lunedì 16 luglio 2007

TEA TIME




Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio, Sellerio editore, Palermo
a cura di Maria Luisa Pozzi

Un avvocato, Guido Guerrieri; un’indagine, traffico d’eroina; un processo, la sentenza. Niente di nuovo, quindi. Invece il nuovo c’è. E ce n’è parecchio.
Primo: la personalità del giovane avvocato: problematico, ironico e autoironico. Uomo della contemporaneità interroga continuamente sé stesso, il suo passato e il suo presente. Ha dubbi e mai certezze. L’accusato che si è affidato a lui é stato un picchiatore fascista? Era forse il fascista Raybàn, chiamato così per via di quegli occhiali di marca che non toglieva mai? Era lui, Raybàn, che aveva assistito compiaciuto mentre i suoi amici picchiatori massacravano di botte il ragazzetto che sarebbe diventato l’avvocato Guerrieri? E questo solo perché il ragazzetto indossava un eskimo verde, abbigliamento in odore di sinistra.
La personalità complessa dell’avvocato, che domina tutto il romanzo, emerge anche nell’arringa di difesa. Senza finte certezze, presenta apertamente la problematicità di ogni caso giudiziario:

“Che facciamo, alla fine dei conti, nei procedimenti penali? Noi tutti, dico. Poliziotti, carabinieri, pubblici ministeri, avvocati, giudici? Tutti raccontiamo storie. Prendiamo il materiale grezzo costituto dagli indizi, lo mettiamo insieme, gli diamo struttura e senso in storie che raccontino in modo plausibile fatti del passato.

La storia é accettabile se spiega tutti gli indizi, se non ne lascia fuori nessuno, se è costruita in base a criteri di congruenza narrativa(…) (Storie) che in un certo senso dobbiamo inventare.
Vediamo in breve quali sono le due storie che si possono raccontare in base al materiale narrativo emerso dal processo."

Ha aspirazioni comuni, il giovane avvocato. Vorrebbe farsi una famiglia, avere dei figli. Ma anche questo desiderio borghese sembra gli sia precluso. Come il Marlowe di Chandler, a conclusione del romanzo, si trova a bere con l’amico poliziotto solo come lui.

La narrazione è fluida; la lingua apparentemente semplice; sembra creata senza sforzo alcuno dalla voce narrante.
Utile, per i giovani scrittori, la riflessione sulla scrittura,
Le nostre parole sono spesse prive di significato. Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo farle a pezzi e poi ricostruirle.

Apre un mondo di possibili storie la riflessione sulla difficoltà a distinguere ciò che è reale da ciò che è soltanto immaginato. Si chiede Guerrieri,
"I fatti degli ultimi quattro mesi erano veramente accaduti? (…) In base a cosa possiamo dire con certezza che un’immagine nella nostra testa è il risultato di una percezione o di un atto di immaginazione? Cosa distingue davvero certi sogni da certi ricordi?"

Un altro romanzo per le vacanze, dunque, se decidete di seguire l’indagine e la conclusione processuale. Ma ci sono altre piste nel romanzo. E allora potrete trovarvi in luoghi imprevisti in cui, forse, troverete risposte alle vostre domande. Come dice l’avvocato Guerrieri ciò accade
quando “i processi deragliano dai binari delle soluzioni precostituite e viaggiano verso luoghi imprevisti.”
Arrivederci in quei luoghi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Maria Luisa
credo che tu mi abbia trovato un buon libro da leggere e da regalare.
Ti farò sapere poi cosa ne penso.
Le poche righe che hai scritto mi hanno incuriosita tantissimo.
Grazie, bella recensione!

IleniaF ha detto...

Cara Maria Luisa,
complimenti davvero per la recensione!
Da come descrivi i libri che presenti fai davvero venire la voglia di leggerli, quasi quasi sei più brava degli scrittori che consigli.
Ancora complimenti!!!!

Maria Luisa ha detto...

Grazie. Un abbraccio a tutte e due. Maria Luisa

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