lunedì 26 novembre 2007

EstremaMente



A Libera, mia nonna, che cammina in altri boschi.
di Antonella Passoni


Guardavi dalla finestra senza parlare, forse ricordavi, mentre contavi i giorni della tua solitudine. Bevevi il caffè da una tazzina sbiadita.Per te era importante e la usavi da sempre,da quando eri sposata.
D’autunno, sapevi dei boschi con le castagne dentro e d’estate, quelli con le ciliegie. Trovavi radici buone che mettevi nelle tasche, tra agli occhiali ed il fazzoletto.
La confusione non ti piaceva e taciturna, stavi per i fatti tuoi.Passavi le giornate con l'orto ed i gerani e se la giornata era buona, sorridevi. Avevi un sorriso bello e bianco, perché bella, lo sei stata per davvero.
Mi hai insegnato le preghiere degli angeli custodi e la domenica, andavamo in cimitero a trovare i morti. Salutavamo tutti e dopo si mangiava il gelato.
Poi, hai deciso che così bastava, ti sei chiusa nel tuo letto ed un giorno te ne sei andata.
In silenzio come sempre. Senza nemmeno salutarmi.

5 commenti:

IleniaF ha detto...

Cara Anto,
che bell'immagine che hai dato di tua nonna, ma soprattutto che bel ricordo che porti con te.
Credo che i nonni siano per tutti delle figure fondamentali per la crescita e per la formazione di ognuno.
Io, ad esempio, quando mi chiedono di raccontare degli episodi legati all'infanzia piacevoli o dei quali ho un gran bel ricordo, parlo sempre dei bei momenti trascorsi con i miei nonni sia paterni che materni, per me sono sempre stati dei punti di forza, delle persone da prendere ad esempio, esempi di rettitudine ed esperienza.
Grazie Anto, sono convinta che tua nonna sarà stata fiera di avere una nipote come te!

Maddalena ha detto...

Si Antonella, la tua nonna sarà fiera di te e se l'ascolterai ora ti parlerà più di prima, dal profondo del tuo cuore. Purtroppo non ricordo esattamente questa frase che io trovo bellissima, ma te la scrivo a orecchio: "le persone che se ne sono andate, non è vero che non ci sono più, sono ovunque noi siamo" .

Anonimo ha detto...

Ciao Ile,Ciao Madda,far rivivere in poche righe una nonna che non a caso è materna,in me,genera un contatto autentico con la sfera della mia femminilità.

margantonio ha detto...

nella mia vita ho visto andarsene non tantissime persone care, un amico caro (dal quale mi ero staccato da qualche anno), qualche zio, qualche altro parente, il nonno...
la nonna materna invece è stata un'altra storia, improvvisamente anche lei, forse nel modo più bello, senza sofferenza.
non scorderò mai come stringevo la porta che dava accesso alla sala dove era allestita la sua salma, non ho voluto andare al funerale, non ho voluto vedere quando veniva chiusa nella bara.
voglio e vorrò sempre conservare di lei l'immagine di quando andavamo nell'aia a dar da mangiare alle galline o quando mi insegnò a mungere il latte da una mucca o quando nel pomeriggio mi dava i biscotti (quelli coi tre buchi) da bagnare nell'acqua con lo zucchero che a me piacevano tanto.
perchè ho risposto a questo blog?
ora mi si appanna la vista, una lacrima, sono passati 20 anni oramai...anzi quasi 21 da quel capodanno del 1987

Anonimo ha detto...

natale è anche ricordare, ed bello anche se triste.buon natale antonio

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