lunedì 17 settembre 2007

Ricevo dallo scrittore Matteo Bortolotti e pubblico: vediamo di esserci

Ciao a tutti,
alle amiche e agli amici. Non vi ruberò troppo tempo e mi scuso in anticipo se di questo messaggio vi arriverà più d'una copia. E' che ci tengo che arrivi a più gente possibile. Agli amici, appunto.

Circa un anno fa una ragazza è stata picchiata, violentata. Con lei, quella sera, c'erano due uomini. Uno era il suo ex-ragazzo,l'altro era un amico di questo ex-ragazzo. Dell'amico, le carte dicono che si tratta di un pregiudicato: si parla di lesioni e spaccio. E in questo caso, sono particolari che contano.
La ragazza è stata trovata per strada, a Bologna, e i poliziotti che l'hanno raccolta da terra hanno detto al giudice Zaccariello che era coperta di sangue e che urlava disperatamente.
I due uomini hanno poi abbozzato strane versioni dei fatti, dopo l'arrivo dei rispettivi avvocati, uno di loro ha addirittura dichiarato di non aver visto l'amico quella sera. Alla fine, poi, se l'è rimangiata.Le famiglie di queste persone, per difenderli dall'accusa di violenza sessuale privata, di gruppo, e di lesioni, hanno organizzato iniziative pubbliche in loro favore. Blog, concerti, qualcuno ha messo in dubbio la consensualità della ragazza... Ma di che consenso parliamo? Per far cosa? Per prendersi delle legnate? All'ospedale Sant'Orsola hanno scritto "evidenti segni di percosse al volto, al tronco e agli arti superiori ed inferiori". Cioè dappertutto.

Insomma, qualcuno qui pensa che si tratti di una guerra mediatica.
Qualcuno crede che faccia davvero la differenza come si raccontano le
cose, contro la famosa "evidenza dei fatti". Massì, facciamo così...
avrà pensato qualcuno: offriamo birra ai passanti e gli diciamo "ehi,
questo giro è offerto da tizio n°1 e tizio n°2, che sono brave persone,
e non violenterebbero mai nessuno, mai mai, a meno che non glielo chiedessero, s'intende".
E la famosa "evidenza dei fatti", dove sta? Sta in un viso tumefatto di
donna, è un buco nero nel quale ti gettano gli schiaffi e l'umiliazione.

Be', io mi occupo per mestiere di come si raccontano le cose. E so
di per certo che i fatti, stavolta, è davvero difficile rovesciarli con le
parole. Perché le parole sono bugie. E se chi li usa non è sincero,
allora sono soltanto uno strumento che ti prende per le viscere e ti
sbatte da una parte o dall'altra. Funziona per poco, però. Perché
il mondo non è sempre stupido come gli stupidi credono che sia. Io vi
sfido a trovare parole più forti del corpo di una giovane donna insanguinato.

Volevo parlarvi del coraggio di questa ragazza. Del suo coraggio - che m'ha chiamato ieri, al telefono - e del coraggio della famiglia che le è stata vicino. Dell'intelligenza di queste persone. Volevo parlarvi del pudore - forse insano, velato da qualcosa di molto simile alla timidezza - che ho avuto nei mesi scorsi, restando nell'ombra, facendo sapere a chi di dovere che io c'ero.
E lei è qui, adesso. Fuori dal buco nero, e io l'aspettavo.
Mi chiede di non lasciarla sola, e questa richiesta la estende a tutti
voi.

Perché all'offesa e all'umiliazione subita un anno fa, allo sfregio dei
blog, dei concertini, delle agiografie poggiate sulla faccia di queste
persone come maschere di una rivoltante commedia dell'arte, non s'aggiunga più dell'altro. Perché lei e i suoi familiari non vengano abbandonati.

I due uomini di cui vi ho parlato sono agli arresti domiciliari, scrive
il GIP, per il “sussistente quadro di gravità indiziaria” e per la
possibile “reiterabilità del reato”.
Martedì 18, al tribunale di Bologna (piazza Trento Trieste, 3) ci sarà
l'udienza preliminare. Alle 10:00, proprio davanti al tribunale, per
far compagnia a questa ragazza tanto coraggiosa, io sarò là. Ci saranno
diverse organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne e non
solo.
Ci saranno molti amici di questa ragazza.
Smettiamola di dare per scontato che siamo un Paese civile. Cominciamo
a fare il Paese civile.
Vi aspettiamo.



Matteo Bortolotti
www.matteobortolotti.it
_________________________________
Matteo Bortolotti

email info@matteobortolotti.it
web www.matteobortolotti.it

9 commenti:

Giulia Lu Mancini ha detto...

Purtroppo il lavoro mi ha tenuta lontana, però esprimo la mia solidarietà a questa coraggiosa ragazza.

Anonimo ha detto...

E' vero, grazie Lù. Dovremmo impegnarci un pò di più su questo fronte, non c'è movimento. Non c'è nessuno.

P.F.G.

Anonimo ha detto...

mai silenzio è stato più assordante.in Italia c'è un uxoricidio ogni tre giorni pari a cento all'anno.e noi stiamo mute.

Anonimo ha detto...

E' vero Antonella e francamente inizia a preoccuparmi. E ancor più la velocità con cui le cose accadono e l'indifferenza insieme

P.F.G.

Anonimo ha detto...

Esistono in Italia almeno 12.000 famiglie nelle quali vengono quotidianamente perpetrati atti di violenza su donne; nella maggioranza dei casi le violenze avvengono in contesto famigliare-coniugale. I ricatti, le minacce, le percosse si consumano quasi sempre fra le quattro mura domestiche. Questa violenza, che non si identifica sempre con le molestie e aggressioni di tipo sessuale, appare piuttosto come una sottesa condizione di un certo vivere coniugale. La vittima di questa violenza è di solito una casalinga, coniugata, con figli, di età compresa tra i 25-40 anni: proprio quella figura che dovrebbe paradossalmente rappresentare il simbolo dell’“Italia felice”.Questi dati sono ricavati da una ricerca Eurispes in collaborazione con il telefono rosa.Più che a preoccuparci ,cara Patrizia,dovremmo incazzarci!

IleniaF ha detto...

Si Anto,
hai ragione! Credo che l'incazzatura segui la preoccupazione. Ma il vero problema è che non siamo assistite, la verità è questa, veniamo lasciate sole. Si fanno i processi, ci sono le condanne, quando ci sono, e dopo due giorni già l'aggressore è fuori e, guarda caso, quando si sente un nuovo caso di violenza il presunto colpevole è un recidivo.
E' il sistema che non va!

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Parole, parole, parole...facciamo girare le parole. Le nostre parole.
Forti e chiare.
Forse è poco, ma io non lo credo.
Facciamo civiltà.

Anonimo ha detto...

non mi stancherò mai di ripetere sempre la stessa cosa. se le donne italiane per un girono scioperassero contro l'iniquità dell'attuale legge sulla violenza,il governo ed i magistrati sarebbero costretti a modificarla.ma preferiamo rimanere a gurdare,sonnecchinado dentro ad un coma politico sempre più profondo

IleniaF ha detto...

Giusto Anto,
NON CI MUOVIAMO!!!!!!
Noi italiani, a differenza dei francesi, vorremmo tutto senza muovere un passo.
Abbiamo mai fatto una rivoluzione?

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