mercoledì 11 febbraio 2009

BRUCIAPENSIERI


Ombre
A cura di Gregorio Scalise

E’ un romanzo del 2005 dovuto allo scrittore di Buenos Aires Josè Pablo Feinmann (La sobra de Heidegger, L’ombra di Heidegger, traduzione italiana del 2007) e non sembra molto conosciuto in Italia. Di cosa tratta questo romanzo? (Se è stato un caso letterario, come forse avrebbe dovuto esserlo, non ce ne siamo accorti.)
Seduto al suo tavolo di lavoro, siamo nel 1948, Dieter Muller, filosofo tedesco e allievo di Heidegger, rifugiato in Argentina, scrive una lunga lettera al figlio. Sarà il suo ultimo atto. Dieter Muller è stato nazionaslsocialista , ha preso questa decisione dopo aver ascoltato il discorso del Rettorato del suo maestro, Heidegger.
Era il 1933. In questa lettera Dieter elenca con precisione le tappe dell’esaltazione per non dire della follia che si impadronì di lui e del popolo tedesco. Si punirà per non aver visto e capito, difatti la rivelazione delle atrocità dei campi la scoprirà solo in Argentina: una fotografia lo colpirà in modo definitivo.
Studioso di filosofia e autore di saggi, Feinmann sa di cosa parla ed è capace di avvicinarci al lato oscuro di colui che ormai è definito il più grande filosofo del secolo scorso.
Grande filosofo e anche nazionalsocialista, questo il boccone amaro che il mondo culturale dovrà ingoiare. Naturalmente non senza reagire e non senza riversare fiumi di inchiostro su ciò che ben presto diventerà il caso Heidegger. La novità del libro di Feinmann consiste nel aver tentato di romanzare questa vicenda, di essere documentato, e di averci portato vicino ad una questione che per molti versi assomiglia ad un mistero. Mistero, però, con più di una spiegazione.
Per il resto, la questione era stata ampiamente trattata e Feinmann non è certo fra i primi, anzi. A voler ricordare gli studiosi che di questa difficile vicenda si sono occupati, ecco un parziale elenco: Adorno, nel 1964; Lowith nel 1986; Farias nel 1987; Bourdieu, nel 1988; Habermas, nel 1988: Lyotard, sempre nell’88; Derida nel 1987 e nel 1988. E non si possono dimenticare Jean Pierre Fay, Maurizio Ferrarsi e Fédier.
Quando pronunciò il suo discorso di Rettorato nel 1933 ( e ad aiutarlo a salire al soglio dell’Università di Friburgo erano state le SA) è accertato che Heidegger fosse persuaso che l’avvento del nazionalsocialismo segnasse l’inizio della nuova era in corrispondenza con alcuni valori della sua filosofia.
“Essere e tempo”, l’opera principale di Heidegger è del 1927, prima, dunque, dell’avvento di Hitler al potere. (1933 Il consolidamento di Hitler avverrà, però, nel 1934). In ogni caso quell’anno, 1933, fu un anno gravido di conseguenze per l’Europa intera e per il mondo. L’incendio del Reichstag, lo scioglimento del partito comunista, dei sindacati, il boicottaggio dei commercianti ebrei, l’apertura dei primi campi di concentramento da parte delle SA, l’istituzione della Gestapo.
Gli intellettuali più lucidi come Thomas Mann scrissero almeno che brutti tempi individuando in Hitler il motore della disgrazia, ma il grosso dei professori ( tedeschi) poco capiva, e fra questi, purtroppo, c’era anche il genio del secolo, alias Martin Heidegger. Difficile da accettare eppure fu proprio così.
Heidegger, nella sua filosofia dell’interrogazione, distingueva ciò che si domanda, ciò a cui si domanda, ciò che si trova domandando. Nel caso della domanda intorno all’essere ciò che si domanda è l’essere stesso; ciò che si interroga è l’esistente, e ciò che si trova è qualcosa che riguarda l’essere, ovvero il suo senso. Come si vede, il vertice della precisione e della decisione.
Il rischio che molti hanno corso, parlando della questione di Heidegger, è stato quello di voler identificare tutta l’opera filosofica con l’ideologia nazista. E viceversa per scagionare Heidegger dall’accusa di nazismo è forse troppo semplicistico affermare che le sue idee filosofiche erano autonome rispetto alle scelte politiche. Non si possono dimenticare le sue conferenze tra il giugno del 1933 e il gennaio del 1934 tenute a Heidelberg, Berlin, Leipzig, Tubingen, in cui Heidegger si lascia andare a grandi elogi di Hitler. Non mancano nella sua opera i richiami alla terra, al sangue, al Volk, all’autenticità, all’eccezionale destino eroico della razza, alla necessità - Università inclusa - di un Fuhrer.
Tutti temi, in verità, che appartengono alla tradizione del “ pangermanesimo” e che fanno dire ad Habermas che il problema degli intellettuali fascisti era innanzi tutto la preistoria del fascismo. Se citare i magniloquenti luoghi comuni di cui sopra può essere sufficiente a definire qualcuno fascista o nazista, oltre metà della cultura tedesca degli ultimi due secoli dovrebbe essere considerata tale. Ma in quegli anni fatali Heidegger aveva identificato la fattività del progetto esistenziale con il nazismo. E questo Feinmann ce lo dice, ce lo ripete, cerca di farcelo capire. Chi parla è un discepolo che racconta i fatti e soprattutto indica la via di come quell’esaltazione si produsse. Contribuì il povero Dieter, il discepolo? Sì, contribuì, sia pure indirettamente.
E contribuì Heidegger? Contribuì con tutto il suo massimo sforzo, sicuramente negli anni indicati, prima, con l’ostinato silenzio, poi. Non era, la sua, semplice ambizione universitaria, era il sogno della rinascita e del potere. Noi oggi sappiamo che era un incubo, lo sapeva allora la parte più avvertita dell’intelligenza tedesca ( Thomas Mann), non si accorse di nulla il ceto medio pensante non solo tedesco ma anche europeo. “Ogni capacità della volontà e del pensiero, tutte le forze del cuore e tutte le facoltà del corpo devono svilupparsi mediante la lotta, accrescersi nella lotta, e perseverare come lotta” - tuonava Heidegger in quel celebre e funesto discorso. Citava Nietzsche? E sia. Ma doveva ancora arrivare il gran finale.
“Vogliamo che il nostro popolo compia per intero la sua missione storica (…) e comprenderemo tutto questo solo quando iscriveremo nei nostri cuori la grande riflessione da cui la saggezza greca trasse la sentenza..” Scrive Feinmann: a questo punto Heidegger si fermò, il silenzio assordava. Pensai: potrebbe persino portarci alla follia. Tutti ci aspettavamo qualcosa di smisurato. E Heidegger disse: “Tutto ciò che è grande è nella tempesta”. Molti riconobbero quella frase, era di Platone, La Repubblica. Ma la parola di Platone non era tempesta - e Heidegger, disse “ Sturm”- mentre il testo greco diceva “pericolo”. Platone e le SA ( il movimento si chiamava Sturm Abteilung) con un colpo di magia nera si stavano stringendo la mano. Nella nostra riflessione di oggi non possiamo non pensare ad una singolare ingenuità ed esaltazione di quegli ascoltatori e come il carisma del maestro riuscisse magnificamente a trasformare quella odiosa retorica nel destino lucente del popolo tedesco. Anni dopo, mentre scrive la lettera al figlio, "Eredi della grandezza ellenica o assassini?", Dieter si chiede con il massimo dell’angoscia: “non ho visto niente, non ho capito niente, mi sono limitato a insegnare all’ università le ‘direttive Rosenberg’, ma sono ugualmente complice e colpevole”.
L’essere ellenico nel suo viaggio metafisico da Atene a Berlino, era diventato cieco e sordo. Aveva dimenticato, nel suo uscire dall’oblio dei secoli, proprio la vita e soprattutto quella degli altri nonchè la responsabilità e l’umanità. La Germania che avrebbe dovuto salvarci dalla tecnica, in realtà si stava armando. La sua grandezza la portava a invadere e distruggere proprio ciò che diceva di voler salvare. La luminosità ontica della sua purezza la portava alla più feroce pulizia etnica mai accaduta nel mondo.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

..in effetti è un argomento spinoso, ne avevo sentito parlare, devo ammettere che lei l'ha esposto con molta chiarezza.Rapporti politica-cultura, un bel diastro, ma nel caso da lei esposto credo
che siamo ai massimi livelli. Lo prova anche l'elenco, minuzioso credo, che lei ci offre di quantio si sono occupati di questa questione.Ho letto con interesse, alla prossima, Nicole

Anonimo ha detto...

cara Nicole,a volte mi capita di rileggere il pezzo che ho scritto e in quel momento qualcuno( a) scrive...è una emozione, lo confesso.In effetti il caso divenne il Caso proprio perchè il massimo filosofo aderì, almeno apertamente, per un periodo, al peggior momento totalizzante della storia recente europea. Molti sminuirono la cosa o cercarono di non parlarne. E poi mi interessa molto il momento della persuasione..quando la retorica entra nella testa della gente, la seduce, se la porta via..mi sono spinto in un numero di Bruciapensieri a lasciare una bibliografia " antiretorica". E' un mio chiodo, Nicole. Che bel nome, un bacio almeno al nome. a presto, mi auguro gregorio

Anonimo ha detto...

caro gregorio, credo che questo pezzo le sia costato del tempo..la letturea dello scrittore argentino ( grazie per avermelo fatto conoscere)più le cose che dice...non credo siano di getto...a presto, rosarosae...

Anonimo ha detto...

cara rosa-rosae, avevo appena terminato di scrivere a Nicole quando ho visto la sua, la ringrazio davvero. Oggi siamo molto occupati a fare sciocchezze, come una mia amica, per esempio, che dice di essere molto occupata, che si sente male se sottrae del tempo alla famiglia.. che si ritaglia spazi per scrivere,sembra quasi che lotti con spazio e tempo forbici alla mano, e poi sta su Facebook tutto il giorno .. questo il suo impegno..quindi la ringrazio per la lettura e la visita, anzi, la ringrazio doppiamente..adesso non saprei dire perchè doppiamente... non vorrei esagerare... a presto..rosae ( rosas, rosarum.. rosa ...che idea). gregorio scalise

Anonimo ha detto...

...ha cambiato argomento, visto? Dolcestrega

Anonimo ha detto...

cara dolcestrega, il mondo non si esaurisce con le scope..siete un fenomeno del mondo, non dico uno dei tanti, questo no, siete importanti ma non fondamentali. Non è così? Gregorio scalise

Anonimo ha detto...

Buongiorno
ho letto con molta attenzione il suo articolo. Sarà perchè proprio in questi giorni sto affrontando, per motivi di studio, questo argomento, sarà perchè questo è il periodo della Memoria, ma la ringrazio sinceramente per il suo contributo.
Ce ne dovrebbero essere di più di "pensanti parlanti/scriventi".
La conoscenza della storia è, forse paradossalmente, l'unica salvezza del nostro futuro.

Sa credo che il suo articolo meriti molto di più di questo mio brevissimo commento, ma il lavoro mi chiama e devo proprio "rispondere"...
La ringrazio ancora
Ely

Anonimo ha detto...

cara Ely, la sua mi ha fatto molto, molto, piacere...alle 8.39.. prestissimo..scherzi a parte, se lo scritto le è utile davvero mi dà una bella spinta.Si sa che sono argomenti da cui si sguscia via, qualche volta si ignora persino la loro esistenza.Capita anche a me di pensare che la storia, e intendo quella recente, diciamo 1950-2009,sia un argomento di " salvezza".Le parole, gli argomenti, gli inganni..è davvero deposito di preziosi...scarsamente frequentato, persino dagli scassinatori di professione...un caro e cordiale saluto, gregorio scalise

Anonimo ha detto...

...gossip? ma mi piacerebbe tanto sapere il nome di quella sua laboriosa amica.. Laura

Anonimo ha detto...

cara Laura, no gossip, termina qui, per l'amor del cielo. Certo che.. a presto, gregorio s.

Anonimo ha detto...

mi piacerebbe sapere cosa pensa de il giorno della memoria..Memosine

Anonimo ha detto...

......non mi pare si scriva così..comunque ci siamo capiti, lei mi chiede cosa penso del giorno della memoria e il suo pseudonimo è " memoria".Non vorrei farla lunga, ne penso bene, ovviamente, e ne vedo i limiti. So che ad un certo punto ( con Ben Gurion, credo)l'olocausto cessò di essere un elemento della persecuzione ebraica per diventare un elemento importante della storia di Israele. Ma sono ragionamenti su cui è bene essere informati, molto informati.La pignoleria è in agguato. E qualche volta diventa feroce.Se permette ci tornerò su. Grazie della domanda e a presto, gregorio scalise

Anonimo ha detto...

...ho provato a leggere il suo pezzo.. credo sia molto interessante, ma per addetti ai lavori. Mi farebbe piacere sentiere cosa pensa sul caso Englaro. Cordiali saluti, Federica

Anonimo ha detto...

cara Federica, si è già detto e scritto troppo... non si doveva porre la questione in termini giuridici in quanto ancora non ci sono leggi nè si possono fare all'impronta.. stile quattro salti in padella..c'è una frase latina che dice oportet studuisse, non studere..come a dire bisogna aver studiato, aver fatto.. da un punto di vista delle reazioni della nazione, mi è sembrato un grande psicodramma.. e questo sistema di affrontare le questioni, soprattutto una questione come quella,non va bene per niente. A presto, Federica. Gregorio scalise

Anonimo ha detto...

caro poeta, visto che parla di tutto, vorrei sentire qualcosa sulla striscia di Gaza Jezebel

Anonimo ha detto...

... è un fatto impressionante, come tanti, più di tanti, la striscia di Gaza.Dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009.Proprio stamattina, neanche a farlo apposta,ho acquistato Panorama che guardo raramente. C'era un servizio su Gaza che sottolineava le azioni di Hamas: esecuzioni sommarie ( le spie, ma anche i sospetti) scudi umani,aiuti umanitari e fondi sottratti all'Onu...temo che Panorama non dica balle.. ma il fatto è che le bombe sui bambini della striscia restano, qualunque cosa abbia fatto Hamas." Nulla ripaga il pianto del bambino// cui sfugge il pallone fra le case//", scriveva Montale. Benissimo, e quando al posto del palloncino d'aria sfuggito e colorato piovono bombe dagli F.16? Con cosa si ripagherà questa azione? Forse non è quello che voleva sentirsi rispondere, forse. Ma il fatto resta ed è bene che tutti ne conveniamo, tutti. Cordiali saluti, gregorio scalise

Anonimo ha detto...

Potrebbe spiegarmi in poche parole, soprattutto chiare, l'opera maggiore di Heidegger, Essere e tempo? grazie e a presto, Chiara

Anonimo ha detto...

carissima Chiara, una bella faccia tosta.. non è un testo riassumibile.. ma se penso, ad esempio al tg5 di stasera, stupri, Garlasco, pubblicità per le consessionarie, pillole per la cancellazione della memoria, grande fratello...direi una prova generale dei prossimi tg ..dopo Mentana ( era lui l'ultima diga?) ..mi commuovo pensando che qualcuno mi chieda una cosa così poco possibile. Vedrò di pensarci. Tentare il riassunto in 10 righe? Per farle piacere ci proverò. a presto, gregorio scalise

Anonimo ha detto...

...ho letto il suo intervento ed è davvero molto interessante.Penso però che gli in intellettuali siano sempre stati " collusi" con il potere, quindi non avverto come un caso particolare il caso e il libro di cui lei parla. Col fascismo erano tutti fascisti, poi sono diventati tutti di sinistra e poi...Cordiali saluti, Federica

Anonimo ha detto...

..visto che parla e risponde un po' a tutto, sono una mamma molto occupata e anche un po' preoccupata:cosa pensa dei giovani di oggi? Cordiali saluti Rosaspina

Anonimo ha detto...

cara Rosaspina ( mamma preoccupata), non posso sapere se ha dei motivi reali di preoccupazione, però mi sento di dirle che i giovani non sono come li dipinge la tv, che li vuole calciatori e veline, coca o altro,discoteche, youtube e tv. E secondo me i " buoni" sono la maggior parte. Certo, ci sono anche quelli che rubano e disturbano, ma non so per quale scopo la tv voglia colpevolizzare e dipingere in nero i giovani. Forse fra qualche mese i mezzi di comunicazione cambieranno idea... in una nazione dove tutto va bene vuoi che i giovani ..? a presto, cordiali saluti gregorio scalise

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