giovedì 30 ottobre 2008

BRUCIAPENSIERI


Novembre
A cura di Gregorio Scalise

E siamo a novembre. Cosa ci darà di bello questo mese? Qualcuno dirà che mi sto specializzando in mesi: “Costui ha già fatto settembre e ottobre e adesso se ne va in scioltezza con novembre. C’era bisogno di un poeta per questo?” Le cose non stanno propriamente così.
A ottobre intanto ho suggerito alle lettrici una bibliografia niente male contro la “menzogna” nell’informazione in particolare e nel mondo in generale. E, in secondo luogo, ho azzeccato una quasi previsione piuttosto azzardata.Tutta la faccenda delle borse era una mezza balla. In questi giorni stanno risalendo, io avevo addirittura scommesso con amici che entro la fine del mese non ne avremmo più sentito parlare.
Fine del capitalismo, crollo della civiltà occidentale… andare a rileggere questi simpatici lamenti fra un mese, un mese e mezzo.
Ormai si parla per sentito dire e magari ci si limitasse a riferire il non verificato. Macché. Ci si ricama sopra, si trovano altri motivi, si forniscono dati. Ho per le mani un libretto dal titolo “La grande crisi”.
I sottotitoli sono inquietanti: chi ha provocato il crollo? Quando si è scatenata la sfiducia? Chi merita fiducia e chi no? Non so se lo leggerò, certo non stasera, certo non adesso. Meglio parlare di novembre, mese con luce parsimoniosa. Non è ancora il grande buio di dicembre, è un mese che ci vuole abituare ad essere notturni durante il giorno. Sono le 18.05 di oggi, 29.10.08. Cosa ho fatto questa mattina?
Burocrazia. Ho cercato le riviste 2007 – 2008 dove ho pubblicato delle poesie. In genere le fotocopio e le divido per annata. Non trovo più di dieci o dodici pubblicazioni, ma non sono tutte, sono sicuro, intanto, che mi manca il “calendario”. Era una pubblicazione piuttosto ingombrante, molto grande, dovrebbe essere visibile, invece non si vede niente. Mi telefona una romanziera per sapere se ho letto il suo romanzo. Non ho fatto i compiti. E non si apre neppure l’invio di uno di Porretta, romanzo anche lì. Poi telefona un mio amico che sta tornando da non so dove e vuole sapere se sono scoppiate delle bombe in Italia. Gli dico che ancora non ne so niente.
Poi telefona un’amica di Merano indignata per la Gelmini e gli 87.000 licenziamenti. Le rispondo che ancora non ho letto il documento e che non sono sicuro di niente. Mi risponde se nel frattempo non sono passato a Forza Italia. Il suo mutuo questo mese è aumentato di 100 euro e lei è ancora fortunata, ma gli altri come fanno? Poi telefona, dopo un anno che non si faceva viva, la segretaria di una associazione di cui sono il presidente e mi chiede se ho ricevuto le mail per lo spettacolo del marito. Le faccio rispettosamente presente che sono impegnato e che lei è in ritardo comunicativo non di ore ma di anni.
La posta elettronica è piena di tutto meno di quello che aspettavo, una comunicazione da Forum Asiae per un invito nella Cina meridionale per questo dicembre. C’è la probabilità di un viaggio a Parigi, ma dovrei telefonare a Ciao Radio per disdire un’intervista che dovrebbero farmi e se non torno entro il 10 sono cavoli perché ho un impegno in Provincia. Nel frattempo devo decidere in che giorno andare a pranzo dall’attrice, per altro carina, che vuole sdebitarsi perché le ho scritto un testo per un esame da attrice che non ha dato. Penso dove ho messo un testo teatrale di un paio di anni fa che mi ha chiesto un attore già da un bel po’, testo che sono sicuro di avergli inviato.
Penso che domani è il 30 e devo scrivere il blog che sto scrivendo e non so assolutamente cosa dire. Telefona un mio amico di Genova e mi racconta tutti i guai che ha con la Sis e inoltre dei tremila corsi di perfezionamento cui ci si deve iscrivere per avere qualche chance in più. I corsi sono sulle cose più incredibili di questo mondo. Trovo il tempo per controllare i documenti bancari ma devo aver fatto male i conti perché scopro che in un trimestre mi avrebbero fottuto, pardon, acciuffato poco più di trecento euro.
Nel frattempo,sempre oggi, quelli di “mappe urbane” disdicono l’incontro per mercoledì (che per altro non ricordavo di avere) e lo rimandano al prossimo quando probabilmente sarò a Parigi. Il ragazzo che mi doveva accompagnare a Sasso Marconi scrive dicendo se non si può anticipare di un’ora, quelli del premio Navile disdicono l’incontro del 15 (giorno in cui dovrei essere a Ferrara con la romanziera) e lo sbattono al 29, giorno che, non so perché, mi sta sulle scatole. Continuo a non avere notizie di una presentazione che mi è stata fissata attorno al 26 e di cui non ho preso nota subito, qui è colpa mia.
Sono incerto se ricontrollare i conti bancari oppure se tentare la lettura sugli effetti del crollo delle borse sull’economia reale.
Telefona un’altra donna, di cui ho già dimenticato il nome e mi chiede se ho letto uno scritto di Calamandrei del 1950, “sembra scritto oggi”, sulla scuola e sulla sua protezione. Confesso di non conoscerlo e lei mi spedisce su Pietro Calamandrei e la scuola.it.
Nel frattempo arrivano le mail di un gruppo che vuole costituirsi come linea agente e protettiva degli extracomunitari disdicendo la cena del 14 che costa solo 18 euro, forse non ci sarà però lo spezzatino alla tailandese.Nel frattempo mentre cercavo le riviste sbuca fuori un mucchio di roba da sistemare. Una poesia, per esempio, che comincia così: “quando si dischiudono i segni”: Mi chiedo di quando è, se l’ho già pubblicata o se è una bozza che è stata impiegata per un altro testo.Trovo anche un appunto dove si parla del 13% di povertà relativa, ma non so a chi si riferisca questa cifra. Mi telefona un’altra donna (ormai sono una legione) per chiedermi se ho capito che quei due milioni e mezzo al Circo Massimo, era una cifra provocatoria per fare il verso alla manifestazione di Berlusconi di un paio di anni prima. Le rispondo rapidamente che la cosa mi è stata chiara sin dall’inizio, anche se il contesto non mi sembrava quello della burla, anzi, era ed è serissimo.
Mi chiede anche se mi ha convinto il discorso di Veltroni, rispondo che mi ha persuaso al massimo, resta un attimo in silenzio, poi dice che lei non è persuasa del tutto. Nel frattempo la riunione con la sinistra dell’Ulivo (che ormai non esiste più da almeno un paio di anni) slitta anche lei a data da destinarsi. Un po’ frastornato e stanco chiudo il presente scritto alle ore 19 del giorno indicato sopra, sperando che nel frattempo le borse crollino , che la società occidentale scompaia, che le scuole chiudano tutte, che molti governanti vadano a fare i boys scouts e che lo spezzatino thailandese non mi resti sullo stomaco.
Ps: per distrarmi ho letto un articolo di Aldo Grasso dove ho appreso che Milan Kundera è stato una spia e un suo rapporto ha fatto condannare un dissidente a 22 anni di galera.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Novembre mi mette sempre un pò di malinconia e a voi?

Luci

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