lunedì 1 ottobre 2007

9 mesi e 1/2

SCELTE E RISPETTO
a cura di Ely

Storia di una gravidanza. Test positivo e poi via, subito dal ginecologo per sapere a quali innumerevoli e, utili, esami sottoporsi. Il protocollo ne impone una serie lunghissima da seguire in ogni preciso periodo gestazionale. Per non parlare di regimi alimentari, acido folico e tanto altro ancora. Ma fin qui, ancora bene. Quanti anni hai? 35. E allora, magari, sarebbe meglio fare anche l'amniocentesi. Il rischio di malattie genetiche è molto più alto a quest'età e poi, il protocollo, lo prevede. La percentuale del pericolo di aborto è ridotta quasi allo zero. Non occorre preoccuparsi. Ma che significa: non occorre preoccuparsi? E se il referto non è come “dovrebbe essere”, come non preoccuparsi? Come reagire ad una tale situazione? E se i risultati fossero sbagliati?

Il 25 settembre 2007 leggo un titolo che attira subito la mia attenzione. Due coniugi sardi, entrambi portatori sani della beta talassemia, due anni fa chiesero di poter eseguire la diagnosi preimpianto sull'embrione crioconservato. Il primario si rifiutò appellandosi alle leggi vigenti in materia. L'iter legale proseguì sin quando il giudice Maria Grazia Cabitza, del Tribunale di Cagliari, emette la tanto attesa sentenza che impone, all'ospedale ed al medico incaricato, il controllo dello stato dell'embrione per verificare se possa essere colpito da talassemia. E, solo nel caso in cui l'embrione sia sano, il medico procederà all'impianto e alla gravidanza.
Un seguito di commenti di ogni genere e fonte si sono poi succeduti. Chi a sentenziare incompetenze, chi ad asserire. Insomma, le solite cose. Come sempre è stato in altre simili occasioni, personaggi illustri e non hanno sguainato le loro spade taglienti (lingue) emettendo sentenze di ogni genere e grado, solo perché la loro intelligenza o la loro educazione e cultura gliene davano, come dire, il diritto.
Ricordate la storia apparsa sui giornali diversi mesi fa che riguardava una mamma che non aveva voluto far nascere il suo bambino perché le era stato comunicato che sarebbe nato con delle gravi patologie? Non starò a raccontarla nuovamente, sinceramente non mi fido molto dei fatti di cronaca dai grandi titoli e contenuti troppo superficiali. Mi ricollego ad essa perché nello stesso periodo lessi, sulla rubrica “Invece Concita di Concita De Gregorio” del settimanale D, la lettera di una madre che raccontava il suo dolore per aver deciso di non far nascere la sua bambina. “Incompatibile con la vita”, questo il titolo. Una grave cardiopatia diagnosticata alla ventunesima settimana impose con fretta disumana una difficile decisione: interrompere la gravidanza. Queste le sue parole.
“E allora la decisione viene dal cuore. Mio, della mia bambina, del suo babbo. Diventare un angiolino. Un neonato quando viene alla luce ha bisogno di due sole cose: il calore dell'abbraccio della sua mamma e il latte. Sono piccolini, poche decine di centimetri per pochi chili, proprio per essere avvolti meglio dall'odore, dal calore della mamma. Smettono di piangere così.(...) Se io e la mia bambina avessimo vissuto cent'anni fa, l'avrei messa al mondo, qualcuno me l'avrebbe avvolta in un panno pulito e me l'avrebbe data. L'avrei tenuta tra le mie braccia,e lì, misteriosamente ma serenamente, sarebbe morta.
Oggi no. Oggi la mia bambina sarebbe nata, i nostri sguardi non si sarebbero neppure incrociati, non avremmo neppure sentito l'odore l'una dell'altra. Lei non avrebbe mai sentito il calore della mia pelle o il sapore del mio latte.(...) Avrebbero cominciato a cercare di riparare quel cuore rotto ancor prima di nascere. Magari riuscendoci. Almeno per un po'. Qualche ora, qualche giorno, a essere sfortunati qualche mese. Quaranta centimetri di dolore. Perché si sa cosa comporta una ferita. Il dolore di un intervento chirurgico. Noi adulti lo sopportiamo perché sappiamo che domani passerà lei no, non avrebbe mai saputo che la sua mamma lo stava facendo per lei. Non avrebbe mai capito il perché di tutto quel freddo e di quella solitudine di quel male. Questo sarebbe successo, oggi, alla mia bambina.(...)
Magari ho sbagliato. Non lo saprò mai. Ho sbagliato? Ditemelo voi sapientoni. Voi che parlate di aborto selettivo e paragonate quello terapeutico alla rupe di Sparta? Mi sono state prospettate due possibilità: andare avanti e vedere cosa sarebbe successo sperimentando un pò di chirurgia sulla sua pelle, o interrompere in fretta la gravidanza e salvarla dal dolore sacrificando me stessa. Ho scelto la seconda possibilità. Ho tutelato lei. E forse, in casi come questo, sarebbe meglio un po' di silenzio”.

Una scelta difficile, la sua. Come quella di tante altre donne.
Non sono in grado di aggiungere altro alle sue parole, o di commentare o di schierarmi. Ho voluto far parlare il suo dolore. Per riflettere. Perchè non sempre scegliere è meglio di non scegliere.
Ma non per questo si deve dibattere se scegliere sia religiosamente, moralmente, eticamente, o umanamente giusto o sbagliato.
Questa scienza-conoscenza-informazione a volte, purtroppo, ci mette davanti ad un bivio che ancora non ha creato dei precedenti di moralità accettabili dall'umanità. E giudicare risulta troppo facile. Certe situazioni si capiscono solo quando ci si è dentro...
Quindi, per favore, un pò di rispetto.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah interessante! Buono a sapersi, grazie per l'informazione.
A te dico in bocca al lupo, è normale preoccuparsi e ti vengono mille paure, ma nella maggior parte dei casi tutto si svolge per il meglio :-) quindi se puoi cerca di rilassarti, stressarti troppo non fa bene nè a te nè al bambino.
Ciao!

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Il problema del rispetto delle scelte delle donne è troppo influenzato dalla cultura. Di fatto direi che si tratta di accettare l'idea di autodeterminazione. Ma sono per prime le donne che secondo me troppo spesso non hanno rispetto per se stesse. Bel post coraggioso. Brava.

Anonimo ha detto...

Ciao Elsa benvenuta
Ti ringrazio due volte per il tuo intervento: primo per il tuo interesse, secondo perchè mi hai fatto notare di non essere stata molto chiara nella prima parte tanto da dover effettuare una piccola modifica. Per il momento io non sono in attesa, volevo parlare in generale ma a quanto pare non ci sono riuscita tanto bene.
Spero che ora sia più chiaro il mio articolo.
Sia ben chiaro che però le cose che ho scritte le sento davvero: non sono per gli schieramenti, e quando ci si trova in mezzo a certe difficili e delicate situazioni sono tanti i fattori che intervengono.
Ed il rispetto è la prima forma di umanità. Che poi sia solidale, contrario ecc questo è tutta un'altra storia.
Grazie ancora.
Ely

Anonimo ha detto...

Ciao Anna Grazia
sai apprezzo tantissimo il tuo complimento perchè so che arriva da una persona forte e determinata che di lotte ne sa qualcosa.
Ti ringrazio ed hai ragione: certi retaggi dovrebbero sparire prima o poi.
Ely

Giulia Lu Mancini ha detto...

ciao Ely
molto bello il tuo post!
Io penso che oggi con tutti gli strumenti scientifici che abbiamo a disposizione forse ci troviamo di fronte a dilemmi molto più grandi di noi, che forse non avremmo (pensate al dilemma di "staccare la spina" quando qualcuno è tenuto in vita solo da macchine). Concordo con te sul rispetto delle scelte che una donna fa perchè sempre e comunque sono attraversate da tanto dolore.

Maria Cristina Campagna ha detto...

Io ho fatto l'amniocentesi a 38 anni e ho avuto una splendida gravidanza. Se ci fossero stati dei problemi nel feto non so cosa avrei fatto. Devi trovarti lì per capire e prendere una decisione. Sono d'accordo su chi decide di farla per dare in qualche e raro caso la possibilità di scelta. E' personale sicuramente difficile e da rispettare.
Baci

Anonimo ha detto...

Cara Lu' e cara Maddalena
vi ringrazio per i vostri interventi. Sai Lu' è difficile parlare di questi delicati argomenti ma credo che sia giusto farlo.
E per Maddalena sono contenta per la tua esperienza positiva: gli esami comunque sono utili ed importanti e trovo giusto che si facciano. Anch'io a suo tempo ne ho fatto diversi, vedi ecografia della translucenza fetale o plica(non mi ricordo se è il termine giusto!?), il tritest ecc.ecc.
E i pensieri prima di riceverne l'esito erano tanti. Come lo erano ogni volta che facevo quello della toxo, ovviamente. Ma questo è il percorso.
Un bacione
Ely

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