lunedì 7 luglio 2008

GRAFOLOGANDO


LA PAROLA SCRITTA E LA PAROLA PARLATA
A cura di Alessandra Lumachelli

Diversi stage di recitazione e doppiaggio con personaggi noti nel settore, quali Mario Cordova, Marita D'Elia e Daniele Falleri, partecipazioni a “Don Matteo 5”, “Carabinieri 6”, “Questa è la mia terra (2007)”, poi la svolta: è chiamata a doppiare alcuni personaggi in due film importanti dell'anno corrente, “Alla ricerca dell'Isola di Nimh” e “E venne il giorno”. Chi è Barbara Salvucci? Fino a pochi anni fa, principalmente madre di due figli e casalinga, ora professionista del settore.
Che cosa rappresenta, Barbara, per te il cambiamento?
B.: Una rinascita. Ogni volta che cambi, rinasci, ti reinventi.
Da dove è nata la tua esigenza di cambiamento?
B.: Dal forte bisogno di conoscermi di più. Cambiando si capiscono maggiormente le cose. Crescita è metterti in gioco. Sentivo di non stare vivendo. Mi chiedevo “chi sono? dove vado?”. Ancora mi chiedo queste cose, perché non sento di avere la risposta. Ma ora, almeno, ascolto le domande, prima non riuscivo ad ascoltare. Penso che da giuste domande arrivino giuste risposte.
Che rapporto senti di avere con la scrittura, con la parola scritta?
B.: Un rapporto conflittuale. In passato addirittura un rapporto ansioso, perché non riuscivo a trovare la “mia” scrittura. Pensa che da piccola le maestre mostravano a tutti i miei quaderni per la precisione e l'ordine che avevano. Poi quel tipo di scrittura mi causò una specie di ansia, perché agli altri piaceva molto, a me per niente. Così provai a copiare alcune lettere dalle persone che mi affascinavano, per trovare una scrittura che davvero mi si addicesse. Adesso non ci faccio più molto caso, poiché non so più se devo scrivere bene o come mi sento io. Ma sento di non avere ancora una “mia” scrittura. Preferisco scrivere col pennarello ad inchiostro nero, e mi piace molto mandare sms.
Tra la parola scritta e la parola parlata, preferisci la parola parlata, dunque?
B.: Sì, sicuramente, per la sua velocità ed immediatezza, perché mi piace il dialogo, poter parlare con le persone. Il foglio e la penna li sento come costrizione. Ovviamente quando non c'è la possibilità di comunicare direttamente, sono obbligata a scrivere. Fondamentalmente credo di essere pigra per scrivere.
Tu, amica mia, fra 10 anni ... come ti immagini?
B.: Spero di sentirmi serena ed in pace con me stessa. Affettivamente parlando, conto di poter dare il mio amore alla persona giusta, dare ... poi possibilmente anche ricevere amore! Professionalmente vorrei essere realizzata nel senso che mi piacerebbe sentirmi forte, cresciuta, consapevole, autonoma, libera, indipendente.
L'indipendenza ... che cosa significa per te?
B.: Per me è l'indipendenza economica, ma non solo. E' la libertà di esprimermi, di dire il mio pensiero.
Oggi cosa può impedirtelo?
B.: Sino ad ieri, me lo impediva la mia profonda insicurezza, il giudizio degli altri. Oggi ho capito che devo stare soprattutto bene con me stessa, e credere fermamente in ciò che faccio.
Vuoi ringraziare qualcuno, Barbara?
B.: Qualcuno... Ma, in fondo ognuno ci dà qualcosa. Anche chi ci ha fatto soffrire ... In tutte le situazioni, anche quelle negative, trovi qualcosa di buono. Ringrazio anche le persone negative, che almeno mi hanno costretto a rompere con loro; così ho avuto l'opportunità di cambiare, di fare il salto in avanti per evitare l'insoddisfazione.
Un consiglio per le lettrici di Rosa Stanton? A chi vuole cambiare vita ...
B.: Ascoltare la nostra vocina interna, che tutti abbiamo. Io non l'ho voluta ascoltare per anni, mi sono ostinata a non ascoltarla. Ma bisogna essere ciò che sentiamo di essere, non ciò che gli altri vogliono. Vivere la vita e le proprie paure. A volte è proprio la paura che ti dà il coraggio di reagire. Per inseguire, per camminare, per rincorrere ... Non si è arrivate mai ...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

che bello.. non ci avevo ai pensato..scritto e parlato..esteriore ed interiore..

Anonimo ha detto...

La forza delle donne si riscopre anche nella forza di voler cambiare

Diomira Pizzamiglio ha detto...

...la paura del nulla , il terrore di essere inghiottita dal nulla.
E allora presa dal ascolti quella vocina e inizi un percorso che si chiama cambiamento.
E' andare alla ricerca di se stessi.
Grazie Barbara per questa splendida testimonianza, nessuno di noi dovrebbe mai lasciarsi andare alla deriva.
E' la forza della vita.

Anonimo ha detto...

Complimenti, Alessandra, intervista interessante: continua cosi'!

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