venerdì 12 settembre 2008

GRAFOLOGANDO


Abuso e sofferenza nelle espressioni grafiche quotidiane
A cura di Alessandra Lumachelli

Quando mancano le parole, perche' il dolore per farle fluire e' davvero troppo grande, allora possiasmo lasciar trasparire, in un linguaggio segreto, cifrato, nascosto ai piu', la sofferenza subita e vissuta attraverso il disegno e la scrittura. Il trauma passato riaffiora in una grafia che si acutizza e si sporca, o al contrario in una scrittura fine ed eccessivamente calligrafica.
L'abuso psicologico, fisico e sessuale, riaffiora come a voler gridare la propria emergenza di aiuto, nello scarabocchio arrabbiato ed annerito e nel disegno che assume toni violenti o esageratamente lindi e graziosi...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi i miei scarabocchi fatti al telefono, anneriti, quasi ossessivi, esprimono una forte carenza di attenzione nell'infanzia ... o peggio?

Anonimo ha detto...

Perche' le donne credono poco nel gruppo, nel dialogo, nell'aiuto che puo' esserci anche in una rivelazione drammatica?

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Ti prego, raccontaci di più...

Alessandra Lumachelli ha detto...

Cara Diomira, il discorso e' lunghissimo..Sto seguendo il caso di una piccola stellina, che da poco ha compiuto 4 anni. Gia' dai primi suoi disegni si capiva l'abuso -sessuale..- patito..

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