Grazie a Maria Cristina, mi ha fatto piacere vedere che vi state muovendo per promuovere Rosa Stanton. Grazie anche alle altre "Embedded" che lo hanno fatto in passato. Stiamo diventando un vero gruppo che si allarga sempre di più, vedrete fra qualche giorno avremo una bella sorpresa.
Intanto lanciamo la nostra nuova corrente di pensiero che abbiamo chiamato "pink wave". Amelia Di Pietro, che collabora da poco con noi, ve la illustra nell'articolo che segue scritto per il concorso "Vestirsi di emozioni".
P.F.G.
Dalla Stanton alla pink wave
di Amelia di Pietro
Harriette Stanton Blatch è il nome scelto per rappresentare la scuola di scrittura creativa diretta dalla scrittrice e giornalista Patrizia Finucci Gallo. Il nome di una donna talmente temeraria che riuscì ad organizzare, all’inizio del '900, un corteo di 5000 donne per richiedere il suffragio universale.
Oggi i tempi sono cambiati e alcuni diritti sono stati faticosamente acquisiti. Tuttavia permane intatta nel tempo la voglia di esprimersi e di raccontarsi, con la stessa grinta di allora e con la medesima voglia di cambiare il mondo. Ma anche con il desiderio di individuare una chiave di lettura non scontata, filtrata dalla sensibilità che solo le donne posseggono. E ancora: dalla delicatezza e dal coraggio proprio di questo sesso, che di debole ha ben poco, dalla volontà di apporre uno sguardo attento che scavi a fondo nelle emozioni. Sempre. Alla ricerca dell’essenza. Con grande alacrità e audacia.
Ed è proprio per tenere fede a questi propositi che è nata a Bologna nel 1998 la scuola di scrittura femminile Harriette Stanton Blatch. L’intento, su cui ancora si lavora, è dare voce alle donne, al loro particolare modo di comunicare attraverso le varie tonalità concesse dall’arte del calamaio. I corsi organizzati offrono la possibilità di esprimersi attraverso diversi livelli di scrittura: autobiografica, narrativa, poetica, psicologica.
La scuola non solo vaglia i territori della letteratura e della ricostruzione della storia femminile, intensificando nel tempo la propria attività fino a diventare un centro propulsore d’iniziative; ma spazia in diversi settori con lo scopo di contaminare attivamente la cultura e la società tutta con una “pink wave” che permetta di ritrovare la peculiarità femminile.
Da un’attenta ricognizione dei racconti pervenuti da tutta Italia, grazie al concorso “Vestirsi di emozioni”, è emerso un dato importante. La scrittura femminile, in questo particolare momento, è assai meditativa, particolarmente sofferta con una tendenza all’autolesionismo e all’autodistruzione.
Affiora il quadro di un mondo femminile emaciato, percosso dalle continue pressioni sociali e familiari cui le donne sono sottoposte. Inoltre risulta una considerevole concentrazione emotiva ed espressiva rispetto a relazioni sentimentali, sempre più fragili e incerte. Scopo della Pink wave è quello di restituire nuovo vigore a queste donne. L’idea è fornire una chiave di lettura più ironica, emotivamente “alleggerita”, riguardo gli episodi della vita. Nella filosofia della scuola alberga la persuasione che le donne abbiano tutte le possibilità per avvalersi di una scrittura viscerale ma anche sarcastica, mordace come un rimprovero e tenera come una carezza.
Obiettivo: accrescere in esse il desiderio di dipingere di rosa la terra per renderla più bella. Ma di un rosa intenso, vivace e beffardo.
3 commenti:
CIAO ILE SEI TROPPO FORTE! COMPLIMENTI A TUTTE PER IL BLOG, CONTINUATE COSI'. VI SEGUIAMO APPASSIONATAMENTE E COGLIAMO L'OCCASIONE PER AUGURARE A LUDOVICA, VOSTRA NEW ENTRY, UN IN BOCCA AL LUPO.
Cara Biancaneve,
grazie per i complimenti!
Spero che tu continuerai a seguirci!!
E' vero: il concorso ha fatto emergere un mondo femminile davvero vasto e interessante.
Un pò lo sapevamo già ma le conferme fanno sempre bene e danno forza a continuare.
Posta un commento