venerdì 10 agosto 2007

EstremaMente


Gnocche senza testa
a cura di Antonella Passoni

Ecco un articolo del Corriere che riporta una triste realtà.

15 luglio 2007
«L’Italia è il Paese delle donne nude»
L’accusa del Financial Times. «Corpi esibiti in spot e tv, tradito il femminismo»
MILANO — Far finta che il «caso» non esista, stavolta, è davvero impossibile. Basta alzare gli occhi durante il check- in in aeroporto, o accendere la tv. Loro sono lì, che aspettano. Donne, donne, donne. In formato gigantesco, sembrano uscite da un film di Fellini. Scollature profonde, sguardo malizioso. Sono lì per convincere: a comprare una valigia, a scegliere una nuova tariffa per il cellulare. Oppure, semplicemente, per «intrattenere». Succede in Italia, patria della bellezza femminile — e del suo sfruttamento. Perlomeno è questa, secondo il Financial Times, l’immagine che colpisce chi arriva nelle nostre città: corpi (inutilmente) scoperti che ammiccano dai cartelloni stradali, ragazze di nulla vestite che ancheggiano nei varietà.


Ieri, l’autorevole quotidiano della City ha dedicato la copertina del suo inserto culturale alla naked ambition (la «nuda ambizione») delle donne italiane: «A trent’anni dalle richieste delle femministe su divorzio e aborto, qui le teenager vogliono lavorare come showgirl, ballerine e vallette di quiz a premi ». La prova sta tutta nella foto che domina la pagina: una Elisabetta Canalis oversize, cellulare all’orecchio, china a guardare negli occhi l’ignaro passante — sempre che il suo sguardo non sia stato già calamitato dalla scollatura messa in risalto da un ridotto bikini rosso. È un’immagine dell’ultima campagna Tim. E da oggi, per gli inglesi, è il simbolo dell’ «arcaicità» del popolo italiano.
«Dal mio trasferimento a Milano, tre anni fa — scrive Adrian Michaels —, mi sono chiesto perché nessuno sembri preoccuparsi dell’uso incongruo che viene fatto della donna nella pubblicità e in tv... Davvero gli italiani, e in particolare le italiane, ritengono accettabile "vendere" quiz in prima serata stimolando i genitali maschili invece del cervello?». Segue reportage sul «Paese che ha dimenticato il femminismo »: Michaels elenca i balletti de L’Eredità, la gara per la successione al «trono» delle Veline, Ilaria D’Amico di cui «nessuno può dire che non conosca il calcio»,mache va in onda «invariabilmente in tubino nero», in piedi, circondata da ospiti «tutti uomini, tutti in giacca e cravatta, tutti seduti». In Gran Bretagna o negli Usa, sostiene il Ft, «questo susciterebbe reazioni di ogni tipo»; in Italia, l’abitudine ha avuto la meglio.
Sottoscrive il ministro Emma Bonino, lei che è un’«eccezione » alla regola: «Il movimento femminile non ha mai spinto per riforme strutturali». Nel Belpaese, conclude Michaels, essere donna significa ancora «dolore e sofferenza (un riferimento agli ospedali che rifiutano l’epidurale, ndr), maternità e pasta, banche chiuse (simbolo dei servizi che ignorano i bisogni delle lavoratrici, ndr)». Ovvio, quindi, che le italiane si dividano in mamme «confinate in cucina a fare i ravioli» e figlie che cercano il successo attraverso la bellezza. Magari in formato due metri per sei. Il punto, come spiega al FT il pubblicitario Sergio Rodriguez, direttore creativo di Leo Burnett Italia, «è che qui, anche quando non serve, usi una donna».
«Ma è proprio questo il problema: la mancanza di creatività — replica Alberto Abruzzese, sociologo delle comunicazioni di massa —. Pensiamo alle condizioni di lavoro dei nostri creativi, ai budget, all’assenza di formazione...». Va bene, ma la tv? Non è che lì vada meglio. «Che posso dire? È vero, punto.Manel sistema Italia, a partire dagli anni del boom, il corpo è considerato una ricchezza. Nella prima fase della sua presenza sullo schermo, poi, si doveva combattere il bigottismo della tv di Stato; e in questo momento, in cui avverto sinistri segnali di bigottismo strisciante, mi sento di ribadirlo ». Quanto alle donne, «mi pare che rispetto ai parametri del femminismo storico abbiano sviluppato maggior leggerezza».
«Ma le donne protestano, eccome — si infervora la giornalista palestinese Rula Jebreal (che un ospite non identificato, nell’ultima puntata di Annozero, definì "gnocca senza testa", ndr)—. Il punto è che abbiamo bisogno del Ft per commentarlo, come se la questione non fosse palese; il mondo intero ci osserva e ride, e i nostri media ignorano il problema. L’Italia critica spesso il mondo arabo e musulmano, ma quando si tratta di guardare al ruolo delle donne nei media, in politica, dicono "ah no, è un’altra cosa". L’ultimo stadio è la mancanza di diritti, è vero. Ma il primo gradino è spingere una donna a spogliarsi e stare zitta per apparire ».




7 commenti:

IleniaF ha detto...

Cara Anto,
purtroppo è la dura realtà.
Non capisco perchè noi donne non riusciamo ad avere un minimo di orgoglio, in questo senso, pur di apparire si è pronte a tutto.....che tristezza.
Certo, però, non penso che sia un fenomeno tipico italiano, anche nelle altre nazioni, comunque, le donne stanno in clausura, non credi?

Anonimo ha detto...

Ti dice niente una Condy Rice piuttosto che un M.Tatcher od una Angela Merkel?Ti ricordi di Indira Gahndi,India o di Golda Meir,Israele?O dell'attuale Benazir Buttho,Pakistan? In Italia siamo più indietro delle palle del serpente,credimi.Ma il vero problema è che noi ,dico noi donne,non ce ne rendiamo conto.Poca impegno,poca coscienza politica.Domani pubblico un 'altro articolo e capirai ancora meglio cosa voglio dire!

Anonimo ha detto...

p.s.ho sentito di una recente legge,fatta dalla Merkel,che vieta l'utilizzo di nudi femminile in pubblicità etc. etc.

Maddalena ha detto...

Sono d'accordo con Ilenia, le donne dovrebbero avere più rispetto per se stesse.

Anonimo ha detto...

Cara Maddalena,
hai ragione,noi donne dovremmo avere più rispetto per noi stesse,ma dovremmo per prima cosa,farci rispettare di più.
Se ad esempio,cinque milioni di donne,scendessero in piazza a protestare contro l'attuale legge sulla violenza,blanda ed iniqua,il governo sarebbe costretto a cambiarla ed a renderla più severa.Come saprai,dopo sei mesi,la maggior parte degli stupratori,purtroppo sono liberi.Perchè siamo così indifferenti davanti ad una cosa così grave?Mai un silenzio come questo ha fatto più rumore.

Anonimo ha detto...

Cara Ilenia,
ti dico anche questa.In Norvegia,la presenza femminile in politica è talmente alta,che per dare un pò di spazio anche agli uomini,il governo ha istituito le quote azzurre.Io voglio cambiare Paese!
In italia puoi avere due lauree,parlare cinque lingue,ma quello che conta, alla fine, è la misura del reggiseno e superati i 30,l'essere sposata,con una bella prole al seguito.

IleniaF ha detto...

Su questo non posso darti che ragione.
In Italia, quando si è provato a far passare il decreto per le quote rose, si è visto com'è andata a finire. Che tristezza, anche a me piacerebbe cambiare paese!

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