San Valentino
a cura di Antonella Passoni
Vorrei che oggi il cielo rimanesse così azzurro e leggero, senza nuvole verticali che lasciano cadere grani di ghiaccio sulla terra. Vorrei l’aria nuova della primavera, che trasforma ogni odore in nostalgia.
Hai detto che se vedi le montagne ti ritorno in mente, ma subito mi cancelli. Non ti credo. Non si possono cancellare i sogni.
Ricordo due rami di pesco, appoggiati sul sedile dell’auto dentro un foglio trasparente. Era San Valentino e i rami erano lunghi, pieni di petali appena nati. Non li posso cancellare. Non posso dimenticare l’odore di quella sera e nemmeno il suo calore tenero.
Ora mi resta la voce; per dire, per raccontare. Raccolgo pezzi di me che come schegge di colore compongono un disegno che non capisco, ma che devo finire. Tutto è necessario, anche questa vecchia ferita che ogni tanto si fa sentire.
Vorrei sedermi dentro una stanza con il mare davanti, con le finestre aperte e le tende che si gonfiano. Così morbide e in movimento da sembrare nuvole. Una stanza grande e vuota dove dormire in pace, mentre le rondini entrano e sfiorano le pareti. Vorrei sentirle volare sopra la mia testa e ascoltare le loro voci piene di vita.
Il calore della terra si fa sentire e disperde la sua energia confondendosi nel sole. Finalmente i bulbi germogliano e il verde giovane fa respirare questo prato morto. Verrà la primavera; scalderà ancora la solitudine di chi non si perdona. Arriveranno i temporali e daranno da bere a questi sassi asciutti che nascondono sotto il loro peso le paure. Ritornerà anche l’estate, esasperando con il caldo le foglie e i pensieri.
Poi la generosità della neve. Scende sempre a Natale. Quando la nostalgia è più forte, quando i ricordi martellano sulle pareti dell’anima. Arriva materna; accarezza le mani col suo respiro leggero e prima di andarsene rallenta i suoni, chiude le ferite e pulisce il sangue dalle rocce.
Abbraccia i rami degli abeti, che finalmente possono riposare.
6 commenti:
Antonella, ultimamente sei più dolce e malinconica, mi sa che sei innamorata ... .
Dici?chissà..forse la primavera,che tarda ad arrivare..forse il passare stesso delle primavere,che col loro scorrere, smussano gli angoli e ci diventare più morbide.
Grazie cara Maddalena!
Antonella
Non so se innamorata...sicuramente personale... Nostalgica. Speriamo che arrivi questa primavera. I ricordi...lasciamoli passare, questo e'l'anno del Futurismo ;-) baci
Noi siamo già nel futuro:)..anche se il buon Marinetti, con le donne non è che avesse tutto sto grande feeling..o no?
ciao Anto
No Anto,Marinetti ce l'aveva con le femminucce...con le donnine incipriate,non con le donne intelligenti, anzi le donne nel Futurismo hanno un ruolo importante, sepure poco conosciuto....Marinetti disapproverebbe me, ma non tutte le donne delle quali ci hai narrato nei tuoi post estremi ;-)
Chi fa "sport-estremi",definizione che trovo sopra le righe cmq va bene,è molto ma molto sobrio e con i piedi ancorati alla terra.La visione edulcorata dell'eroe/eroina che sfida le vette non è mai esistita,se non negli stereotipi.Esiste una passione,un desiderio inteso e continuo che ti fa stare bene solo quando sei lì,a respirare la forza che la montagna trasmette.Di estremo c'è solo l'umiltà,quella che dosata al momento giusto ti fa portare la pelle a casa.
E chi osa disapprovarti, lo prenderò a picozzate in fronte:):)
Besitos
Antonella
Posta un commento