venerdì 16 ottobre 2009

DOMINO CAFFE'


Piacere di conoscerla, sono il personaggio
a cura di Polly

Ci sono autori che sono “scrigni chiusi”, e per prudenza, riservatezza o anche solo scaramanzia, non dicono nulla delle storie a cui stanno lavorando finché non sono finite, spesso addirittura stampate e in distribuzione. Io, per scegliere un’immagine altrettanto fine, sono un vero e proprio “colabrodo”. I miei amici conoscono le storie che intendo scrivere talvolta prima ancora che qualche scalcinato capitolo si piazzi, timido o tronfio, in un angolino della memoria del mio PC.
E adoro, letteralmente, parlare dei miei personaggi.

Di recente, più di uno di questi divertiti e pazienti ascoltatori si è dichiarato stupito di come io parli dei miei protagonisti come di persone in carne e ossa. Ma, davvero, non potrebbe essere altrimenti. Perché questi personaggi mi accompagnano in auto, mentre lavoro, all’Ikea - non è un esempio tanto per farne uno, mi è successo, e me ne andavo in giro con un sorriso beota sulle labbra che non aveva nulla a che fare con le allegre proposte per la casa della catena nordica. Li vedo muoversi, li sento parlare, e sono frustrata di non poterli toccare, perché l’esistenza fisica è davvero l’unica cosa che manca loro perché siano a tutti gli effetti parte della mia vita.
Credo che, per questo motivo, tutti gli autori si sentano un po’ degli… squinternati – suona meglio di “pazzi”, vero? Hanno sempre i piedi in almeno due mondi, quello “reale” e quello “possibile” delle loro storie. In inglese, quel mondo si chiama “fictional”, che è qualcosa di “inventato”, “immaginato”. Perché allora ho scritto “possibile”?
Le nostre storie nascono spesso proprio dai personaggi che le interpretano, che le vivono, raccontando piccoli scorci, piccoli frammenti di realtà, di vita – della nostra, di quella di tutti noi. Frammenti che noi autori mischiamo e poi sparpagliamo, nello spazio e nel tempo. E’ questo, credo, il fascino della lettura. Ogni storia parla un po’ di noi. Di un nostro noi possibile. E ogni personaggio vive in una realtà “dipinta dal vero”, se non nelle sue caratteristiche fisiche quanto meno nei sentimenti e nelle pulsioni che lo muovono. Abita forse in uno spazio e in un tempo diverso dal nostro, ma agisce e reagisce come una persona “reale” potrebbe fare.
I personaggi, come le storie, nascono nella mente dell’autore, per poi andare a colonizzare, con più o meno intensità e successo, come ombre, esempi, ricordi, quelle di tutti coloro che li leggono. Una mia cara amica, autrice di talento, mi faceva notare come il loro creatore li conosca sempre un po’ di più, un po’ meglio di chiunque altro, perché è l’unico a essere al corrente anche di quanto non è poi arrivato su carta. Di quanto essi abbiano detto, fatto, pensato prima che egli scegliesse i particolari momenti della loro storia che avrebbe narrato. Per contro, ogni lettore con i suoi personalissimi filtri interpretativi si creerà – oltre ovviamente all’immagine fisica – anche un’idea del carattere che potrà poggiare solo su quanto l’autore avrà deciso di mostrare. E anche in questo senso, la situazione non è molto diversa dalle persone reali. L’autore conosce i suoi personaggi come qualcuno che ha vissuto sotto il suo stesso tetto per un anno, spesso più a lungo, i lettori trascorreranno con loro tre o quattro serate, o una settimana al mare.
Ma potrà anche capitare che il ricordo lasciato dal vicino di ombrellone sarà meno nitido di quello del protagonista del libro che sotto quello stesso ombrellone hanno letto. O che la protagonista dell’ultimo romanzo che ha occupato le loro serate invernali lasci loro qualcosa di più, stimoli in loro più simpatia ed empatia che non la collega con la quale sono andati al cinema qualche volta.
E i personaggi saranno diventati in qualche modo parte anche della loro vita.



6 commenti:

cicobyo ha detto...

hai assolutamente ragione. Io stravedo per i miei personaggi, e li vedo reali come tutti i miei amici o conoscenti. Talmente reali che ne ho constato l'esistenza intervistandoli! Te lo consiglio, è molto divertente e fornisce un livello di conoscenza maggiore del personaggio. Tu, autrice, vai a trovarli e li intervisti. Divertentissimo!

Scarlett ha detto...

ma che mito cicobyo! Ci provo anch'io!


Scarlett

Maddalena ha detto...

Ma meno male che trovo scritte queste cose, a volte penso di essere pazzoide a immedesimarmi nella fantasia ...

Anonimo ha detto...

Scusate ma come si fa a pubblicare un romanzo? Cellina

Monica Lombardi ha detto...

ciao Cellina, rispondo io (Polly) per Domino, poi eventualmente ti risponderà anche Scarlett. Scrivi una sinossi del tuo romanzo, ovvero un riassunto il più interessante possibile che possa dare un'idea del genere, dell'ambientazione, dei personaggi e della trama, e invialo alle case editrici che ti interessano - o, suggerimento, a quelle che pubblicano romanzi simili al tuo. Eventualmente, poi anche inviare (o offrirti di farlo) il primo capitolo. Manda anche i tuoi datti, contatti, e una tua bio. In bocca al lupo :)

Monica Lombardi ha detto...

"Dati", non datti ;) Luce probabilmente troppo debole

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