martedì 25 settembre 2007

Psyché


SULLA SCRITTURA FEMMINILE:
a cura di Susana Liberatore

Pensavo a questa opportunitá di continuare con l´argomento precedente: “Perché scrivere?”. Ma a volte la vita ti sorprende, ed in un attimo, un vento entra dalla finestra: Cioé, mi sono trovata con l’invito di Patrizia per andare alla Notte Bianca di Roma!. Al di lá di questi ingrediente insuperabili: Roma, una serata speciale, la fantastica compagnia, ecc.; c´era la presentazione di una carissima poetessa argentina: Alejandra Pizarnik. Precisamente, questa scelta é stata presa per rappresentare in uno spazio di America latina, il tema della scrittura femminile presentata da “Rosa Stanton.
“Scrittura femminile”......ma cosa vuole dire questo?. Infatti, in psicoanalisi, il femminile ed il maschile non appartengono al mondo del corpo fisico. Anzi, non é proprio detto che una donna soltanto possa scrivere in questo senso, ed un uomo non. Sull'esistenza di un "pensiero femminile" la psicoanalisi confronta le categorie maschile e femminile con le funzioni psichiche e descrive precisamente le modalità del "pensiero femminile" come diverse da quello "maschile", così come quelle del sentimento e dell'istinto. In poche parole possiamo dire che Il sentimento maschile orienta le emozioni verso un fine, mentre quello femminile tende a rimanere fermo, centrato sulla percezione emotiva: l'uno si dirige al nucleo di una situazione, l'altro se ne lascia permeare. L'energia maschile, agisce anche sulla funzione del pensiero, rendendolo analitico, con un andamento rettilineo, che segue ordinatamente delle tappe per arrivare alla meta. Il pensiero femminile, invece, agisce in tutt'altro modo.
Da questa descrizione del modo di operare tipico del pensiero al femminile, si desume anche l'affinità di questo pensiero con il linguaggio poetico: con la strutturazione del discorso simbolico e analogico, più immediato e naturale per chi vive in maniera introversa. Questo spiegherebbe anche la preferenza fra le donne per il genere poetico, preferenza che in passato, in coincidenza con una maggiore repressione sociale, è stata quasi esclusiva.
Allora, la poesia femminile non è uno sfogo, un ripiegare unicamente sul mondo intimo e privato, di cui tanto si è parlato come caratteristica dominante del "genere femminile", neanche vuole significare la rivendicazione caratteristica del muovimento feminista, come una specie di giustizia: - “scusate uomini, adesso parliamo noi!”.
Già Simone de Beauvoir aveva individuato i processi di immanenza che accrescono nella donna le tendenze al soggettivismo, a osservare più attentamente i propri stati d'animo e non quello che avviene nel mondo esterno e, magari anche a causa delle pressioni subite, a non manifestare facilmente il proprio disagio . Quando poi la donna, certamente con un atto di coraggio, affronta l'impresa dell'espressione creativa e della scrittura trova, come aveva ben messo in chiaro Virginia Woolf:... “Innanzi tutto incontra la difficoltà tecnica della forma della frase, la quale, fatta dall'uomo, non si adatta alla personalità femminile. La frase è troppo vasta, troppo pesante, troppo ampollosa per l'uso femminile [...] E questo la donna lo deve scoprire da sé, deve alterare e adattare la frase attuale, fino a costruirne una che segua la forma naturale del suo pensiero, senza schiacciarlo né travisarlo”.
In questo senso, e ritornando ad Alejandra Pisarnik, la sua opera rende presente la costante lotta con la lingua; tra l'altro, v’é l'impossibilità di dire "giustamente" e il terrore della solitudine esistenziale. Tentando di rispondere: che significa per le donne tradursi le parole, lei risponde per un lato con un lavoro intimo di inchiesta , un permanente “Insight” per ottenere le immagini necessarie per aiutarsi a "ricostruire una identità rotta”, o creare una credibile autobiografia e, dall'altro lato, un costante lavoro con la lingua in modo da creare un proprio linguaggio.
Inoltre, nel suo “Diario” troviamo questo riferimento: "Io avrei preferito cantare Blues in ogni piccolo posto pieno di fumo invece di trascorrere notti della mia vita scavando nella lingua come una pazza". Ciò che sembra essere in gioco in queste linee del suo diario è il dolore di cercare di tradurre in parole le sue visioni, le sue sensazioni; sarebbe più facile, più leggero cantarlo, ma con le parole di un altro.
Ma lei lo spiega meglio.......

IN QUESTA NOTTE, IN QUESTO MONDO
A Martha Isabel Moia
In questa notte in questo mondo
Le parole del sogno dell'infanzia della morta
Non è mai questo ciò che uno vuole dire
La lingua natale castra
La lingua è un organo di conoscenza
Del fallimento di ogni poema
Castrato dalla sua stessa lingua
Che è l'organo della ri-creazione
Del ri-conoscimento
Ma non quello della ri-surrezione
Di qualcosa in maniera di negazione
Del mio orizzonte di sofferenza con il suo cane
E niente è promessa
Tra il dicibile
Che equivale a mentire
(tutto quello che si può dire è bugia)
il resto è silenzio
solo che il silenzio non esiste
no
le parole
non fanno l'amore
fanno l'assenza
se dico acqua, berrò?
Se dico pane, mangerò?
In questa notte in questo mondo
Straordinario silenzio quello di questa notte
Quello che succede nell'anima non si vede
Quello che succede nella mente non si vede
Quello che succede nello spirito non si vede
Da dove viene questa cospirazione dell'invisibilità?
Nessuna parola è visibile.

5 commenti:

IleniaF ha detto...

Cara Susana,
mi è molto piaciuto il tuo post.
Questo modo di intendere il pensiero "al femminile" credo che si avvicini molto all'intento che ci proponiamo noi tutte con il blog.
Trovo le parole della Pizarnik cariche di significato, soprattutto quando dice "avrei preferito cantare un blues", il canto e la musica riescono ad esprimere in maniera più immediata e diretta il pensiero interiore di colei che la interpreta.
Mentre la Pizarnik è sempre andata alla ricerca di un qualcosa che, secondo lei, non è mai stata in grado di raggiungere o della quale non è mai stata soddisfatta, ricerca che l'ha lacerata a tal punto che si è tolta la vita.
Bello davvero!

Maddalena ha detto...

Bella questa definizione dello scrivere al femminile!.

Giulia Lu Mancini ha detto...

Che bella questa poesia (è quella che ho letto io, mi piaceva davvero tanto) la Pizarnik è stata davvero una bella scoperta per me grazie a te e a Patrizia.

Anonimo ha detto...

Ciao Susana
il tuo articolo è molto bello: ci hai offerto una spiegazione molto chiara sullo stile femminile.
E tra l'altro trovo che corrisponda pienamente alla realtà. Credo che le donne siano alla ricerca delle perfezione sempre e comunque, figuriamoci nella scrittura!
Ecco perchè si dice che l'uomo è più razionale e la donna un impulsiva e sentimentale...
Oltre che in psicoanalisi questo accade dal punto di vista ormonale. Ho letto molto sugli articoli di L. Brizendine e credo che le sue teorie combacino armoniosamente con quanto hai scritto.
Mi raccomando continua a parlarci di questo mondo: la consapevolezza è una grande forza!
Brava
Baci
Ely

Diomira Pizzamiglio ha detto...

Sono senza parole. Splendido.

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