venerdì 4 luglio 2008

TEA TIME



L’isola dell’angelo caduto di Carlo Lucarelli, La biblioteca di Repubblica-L’Espresso
a cura di Maria Luisa Pozzi

Mi piacciono i noir. Non offrono facili consolazioni al lettore come succede nei gialli. Nel noir il commissario è un personaggio tormentato alla ricerca di una verità che spesso gli sfugge.
E’ un protagonista non protagonista, spesso travolto da avvenimenti più grandi di lui e la cui logica non sempre gli è chiara, come succede al commissario di Lucarelli.

Lui é arrivato sull’isola per aver spedito in prigione un fascista, un atto dovuto, ma incauto a quel tempo, quando un Mussolini trionfante era a capo del governo. L’isola a cui approda il commissario è un luogo di confino per gli oppositori del regime e ha una sinistra qualità demoniaca che suggerisce l’impossibilità di sfuggire agli eventi.
Il commissario ha portato con sé l’amata moglie Hana che crolla sotto il peso della solitudine e, simile a una Lady Macbeth degradata, ossessivamente ascolta a tutto volume una sciocca canzoncina popolare alle cui note il commissario non può sfuggire.
L’isola è luogo di confino per gli oppositori al regime. Il signore dell’isola sembra essere il capo della Milizia fascista, personaggio demoniaco che tutto vede e tutto controlla.
Su questa isola avvengono terribili disgrazie. Ma sono disgrazie? Il giovane e bel fascista, amico del capo della Milizia, viene trovato morto ai piedi della scogliera. Caduto accidentalmente? Certamente, dice l’amico fascista. E allora quella linea bluastra intorno al collo come si spiega?
Una seconda disgrazia: la spia del commissariato, erede di una dinastia di spie, viene trovato morto. Causa del decesso: si è ingoiato la lingua, dice il capo della milizia. Ma si può morire così? No, risponde al commissario un confinato, oppositore del regime ma anche famoso anatomopatologo.

Vi siete incuriosite? Volete sapere come finisce la storia? Eh no, questo non posso dirlo.
Vi posso solo dire che il ritmo della narrazione è incalzante e che, da un punto di vista storico, sono molto interessanti le pagine che presentano uno spaccato della vita dei confinati.

Fatemi sapere cosa ne pensate, della storia e della sua conclusione.

Ne parliamo dopo che l’avrete letta.

Buone vacanze. Un abbraccio a tutte voi da
Maria Luisa

2 commenti:

inattesa ha detto...

Anni fa, in una sera d'estate, andai ad un incontro con carlo lucarelli accompagnando un'amica, sua accanita lettrice.
C'era anche un piccolo spazio libreria e alla fine della serata comprai un suo libro per farmi fare una dedica.

Ricordo che scelsi un romanzo a caso, mi misi in fila e, quando arrivò il mio turno, gli dissi "sono una lettrice di noir ma non ho mai letto uno dei suoi libri, questo sarà il primo".
Lui mi chiese qual era il mio scrittore preferito, glielo dissi e lui mi rispose sorridendo "ellroy è molto pià bravo di me".

Il libro era l'isola dell'angelo caduto.
Molto bello.

Dopo aver letto il tuo post sono andata a cercarlo, l'ho aperto e ho riletto la dedica scritta con un pennarello nero "a plainsex, che fatica eguagliare ellroy. carlo lucarelli"

Maria Luisa ha detto...

Piacevolissima la tua lettera. Spero che la leggano in tanti. Abbracci.
Maria Luisa

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