giovedì 15 ottobre 2009

BRUCIAPENSIERI

Foto di Rino Pucci


L’altro, gli altri (rosastanton)
A cura di Gregorio Scalise

Esiste la curiosità di conoscere l’altro? Forse sì. Ma non sempre. Una sottile parete divisoria ci protegge dagli sguardi altrui e dalle loro vite. In genere questa parete viene definita un ostacolo, qualcosa da superare. Ma conviene?

In periodi come questi, ad esempio, viene la tentazione di fare l’elogio della “parete divisoria”. Cosa accadrebbe se non ci fosse? Andare oltre le convenzioni e conoscere intimamente una persona sicuramente significa una cosa precisa: conoscere le sue debolezze. E viene subito da pensare: lo schermo tv indebolisce o rafforza queste pareti divisorie? Non è che guardando un altro mentre parla proprio la situazione di raffigurazione ci aiuta a penetrarlo anche là dove questi non vorrebbe? Ma le persone si dividono in deboli e forti come la tradizione ci invita a credere?

Al di là di ogni retorica non esistono persone forti. Esistono persone fragili che indossano maschere , magari fanno cose dell’altro mondo (si pensa ai grandi conquistatori, Alessandro Magno e Napoleone) ma intimamente sono deboli. Fragili, paurosi, suscettibili.

La questione dell’altro investe naturalmente anche i rapporti uomo - donna. Passano una vita a cercare di conoscersi, spesso risulta che non si conoscono per niente. Conoscono, questo sì, il limite da dove entrambi si affacciano: è come una finestra, un balcone, si vede solo una parte,quella che in qualche modo ha creato il rapporto e un accordo di non aggressione ( naturalmente non sempre rispettato). Conoscere l’altro è importante, ma forse più importante ancora è mettere a fuoco la difficoltà di farlo e i limiti di questa pretesa. L’altro, nella sua segreta intimità, non sempre racchiude aspetti amabili.

A volte la sua interiorità è frantumata, densa di ferite e chiunque viva una vita sociale di rapporti di denaro e di impresa non può neanche sperare di restare intatto. Le coscienze si sfaldano sotto il colpi delle ideologie (in senso lato), dei compromessi, delle visioni distorte, delle false notizie di cui inevitabilmente ci nutriamo,delle idee sbagliate che proliferano nella nostra testa Si dirà: ma le ideologie non esistono da un pezzo.

Certo, ma non si può neppure pensare che siano del tutto evaporate. I loro residui restano e talvolta affiorano. Il minimo che si possa fare è cercare di coprire queste confusioni con un linguaggio babelico messo in essere per giustificare cadute ed errori. Chi ha, in sostanza, una sola idea giusta in testa, scagli la prima pietra. L’esistenza anche dei fortunati, anzi, soprattutto di quelli, è un mix di errori, casualità, fortuna, equivoci e interpretazioni favorevoli del loro operato, chissà per quali alchimie misteriose e sconclusionate.

Come si sa, Jean Paul Sartre, ha dato definizioni affascinanti dell’altro (L’etre et le néant) anche se gli è stato obiettato che se tutto accade “in me”, l’esistenza degli altri come tali rimane inattingibile. In reltà è piuttosto difficile rompere il cerchio magico della coscienza se lo si è accettato e se lo si è messo al posto d’onore della concettualizzazione sull’altro.

Piuttosto viene da pensare (e per non buttare a mare tutto Sartre come ormai si fa volentieri) che una volta chiamati gli attori (io e l’altro) sul palcoscenico della coscienza è poi diffiicile svolgere un copione corretto senza urla, litigi e magari ceffoni e azioni manesche (degli uomini, beninteso). Dall’altro, intesa come altra, al corpo delle donne il passo non è breve ma è possibile farlo per via intuitiva più che logica.

“E’ ormai evidente – recita un manifesto recente delle donne, www.ilcorpodelledonne.net- che il corpo della donna è diventato un’arma politica di capitale importanza. E’ usato come dispositivo di guerra contro la libera discussione e l’autonomia dei pensieri”.

Questo, in risposta alle infelici uscite del premier su Rosy Bindi. Il corpo della donna come terreno di scontro politico? Sembra un po’ esagerato. All’eleganza teorica del manifesto si può anche rispondere che forse la sinistra dovrebbe smettere di tirare pistolettate se non cannonate alle zanzare.

4 commenti:

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Mi fa piacere che qualcuno abbia accennato a Rosy Bindi su questo blog. Effettivamente è stato sconcertante sentire quelle parole rivolte ad una donna che ha dimostrato di non avere bisogno di puntare sulla bellezza nella sua professione, nè sulla disponibilità a vendersi al più forte. Non condivido le idee politiche dell'onorevole Bindi,ma mi viene voglia di scrivere su una maglietta Forza Rosy!
La sua risposta mi è piaciuta e vorrei che altre donne trovino coraggio e soddisfazione nell'affermarsi indipendenmente dal loro aspetto fisico.
Il problema dell'altro è proprio la contrapposizione: se ci sono io tutto quello che non sono io è altro. Io sono bene, tutto il resto no. Credo sia un modo di pensare molto limitato, ma imperante. Credo anche che sia importante parlarne.

Anonimo ha detto...

Gentile signor scalise, lei è sempre molto accttivante nelle sue esposizioni. Mi chiamo Laura e sono un'insegnante di Viterbo. Sottoporrò ai miei ragazzi questa sua interessante esposizione.

Buon lavoro

Laura Frabetti

Anonimo ha detto...

cara Laura Frabetti, grazie, mi ha fatto molto piacere. Ha anche detto " lei è sempre accattivante", quindi vuol dire che mi ha letto altre volte...E' piuttosto interessante questa cosa che vuol parlarne con i suoi ragazzi.Si potrebbe persino tentare delle eventuali risposte.Quanti anni hanno?Si può chiedere a quali temi sono interessati?Mi sappia dire. Sono stato e Viterbo..a presto

Anonimo ha detto...

cara Anna Grazia Giannuzzi, grazie per il commento, in effetti mi spinge a continuare la tematica dell'altro...trovare anche un ponte ( non so ) fra tema dell'altro e donne che non puntano sulla bellezza per la professione. Ieri ho perso un mucchio di tempo a leggere le volte in cui la Carfagna è nominata nelle voci.. ce ne sono moltissime.., magari è anche una persona con dei suoi talenti ( oltre quelli conosciuti) eppure è probabile che abbia giocato con la sua bellezza. Due donne diversissime, Rosy e Mara..darei non si cosa per riportare gli altri ( non voglio dire " questo paese", mi vengono i nervi quandoi sento questa espressione) verso valori oggettivi, di rispetto, di equidistanza..ed è probabile che senza volere abbia azzeccato un tema importante..coinvolgere le donne? Questo è un blog quasi tutto femminile..in genere o sono già schierate o rifuggono dalle convinzioni.Il che non è del tutto una brutta cosa.. a patto però..un caro e cordiale saluto gs

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