lunedì 1 giugno 2009

MARYLIN











I Love BSMT
di Fabio Cicolani


Proseguo la mia catena di post sull’amore, dichiarando stavolta il mio amore per questa sigla. Per chi non sapesse, in maniera del tutto legittima, a cosa mi riferisco, spiego subito che BSMT sta per Bernstein School of Musical Theater, ed è la prima scuola di Musical italiana, la più accreditata a livello professionale nazionale e anche la più dura da frequentare.


Dimenticate gli “Amici di Maria de Filippi”, alla BSMT non c’è l’ora della polemica, il televoto e i professori televisivi, ma studio metodico, esami costanti, lavoro sodo, venerazione per la tecnica, storia del Musical e soprattutto lei, Shawna Farrell, la super direttrice di un progetto decennale che ha portato grandi musical nei piccoli e grandi teatri. Dove si trova questo paradiso/purgatorio/inferno del musical? A Bologna!

Ma perché dichiaro il mio amore per la BSMT? Perché ho avuto la fortuna di frequentarla come ospite per alcuni spettacoli, in gergo recitals, che i ragazzi presentano alla commissione e al pubblico, come uno degli esami di fine anno.
In particolare mi sono innamorato dei recitals dei ragazzi del secondo anno. Ma che cos’è in pratica un recital? E’ un mini show composto dai 6-8 pezzi, della durata complessiva di mezz’ora, nella quale un alunno presenta alcune canzoni tratte da musical, canzoni che ha studiato e messo alla prova durante l’anno, più qualche sfiziosa novità, intermezzi divertenti, collegamenti tra un pezzo e l’altro, intensi e a volte spensierati.
Quello che mi ha colpito di questi spettacoli è, appunto, l’intensità. Ho vissuto ogni singolo recital come un viaggio all’interno della personalità del performer, che illustrava il proprio lavoro e le proprie capacità attraverso le scelte dei pezzi, le doti attoriali o di danzatore. Un diamante multi sfaccettato fatto di sentimenti, parole, e melodie uniche e toccanti. L’entusiasmo tangibile di questi ragazzi è contagioso, la passione che mettono in queste prove da one-man-show è travolgente.
Il livello qualitativo di questi show resta molto alto, le imperfezioni, laddove ce ne fossero, risultano difficilmente percettibili a un orecchio/occhio non esperto. Per cui nel cuore dello spettatore resta un’esibizione piacevole, emozionante e coinvolgente, simbolo di un amore spassionato per un’arte che passa sempre meno in sordina in Italia, che vive di anime laboriose, le quali, attraverso la dedizione e lo studio, vogliono restituirci una vita sognata fatta di storie musicali senza tempo.




2 commenti:

Giulia Lu Mancini ha detto...

Grande! non sapevo dell'esistenza di questa scuola a Bologna.
Davvero interessante.
grazie

cicobyo ha detto...

E' per far conoscere realtà come queste che voteremo Patrizia alla cultura? No?

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