Qualcosa è cambiato
a cura di Margherita Matera
Guardando quest’immagine mi sono chiesta come camminerebbe Melvin (Jack Nicholson), il quale in “Qualcosa è cambiato" (1997), aveva la fissazione di mettere il piede sempre su una superficie definita. Una mattonella. Una pietra. Le strisce pedonali.
E qui?
In questo assurdo spazio maculato?
Come procederebbe?
Il Design è, a volte, così sorprendente, da disorientare.
Questo potrebbe essere un iperspazio, ha mille profondità eppure sempre due dimensioni soltanto, perché, a pensarci bene, è un puntinismo talmente uniforme che non importa avercelo su una parete o una poltrona. Se ci si allontana è solo un foglio bianco macchiato di colori. Si confondono le proporzioni e se ne creano di nuove.
È un sentimento. Non ha un verso. Non ha un’unica dimensione. È diviso. Unito. Puntinato. Intero. È un métàspazio. È confusione.
Ci si può mettere a sedere e sentirsi addosso i colori.
Ci si può immergere.
7 commenti:
Ma lo devi dire che questa e un'opera di Yayoi Kusama, grande artista giapponese quasi ottantenne.
Ops...hai ragione, chiedo venia...Lei è veramente eccezionale...secondo me ha una concezione del tutto femminile del mondo...
Non conosco l'artista che ha fatto quest'opera,ma appena ho visto la foto mi sono venute in mente delle lenzuola e mi son sentita pervadere dalla voglia di buttarmci su, dentro, sotto........tutti quei pois su di me.
Che meraviglia!
Cara Diomira ti consiglio una ricerca per immagini su Yayoi Kusama....ne vale la pena!
Viene voglia di evadere di non seguire più le regole, strisce pedonali o scacchiere disegnate sul pavimento, ma lasciarsi prendere e portare dallo spazio.
sì Maria Cristina, credo che l'intento sia quello...è la stessa impressione che ho avuto io. a me trasmette leggerezza, quella che, ogni tanto, è un bene avere... ;)
Posta un commento