mercoledì 12 settembre 2007

Di mamma (non) ce n'è una sola


ALTI E BASSETTI a cura di Anna Grazia Giannuzzi



Noi italiani diciamo che nella botte piccola c’è il buon vino, in Colombia dicono invece così “los mejores perfumes vienen en empaques pequenitos”.
Il senso è lo stesso, la domanda pure: a chi piacciono i bassetti?
I colombiani maschi più alti vengono da San Andrés ed arrivano al massimo ad un metro e settantacinque centimetri.
Sembra che l’Olanda, con un altezza media di un metro e ottantun centimetri sia il paese al mondo con la statura maggiore. Negli Stati Uniti la media è di 1,76.
Mi sono documentata perchè tengo le figlie un poquito bajitas, almeno questa è la preoccupazione del nuovo pediatra, che vuole convincermi a fare qualcosa che ai miei occhi appare come tentare di stirare le mie figlie con il vapore o di appenderle allo stipite della porta per i polsi, con dei pesi ai piedi.
L’unico scopo sarebbe quello di farle diventare alte almeno come sua moglie. Che secondo lui è alta un metro e sessanta centimetri.
Diciamo che io le mie figlie le vedo anche senza gli occhiali e non le perdo tra le lenzuola, nè le porto a spasso, come pollicina, in una tasca della mia giacca.
Di tutte le preoccupazioni che mi trascinavo dietro come madre adottiva, quella dell’altezza delle mie figlie future non era nemmeno in graduatoria. E quando le ho viste ho pensato sì che erano piccole, ma lo erano di età, e pronte, evviva, per essere rifocillate con tutta la tenerezza e l’amore, che viene più spontaneo offrire ai bambini in tenera età.
Giorno dopo giorno sono diventate grandi, sono cresciuti i piedini e le mani, e i pantaloni a zampa d’elefante che prima strisciavano per terra, un giorno ballavano intorno alla caviglia. Ho fatto l’errore di comprare a maggio scarpe estive che a giugno già non calzavano più. È così che sono diventata azionista della Charitas.
Prima Ale ci stava perfetta tra le mie braccia quando la cullavo per addormentarla, adesso vedo piedi e braccia che sfuggono da tutte le parti, e rimane uguale a prima solo il gesto di succhiare il pollice, che per ora non insisto a levarle.
Anche perchè mi sembra ieri che me lo ha offerto da succhiare con un sorriso invitante, e ci conoscevamo solo da pochi giorni.
Insomma, ricapitolando quando vado dal perdiatra io trovo problemi invece di risolverli. Meglio di quella di prima, comunque, che cercava insistentemente sul corpo delle mie bambine i segni di violenze passate, stupendosi di non trovarne.
Almeno sull’alimentazione eravamo abbastanza d’accordo, anche se ci ha fatto giurare che non avremmo mai comprato nutella e coca cola. Ma come si fa a crescere senza aver assaggiato la nutella? È vero che non ha più il sapore di quando ero piccola, ma almeno qualche volta, per il compleanno, Natale, Pasqua? Con la coca cola il discorso mi si fa vicno perchè non è solo il discorso della bevanda, ma della multinazionale che c’è dietro e di tanti sindacalisti colombiani morti, di tanti lavoratori in condizioni disumane, con salari bassissimi ed orari di lavoro impossibili, senza assicurazioni e senza pensione. A parte il fatto che in ogni bicchiere pare ci sia l’equivalente di quattro cucchianini di zucchero... Però potrei provare a trovare la Coca Sek quella inventata dagli indigeni del Cauca...
Alla fine con il doc ci siamo messi d’accordo: io ho giurato con le dita incrociate dietro la schiena e Fanny al momento è alta un metro e cinquantun centimetri, Estefani un metro e dieci e Aleja un metro e quattro...




3 commenti:

Maddalena ha detto...

Non si può non buttarsi qualche volta nella nutella! Se proprio voi evitare quella, prova quella della Caffarel è crema di nocciole, non ti dico di più.

Anonimo ha detto...

Carissima signora Grazia,

leggo spesso la sua rubrica che trovo molto interessante. Faccio un pò fatica a scrivere sui blog ma seguo gli interventi delle persone che lavorano in questo spazio. Volevo chiederle se in uno dei prossimi interventi potrebbe parlare delle diversità che si creano fra i bambini nelle scuole, fra compagni diversi e come si può supereare certe ostilità che nascono nei rapporti.

grazie per avermi letto

Giovanna Seminari

Anna Grazia Giannuzzi ha detto...

Cara Giovanna, mi dia del tu, per favore. Io scrivo di tutte le esperienze che ho fatto direttamente o tramite le esperienze di altri genitori adottivi con cui facciamo rete per affrontare i vari problemi che si presentano man mano che andiamo avanti. Posso dirti che per ora esperienza di ostilità dichairataq non ne abbiamo fatta, ma di difficoltà con il mondo della scuola sì. Se puoi spiegarmi più precisamente cosa intendi o cosa ti sta a cuore, mi renderai più facile scrivere il post o metterti magari in contatto con qualcuno che può esserti più utile di me.
Non so se la mia mail è rintracciabile sul blog, in caso contrario sono disponibile all'indirizzo aggiannuzzi@yahoo.com.
Ciao e grazie dei complimenti.

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