DEARCHITETTURA
a cura di Margherita Matera
Probabilmente questo pezzo non ha nulla a che vedere con l’Architettura, o forse ne è proprio l’essenza. Ho scelto come immagine quella dei corridoi dell’albergo Puerta America di Madrid. È significativa perché è formata da superfici riflettenti, ognuna disposta in un piano differente. Chi è al suo interno, sente lo spazio in modo alterato…sfaccettato…bugiardo. La mia riflessione va, forse, oltre il ragionamento architettonico perché spoglia l’Architettura rendendola Dearchitettura, dove il De è privativo, privativo dello stesso spazio. Può capitare. La visuale si restringe, il materiale diventa chiuso e perdiamo lo spazio. Non sempre siamo all’interno o all’esterno di qualcosa, non sempre l’Architettura è in grado di creare. Il Vuoto. La sensazione che possiamo associare ad un luogo, io la definisco “perdita di spazio”. È utopia, intesa come non luogo, e lì, si arresta l’Architettura. Non si hanno proporzioni, non c’è Vitruvio, Leon Battista Alberti, Palladio, non c’è disegno e nemmeno foglio. Non c’è idea. È un’implosione, ci arriviamo dentro. È un’immagine surreale piuttosto che un concetto rinascimentale. È assenza eppure c’è forma. Così mi fermo, rileggo il mio scritto e percepisco la perdita. Ora dovrebbe fermarsi anche il tempo perché io, oggi, non ho più lo spazio.
11 commenti:
In fondo tutto ha origine dal Kaos
si, Katia....è esattamente quello che penso anch'io...
A me però il Kaos, mi dà l'idea di riempimento più che privazione. E' anche vero però che il Kaos è privo di ordine. Ossignur! E' come sapere il sesso degli angeli!
dal Kaos alla ricerca di un ordine? perfetto e superiore?
io direi superiore....se arrivassimo a trovare quello perfetto potremmo arenarci....
Più che caos o perdita di spazio e/o tempo, io lo definirei libertà...
Senza nè regole nè confini ci si libera dai condizionamenti e quindi ci si dovrebbe esprimere come mai si è fatto prima, ma così non è ovviamente!!
Abbiamo così fortemente bisogno di regole e di confini che senza ci sentiamo persi: questo credo sia la verità. E' come pensare alla grandezza ed immensità dell'universo intero, mi viene il mal di testa!!
Scusa Maggie se forse non ho colto per il verso giusto il tuo post, ma è a questo che mi hai fatto pensare.
Complimenti comunque per gli spunti che trovi: l'accostamento tra architettura ed esperienze umane va pienamente d'accordo.
Ely
il mio post era volutamente Vuoto...per una sensazione dispersiva provata riflettendo...così ognuno ha colto secondo il suo sentire...chi c'ha letto Kaos, chi libertà, chi c'ha visto riempimento e chi ha pensato alle regole... mi sono piaciute tutte le vostre reazioni e vi assicuro che nessuna è "andata fuoti tema"...perchè non c'era tema, appunto!
Quindi Ely, non preoccuparti e grazie!
Carissima Maggie,
interpreto il tuo post come qualcosa di molto intimo e personale. Sai che in questo momento è la sensazione che sto provando anch'io...vuoto, io che mi perdo nello spazio, che non riesco a trovare uno spazio per le persone care e per gli amici, e sai bene a cosa mi riferisco.
Intanto vorrei dirti che sei molto brava a descrivere le tue sensazioni attraverso la materia che tu ami, riesci bene a coinvolgere chi ti legge.
E a far riflettere.
Cerchiamo di trovare un punto di unione nel vuoto che entrambe sentiamo dentro?
ciao Ile...si, potremmo incontrarci a metà vuoto...
Non credo che si debba disperatamente cercare tra il kaos e l'ordine, il giusto modo di affrontare i propri spazi personali, architettonici o quel che sia. E' come se volessimo cercare il buono e il cattivo della situazione. Chi predilige il Kaos ha un metodologia di affrontare le situazioni differente da chi è sostenitore dell'ordine, ma per entrambi questo loro pensiero trasmette riempimento e libertà. L'importante è sentirsi appagati dal proprio modo di vivere la vita e quindi l'architettura.
By Anonimo&Conosciuto
..........l'ho sempre detto che sei un pozzo di saggezza....
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