giovedì 4 ottobre 2007

Interviste


NO BARRIERS
a cura di Diomira Pizzamiglio e Antonella Passoni

"Sinora si è agito all'insegna del motto olimpico citius,altius,fortius,(più veloce,più alto,più forte)che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civiltà,dove l'agonismo e la competizione non sono la nobilitazione sportiva di occasioni di festa,bensì la norma quotidiana e onnipervadente.Se non si radica una concezione alternativa,che potremmo forse sintetizzare in lentius,profundius,suavius(più lento,più profondo,più dolce),se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere,nessun singolo provvedimento,sarà al riparo dall'essere osteggiato,eluso o disatteso".Questo elogio alla lentezza è stato tratto da "Il viaggiatore leggero" di Alexander Langer,pensatore sudtirolese,fautore di una riconversione radicale della società.Anche per Arne Naess,filosofo norvegese,gli esseri viventi dipendono gli uni dagli altri,nella grande trama della vita.In questo clima di connessione post-New Age,Diomira ed io abbiamo interagito polverizzando le barriere.Eccovi l'intervista che Diomira ha fatto a Massimo,Guida Alpina e mio carissimo amico.



Che cosa spinge una persona a diventare Guida Alpina?
Mi sono avvicinato alla montagna grazie alla forte passione che per questo ambiente, nutrivano i miei genitori. Assieme a loro ho conosciuto e affrontato le prime salite.Dalle escursioni alle vie ferrate durante la stagione estiva,con la pratica dello sci alpinismo durante l’inverno.
Sempre alla ricerca di un miglioramento della conoscenza personale, ma anche per poter realizzare il sogno di ‘vivere’ la montagna, ho deciso di intraprendere l’attività di Guida Alpina.
Come sei arrivato a fare da guida ad una persona non udente? Il primo contatto con L.si è svolto come con un normale cliente, lui ha chiesto di effettuare una salita ed io lo ho accompagnato. Da una rivista di alpinismo L. mi ha fatto vedere delle foto con delle persone che salivano delle creste innevate in alta montagna e mi ha detto: "voglio fare questo". Era ciò che dovevo sapere, era quello il suo obiettivo e i suo desiderio. Abbiamo iniziato con salite semplici, sia come difficoltà che come lunghezza, per poi aumentare il livello poco alla volta. Soprattutto le prime gite sono state per me difficili, non per l'impegno alpinistico, ma perchè avevo bisogno di imparare a relazionare con una persona la cui capacità espressiva è limitata. Io non ho alcuna formazione specifica in merito né dal punto di vista didattico né da quello generale. Era evidente che la motivazione di L. era notevole e che non vi erano difficoltà di tipo motorio o atletico, anzi. L'unico disagio riguardava la comunicazione, che non è certamente poco, ma che poteva essere affrontata.
Da parte mia ho cercato di comportarmi nel modo più naturale possibile, come con un cliente qualunque, considerando L. prima una persona e un alpinista, e poi un non udente. Sembra una considerazione ovvia, ma non è così immediato.
Che difficoltà può incontrare un non udente in montagna?
Il non udente non è in grado di percepire i rumori che provengono dall'ambiente e quindi è più esposto a rischi oggettivi. Per esempio non sente il tuono che anticipa il temporale, non percepisce il rumore della valanga o di una scarica di sassi. Sono segnali che permettono all'alpinista di muoversi nell'ambiente alpino con le dovute attenzioni, che fanno capire se il meteo oppure la neve avranno una evoluzione favorevole o contraria.
Durante le gite questi problemi "ambientali" devono essere gestiti dalla Guida Alpina (in ogni caso, anche con persone normodotate), per cui alla fine le difficoltà sono esclusivamente di comunicazione.
Ovviamente il discorso è diverso se è la persona non udente a condurre la gita.
Come riesci a tranquillizzare una persona non udente in una difficoltà?
Su questo problema in realtà non ho trovato alcun problema. La tranquillità di un cliente è direttamente alla tranquillità e alla sicurezza espresse dalla Guida Alpina. Tali espressioni non sono verbali o comunque sono molto più rilevanti i comportamenti non verbali, e una persona non udente non ha alcuna difficoltà ad interpretarli. La fiducia che i clienti ripongono nella Guida Alpina è totale.
Piuttosto mi sono trovato talvolta a dover spiegare come affrontare un passaggio o come utilizzare correttamente un attrezzo. In questo caso è stato sufficiente mimare la spiegazione per risolvere il problema.
Ci racconti un'emozione, momento vissuto con il ragazzo non udente durante un'escursione?
Le emozioni sono molte, ogni salita riuscita porta soddisfazione e momenti intensi. Sono le emozioni e i racconti che si hanno con tutti i compagni con cui si va in montagna.








9 commenti:

IleniaF ha detto...

Care ragazze,
complimenti davvero!!!!
Mi è piaciuta molto l'intervista e l'introduzione scritta da Anto, siete davvero brave.
E' un bell'argomento che ci da la possibilità di avvicinarci a delle tematiche che purtroppo consideriamo sempre marginali.
Un elogio alla guida alpina per la responsabilità, ma anche alla naturalezza con il quale ha affrontato la guida con il ragazzo non udente, grande prova di coraggio, davvero complimenti!

Anonimo ha detto...

Grazie,Ilenia.
L'argomento è per un target di nicchia:sportivi,
sportivi/disabili,disabili,
uomini/donne con senso civico....

IleniaF ha detto...

Indubbiamente non è per tutti,
però sono delle belle esperienze di vita che ci aiutano a crescere, non trovi?

Diomira Pizzamiglio ha detto...

aiutano, aiutano...

Maria Cristina Campagna ha detto...

Sono d'accordissima sull'elogio alla lentezza, ma credo sia dura in una società come questa! Ammirevole la guida alpina e sono certa che persone così ce ne saranno sempre più.

Baci

Anonimo ha detto...

si ilenia, fanno crescere,anche se crescere è difficile e non si smette mai(citazione rubata a p.f.g.)
l'obiettivo è quello di dare luce ad un mondo ancora pieno di tabù
e desideriamo farlo senza pesantezza,senza pietismi autocelebrativi,senza luoghi comuni.
non sono una tecnica che lavora con i disabili e non orbito in questo contesto,però diomira si e se posso cerco di imparare da lei informandomi ,informandola.
se sento che un non vedente ha toccato la cima dell'everest ,lo racconto.come ho fatto per nives meroi.tutto qua.

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Ed è bello crescere insieme.
Senza tabù, reciproci.
E' importante misurarsi e accostarsi all'altro, chiunque sia.
Grazie Anto

IleniaF ha detto...

Ragazze grazie a voi che ci date la possibilità di poter scoprire un mondo che viene di solito compatito o al quale ci si avvicina con un certa forma di pietisismo, se mi è concesso il termine.
O mi sbaglio?

Anonimo ha detto...

ilenia,il pietismo e la commiserazione,alla fine, credo siano i mali minori.quello che a me fa davvero incazzare è l'indifferenza,il totale disinteresse e la conseguente emarginazione.

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