sabato 23 febbraio 2008

MEMORIE RESISTENTI



Dedicato ai tromboni vocianti- Le tavole incise sulla pelle- ovvero non nominare il nome nostro invano-
a cura di Simonetta Ramacciani

- Risponda presto alle domande.
In calce ci sono tutti i dati.
- Aspetti, ancora un attimo, la prego.
- Se aspetta ancora un pò, non si porrà più il problema.


Il risultato netto, una striscia rosa in mezzo al bianco,
mentre la vista si annebbia, rosa confetto rosa pallido
rosa di petalo sfiorito, rosa di lavatura di carne,
bocca che si fa arsa, e lui non c’è a dissetarla con sorsi di comprensione.
Un momento fa ero io e basta.
Oggi sento un fiato entrare dall’ombelico.
Un momento fa era una vita fa.
Ora sono due, dicono, è previsto che lo sia.
Non so dirmi ancora perchè , sorelle.
Non me ne vogliate.
A corrermi su per gli umori caldi della pancia,
c’erano eserciti pullulanti di possibilità.
Possibilità che da due corpi intrecciati si ritorni pregni, pieni,
ridondanti e inconsapevolmente
madre.
Chi lo ha detto che i cartoon non fanno paura bimba mia?
Quelli che mostrano piccoli lombrichetti in corsa,
con musichette da aereoporto, lombrichetti che si arrampicano rapaci
in cerca della terra da concimare.
Io lo so come è che accade. Lo sapevo bene...
Lui biondo rame, tutt’ossa, che non ci capiamo.
Biondo rame, che ci prendiamo di notte, e non lo fermo.
Ripenso all’istante esatto in cui l’ho sentito, che poi non sarebbe stato uguale.
Fotogrammato, impresso, per sempre in quello spazio insolito,
della memoria, psiche inconscio simbolico sogno coscienza
Ma aggiro vagolando tra le definizioni,
parole che non sanno definire, e nel frattempo prendere a prestito
mappe preconfezionate, l’anima.
Non si è fermato. Per amore solo per amore.
Che il piacere ancora non lo conoscevo,
continente ancora inesplorato.
Prendere in grembo le sue ossa, è stato come riporre un gioco nel cassetto,
contienimi...che ti contengo.
Assi di legno che scricchiolano sotto il peso,
e aspetta...non la prendo la pillola,
e aspetta.......
Fiume di latte chiaro, ossa capelli pelle.......
se mi ami ti accolgo, se mi senti
Ti ascolto...se ritorni da me, ora...
Le donne lo sanno. Lo potrebbero sapere.
Se il corpo le appartenesse ancora.
Sinfonia di lune che tornano cicliche. E cantano, basta mettersi in ascolto.
Lo dicono le vecchie tele tramandate, di madre in madre.
Fondi di caffè scrutati ai bagliori di un fuoco.
Odore di muschio bagnato, umido antro che si colora, mentre cambia l’umore.
Mentre tutto intorno corre, e ti vorresti fermare.
Ad ascoltare il silenzio.
Non sarà l’esercito dei condottieri di cristo, o l’intera collezione di anime pie.
a crescerti, mio intreccio di ribosomi, nucleidi peptidi amminoacido pluripotenziale.
Non me ne vogliate.
Non sanno nulla, ma come sempre pretendono di saperlo.
Quelli con la barba rossa, e pancia grossa.
Affacciati ai balconi mediatici, come le trombe dell’apocalisse
Infilano ferri roventi fra i denti, e pompano ingiurie tracotanti oltre la decenza
I miei sogni, che ne sai tu.
Che ne sanno tutti, quelli che si consentono.
Consentimi di non ritenerti degno di sapermi.
Incubatrice di sogni indotti, eucarestia di sogni.
Sacrificio di sogni.
Mistica della mistificazione, incenso che brucia,
e oscura gli sguardi, contaminato dai vostri fantasmi.
Non ci si sbarazza con indolenza, di quei sogni pullulanti.
E accade pure che ogni bambino che guardo, ha gli stessi occhi verdi
di ragazzo magro tutt’ossa, che non ci capivamo.
Ora vorresti che le trombe dell’inferno suonassero, traghetto pronto,
per gironi senza pentimento.
E allora prendi la mia vita e mangiala, che non mi appartiene più.
Io so contenere. Umido calice di pelle sottile.
Io. Solamente io.
Noi. Solamente noi.
Non me ne vogliate, sorelle.
Questo lo posso dire qui, tra noi.
.Si fanno giuramenti solenni, sul proprio intimo mandala.
Tutte le ninnananne che sapevo. Come un mantra laico che lenisce.
Non sarà più uguale, dopo.
Io non lo sono stata.
Ma non permetterò a nessuno di riscrivere la nostra storia.








Ho voluto dirlo in questo modo.
Proprio perchè le memorie-resistenti resistono all'assalto di strombazzanti
perpetuatori di reprimende dal sapore antico.
Basta poco, per cancellare anni di conquiste.
E i linguaggi cambiano, ma le sensazioni e la sostanza no.
Carissime, presto vi aggiorno sulle iniziative per l'otto Marzo qui a Roma.
Oggi alla casa delle donne ci sarà un'assemblea, si decide per la manifestazione
e si prepara il manifesto.
Mai come oggi è importante esserci.
Io sarò qui e vi farò report dalla giornata anche se non sarò
a Bologna con voi.
Un abbraccio.
Simonetta Ramacciani.

1 commento:

Maddalena ha detto...

Complimenti Simonetta, tanti!

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