mercoledì 23 settembre 2009

TEA TIME









Stephen King Autobiografia di un mestiere Sperling Paperback

A cura di Maria Luisa Pozzi


Piacevolissima lettura, questo testo di Stephen King, e denso di utili consigli, talvolta ovvii, ma che fa bene rileggere, “Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere molto e scrivere molto.”
Lo stile del nostro è colloquiale e si rivolge direttamente ai suoi lettorì,
Un esempio: “Dovete scrivere tutte le volte frasi complete? Non sia mai detto. Se il vostro lavoro consiste solo di frammenti e proposizioni in sospeso, state tranquilli che non verrà a portarvi via la polizia della Grammatica.”
Ci consiglia quindi di avere una cassetta con gli attrezzi e, nel primo vassoio, di tenerci la grammatica che ha “un suo ruvido fascino.”




Nella costruzione della frase, King detesta la forma passiva che gli “provoca contrazioni al basso ventre” e crede “che gli scrittori insicuri vedano un tocco di autorevolezza nell’uso dei verbi al passivo…. Che è una struttura obliqua e anche tortuosa.”
Ci dice anche che “l’avverbio non è il vostro amico.”
Ecco l’esempio che presenta, “Chiuse la porta saldamente.”
Non deve essere l’avverbio a chiarire a qualità dell’azione ma una prosa espressiva che preceda il verbo che, quindi, non ha più bisogno dell’avverbio incriminato.
L’avverbio, dice King, “è come i denti di leone. Ne avete uno nel prato di casa vostra, è grazioso e unico. Se non lo estirpate però, il giorno dopo ne trovate cinque…cinquanta il giorno dopo ancora… e poi, fratelli e sorelle, il vostro prato sarà totalmente, completamente e dissolutamente coperto di denti di leone. A quel punto li vedrete per quelle erbacce che sono in realtà, ma a quel punto sarà – ARGH!!- troppo tardi.”
Nel secondo vassoio della cassetta dobbiamo tenerci gli elementi di stile: paragrafi brevi e molto dialogo che rendono il testo leggero, “arioso”.
E di cosa scrivere? Di ciò che conosciamo e che amiamo; di ciò che ci piace leggere. Se siete un idraulico siete esperti di idraulica ma anche di cuore e di immaginazione e se volete scrivere di fantascienza, perché il genere vi piace ,”ricordate che gli idraulici nello spazio sono uno spunto niente male per una storia.”
In un altro capitolo, King affronta la revisione del testo: nella prima stesura ci siamo concentrati sugli alberi, ma nella revisione, dobbiamo fare un passo indietro e “contemplare la foresta. … Ogni libro, almeno quelli che vale la pena di leggere, trattano di qualcosa.” Di cosa tratta il libro che stiamo scrivendo? Dobbiamo capire questo “qualcosa” e modificare e rivedere il nostro scritto fino a fare emergere questo benedetto “qualcosa”. Mi chiedo, scrive l’autore, “… quale è il succo di tutto quello che ho fatto e come posso intervenire per rendere più percepibili i sottintesi …. Ciò che vado cercando sono le risonanze, qualcosa che echeggi per un po’ nella mente (e nel cuore) del Fedele Lettore dopo che avrà chiuso il libro. Sto cercando il modo di farlo senza imboccare il lettore o svendermi enunciando un messaggio. Prendete tutti quei messaggi e schiaffateli dove non batte il sole, capito? Io voglio risonanze. Soprattutto sto cercando cosa volevo dire… ”

Niente male, vero?

Un abbraccio e sappiatemi dire.

Maria Luisa



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