sabato 5 luglio 2008

EQUILIBRISMI QUOTIDIANI



IO E TU?
A cura di Maddalena Morandi


Ho appena finito di leggere un librino di Raffaele Morelli, "Non siamo nati per soffrire", che non vi consiglio, non c'è molto di nuovo rispetto a quello che il fin troppo noto psichiatra diceva circa quinci anni or sono, quando era molto meno commerciale di adesso, ma mi piaceva il titolo; perchè anche se ovvio non è scontato, per la generazione dei quarantenni, come la mia, cresciuti a pane e azione cattolica. Comunque, non è stato questo argomento che mi ha colpito, c'è un altro passo su cui vorrei riflettere con voi: è vero che in noi c'è l'eterno duello tra il bene e il male e che a volte per convenzione, il male coincide con il piacere e il bene con il dovere? Mi spiego meglio riportando un esempio che è nel libro: una paziente del dr. Morelli di giorno era una ragazza molto timida, insicura, soffriva di ansia, depressione e non riusciva ad avere rapporti sereni con gli uomini, dai quali tendeva a scappare.
Di notte invece faceva la prostituta e non aveva particolari disturbi, se non cercare di capire questa sua scissione. La storia ha un lieto fine quando lei accetta la parte "negativa" di sè .
Al di là del fatto che questa storia possa essere vera, in quanto mi sembra molto da manuale e paradossale, tuttavia si adatta bene a ciò che voglio dire.
Io spesso mi sono trovata a dover decidere tra la testa e la pancia e ha quasi sempre prevalso la testa e a posteriori mi sono chiesta se sia stato meglio o peggio e non ho trovato una bella risposta netta e sicura.
Sono certa che di sè noi dobbiamo cercare di accettare tutte le nostre sfumature, ma quando alcune ci portano a fare del "male" agli altri non è così semplice.
Voi cosa ne pensate?

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