giovedì 29 maggio 2008

La Dolce Vita di Ludovica



LA MODA CI PIACE VINTAGE
A cura di Ludovica Falconi

Negli ultimi 30 anni l’alternarsi di tendenze ha iniziato a susseguirsi a ritmi sempre più frenetici, inglobando il mondo delle sottoculture e dando così vita uno ad stile frammentario ricco di contaminazioni provenienti da altri paesi, classi sociali, generi e culture.
Vivendo nell’ epoca della riproducibilità tecnica, in cui tutto è ripetibile e soggetto a leggi di mercato e dove tutto è già stato creato, l’originalità sta nel fatto di reinventare un passato da cui non si può prescindere tenendo conto della globalizzazione che contraddistingue la nostra epoca.
Esercizio formale o gioco, la moda odierna ci permette di cambiare i paradigmi del nostro corpo ogni giorno, tornando indietro nel tempo e viaggiando attraverso esotici paesi.
La moda è un processo circolare, vittima anch’essa di corsi e ricorsi storici, che i consumi di massa hanno reso ancora più fulmineo e difficile da analizzare ma è sicuro che ogni esagerazione è sempre seguita da un periodo di rassicuranti esigenze.
Dopo secoli di corsetti Chanel ha liberato la sensualità delle donne, ma negli anni ’50 il new look di Dior ha decretato il ritorno di una femminilità idealizzata e, non è un caso, che se dopo le trasgressioni degli anni ’80 il decennio successivo sia stato contraddistinto da semplicità e minimalismo.
Oscar Wilde afferma che la moda cambia perché è brutta, dichiarazione troppo estrema ma che fa riflettere sul sentimento di rifiuto che si prova per la moda appena conclusasi a favore delle novità.
La delusione che l’uomo prova di fronte al raggiungimento della cosa tanto desiderata si riversa nella voracità con cui si cambia d’abito.
Ora, in cui tutto è già stato creato, il vintage è stato consacrato come nostalgica esigenza che permette di giocare con un passato, non troppo recente, e di usare simbologie che possiamo mischiare e cambiare ogni giorno.
Vivienne Westwood, per esempio, negli anni ’80 reinventa il gotico romantico tardo settecentesco decontestualizzandolo con materiali come pvc e lattex ed amalgamandolo ad atmosfere punk. Dopotutto la moda è un gioco.

2 commenti:

Alessandra Lumachelli ha detto...

approvo. Se siamo uniche, e lo siamo, come possono chiederci di indossare abiti tutti uguali, come divise?

Ludovica ha detto...

un pizzico di trasgressione nella vita ci vuole sempre e la moda e il modo più innoquo du trasgredire..

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