domenica 27 maggio 2007

Due universi che cercano di trovarsi nella scrittura



Forse prima di tutto è necessario ricordare che il mondo della parola appartiene esclusivamente al mondo umano. Non vuole dire che non esistono altre forme di comunicazione (per esempio tra gli animali), ma il linguaggio ha una caratteristica speciale, che le altre forme di comunicazione non condividono: la polisemia, oppure la possibilitá di trovare diversi sensi in una stessa parola. Di conseguenza, la parola non può coprire totalmente il suo refferente (sia nel mondo concreto - le cose - come nel mondo astratto - le emozioni, i sentimenti -). Cioé, il significato di una parola, soltanto viene riconosciuto attraverso un’altra. Per esempio, se io dico: “Sono molto preoccupata dall´ultima volta che ci siamo visti ”. Voglio dire che sono preoccupata per l’altro, oppure che qualcosa mi é successo in questo tempo?.

Quindi, il linguaggio è un collegamento arbitrario di significanti (un significante è quello che significa qualcosa per un altro significante), l’intenzione è sempre quella di cercare un senso. Anzi, Claude Lévi-Strauss parlava di “ambizione simbolica” nel suo libro “Il pensiero selvaggio”. L´uomo “assetato” di parole, parole che possono esprimere necessità, desiderio, ma anche l´ansia di essere riconosciuto dall´altro.

Quindi la scrittura sarebbe il processo di mettere in parole, cioè simbolizzare una realtà, un pensiero, un’emozione, un sentimento. Un provare a trasmettere attraverso le parole o “tradurre” la propria esperienza umana.

Dall´altra parte, c´è la pulsione. Un´energia che cerca sempre di trovare il piacere, di soddisfarsi. La cosa curiosa è che non si accontenta mai!. Una volta raggiunto il piacere, incomincia un’altra volta il percorso, e così via.....

Lo scrittore è chi destina la sua pulsione in questo lavoro. La sublimazione, descritta da Sigmund Freud piú di un secolo fa, è magari la maniera più salutare di tutti gli altri percorsi. Vuole dire che c´è una soddisfazione nel proprio processo di scrivere.


Così, la scrittura sarebbe come una specie di tessuto, con due fili, che non diventano uno, ma producono un’opera, in questo caso, l’opera letteraria.

6 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Per Ely:
L'articolo l'ha scritto Susana non Solange.... ; )

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Che bella lezione!
Sei riuscita in poche righe a riassumere argomenti interi ed a portare il tutto ad una conclusione perfetta!
Anch'io sono convinta che la scrittura sia quel processo in cui si rappresenti, anzi si simbolizzi, la realtà o la fantasia con le parole. Come i colori i colori in un dipinto.
E certo provare la soddisfazione nel proprio processo di scrivere è bellissimo e ti riempie d'orgoglio. E' un momento che però non mi capita ancora spesso.
Credo che a questo traguardo ci si arrivi dopo tante, tantissime tappe... quasi come al Giro d'Italia, fatto di rettilinei, curve, salite difficili e discese pericolose. Ma decisamente esaltante!!
Brava Susana!
Ely

Anonimo ha detto...

Ciao Susana
per correttezza ho preferito modificare il mio commento mettendo, stavolta, il nome giusto!
Ely

Giulia Lu Mancini ha detto...

bellissima lezione, condivido, la scrittura è un modo per ritrovare gli altri e ritrovare se stessi, è anche un'analisi dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni...è un punto di incontro e un punto di partenza...

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