una Sua poesia e alla fine mi ritrovo a sorridere perché le immagini descritte riesco a vederle anch’io e mi sento meno sola. I versi di apertura rispecchiano qualche mio disegno, questo modo di vedere gli alberi come uomini. Come io stessa provo.
L’incapacità: la mia, di rendere le fantasie, così meravigliosamente svelate.
L’Amore: della Merini, capace di lasciar scrivere i Suoi occhi e raccontare, come un Segreto, quello che Tu non sai.
Quei versi vanno letti a voce bassa, come per recitarli ad un bambino. Altri a voce alta, come proclami.
Ed è incantevole pensare che entrambe le voci appartengano ad una stessa persona. Che quella stessa Donna sia un’urlatrice di sentimenti ed una muta di emozioni. Una Pazza cosciente ed una Sana visionaria.
La sensibilità nell’osservare l’esterno e la dote di saper raccontare e raccontarsi spesso spetta a chi non la vive come un lusso, ma come normalità. È lì, è lì che risiede il genio. È lì che una Donna riesce a parlare senza filtri del proprio sentire. Di come vede il circostante seduta ad una sedia, di quanto ha aspettato la vita.
Quel mondo sublime che la Merini descrive è più bello di quello vissuto, perché sceglie in se stessa le parole, all’interno di una Donna dalle unghie laccate di rosso, Autoironica, Malinconica, Divertente, Nolstalgica, Innamorata. Una Donna Poetica.
Alla luce di una mancanza così carica, di una femminilità dirompente, sana, mi perdonerete se non scrivo di una non architettura qualunque, perché uno dei compiti di quest’ultima è ospitare le parole degli uomini, oltre ai corpi, e potendo scegliere, oggi ascolto la voce della Merini che non ha bisogno di uno spazio dal momento che è in grado di crearlo da sola in un tempo sempre presente. Grazie.

3 commenti:

^Ranocchietta^ ha detto...

poetica. Lo sei. Eccome se lo sei.

maggie ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
maggie ha detto...

:-) grazie Monik

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